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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. IV
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Gnoli, Domenico: La casa dell'orefice Giampietro Crivelli in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0270

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D. GNOLI

e che fu demolito per aprire l'odierna piazza Rusticucci; ma il disegno della facciata è ben noto.
Gli stucchi erano opera di Giovanni da Udine. Dopo quel tempo lo stucco fu spesso adoperato
nell'esterno delle case e ne' cortili, specialmente a tempo di Paolo III, e si fecero stemmi e
figure, come nella casa in via Giulia al n. 93, ornata dell'arme di quel pontefice, e fregi e
cornici, ed anche gli stipiti e tutto l'ornamento delle finestre, come nella casetta di cantone
incontro alla chiesa di Sant'Eustachio; ma come principale ornamento di tutta la casa non
ne restano altri esempi che questa casa del Crivelli, e il palazzo Capodiferro, oggi Spada.
Questo palazzo, nel quale lavorò di stucchi Guido Mazzoni, discepolo di Daniello da Yolterra,
fu edificato sotto Paolo III nel 1540; e press'a poco allo stesso tempo appartiene la casa del
Crivelli. Posso stabilirne la data per mezzo d'un istromento del nostro Archivio di Stato re-
lativo al bel palazzetto De Acceptis, poi Muti, che sta appunto di faccia alla casa del Cri-
velli, e sulla via laterale ha di fronte il palazzo della Cancelleria Vecchia, poi Sforza-Cesarini.

CARLO Y BACIA IL PIEDE A PAOLO III.

Con esso, Angelo di Paluzzo De Acceptis donava nel 1539 a Muzio Muti domum sitarvi Romae
in regione pontis, prope palatium nuncupatum la Cancelleria vecchia, quod ad presens IL Guido
Ascanius Sfortia Camerarius de Sancta Flora inhabitat, et in opposito cujusdam domus a funda-
mentis noviter erecte per D. Io. Petrum Cribellium. La casa dunque era stata edificata dai fon-
damenti poco innanzi al 1539.

Il conoscere il nome del fondatore della casa e la data della fondazione ci pone in grado di
spiegarci il significato degli stucchi, che altrimenti sarebbero incomprensibili. Lo stemma di Giulio II
è un tributo di riconoscenza alla memoria del pontefice che protesse il Crivelli e lo fece suo
orefice; mentre invece quello di Urbano III, che fu papa nel 1185, ci sta a titolo di gloria do-
mestica: quel papa infatti fu il milanese Lamberto Crivelli, della famiglia del nostro Giampietro.
Sotto la finestra di mezzo doveva esservi senza dubbio lo stemma di Paolo III, che lo creò ca-
valiere paolino, e al tempo del quale fu eretta la casa; l'aquila in mezzo ai festoni è l'aquila
imperiale che ritroveremo nello stemma sulla sua sepoltura; i due bassorilievi poi rappresen-
tano i maggiori avvenimenti del pontificato di Paolo III : in uno, l'imperatore Carlo Y che,
venuto a Roma, s'inchina a baciare il piede al papa (aprile 1536); nell'altro, il papa stesso
che a Nizza riconcilia, Dio sa come, l'imperatore e Francesco I (maggio-giugno 1538). Questa
storia determina sempre meglio la data dell'erezione della casa, fissandola tra il 1538 e il 39.

Chi era questo Giampietro Crivelli? Nessuno, che io sappia, ha ravvisato in lui l'orefice mi-
lanese, appartenente ad una famiglia in cui l'oreficeria era ereditaria, il quale aveva messo in-
 
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