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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. IV
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Gnoli, Domenico: La casa dell'orefice Giampietro Crivelli in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0272

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240

I). GNOLI

Abbiamo di lui due testamenti: uno del 1546, l'altro del 1548; 1 da essi apprendiamo che
egli era vedovo, e la moglie ed un suo fratello erano sepolti nella sua cappella a Santa Lucia.
Egli aveva con sè un nepote, Giovanni Angelo, al quale dimostra grande affetto, e un figlio
naturale e legittimato, Giovan Francesco, che non nomina mai senza aggiungervi quatenus vixerit;
ed anzi in un punto aggiunge: sin autem quatenus mortuus fuerit vel sit, il che farebbe dubitare
eh' egli fosse assente e non ne avesse notizie : non usa verso di lui alcuna parola affettuosa. Aveva
il governo della casa una vedova, Onesta da Bracciano, di cui il Crivelli nel testamento assicura
la sorte, assegnandole una pensione a vita sulle case dietro a' banchi. Al nepote Giovannangelo
lasciava tutti i suoi beni in Lombardia, due uffici comprati per esso, parecchie case e una vigna in
Roma fuori porta Castello, e ai figli di lui tutte le case alla Renella. Il figlio poi nominava erede
universale, ma col vincolo di non poter alienare nessuna parte dei beni stabili ; e che morendo
egli o i suoi figli e discendenti senza eredi e successori, il patrimonio dovesse andar diviso tra
quattro Luoghi pii : l'ospedale di San Giacomo, il monastero delle Convertite, l'ospizio delle Ver-
gini e Santa Caterina alle Botteghe Oscure. Ugualmente volle vincolati, a favore di que' Luoghi
pii, i beni lasciati al nepote. Pare veramente che il figlio Giovan Francesco o premorisse al
padre o lo seguisse a breve intervallo, poiché l'iscrizione sepolcrale gli fu posta dal nepote
Giovannangelo; e par credibile, da essa, che i suddetti Luoghi pii fossero entrati già in pos-
sesso della sua eredità. Nel testamento del 1546 nominava esecutori testamentari i cardinali
Gambara e Sadoleto, il quale morì nell'intervallo fra questo testamento e il successivo; e nel-
l'ultimo, il cardinale di Trani ed altri.

Nella chiesa di Santa Lucia del Gonfalone non c'è più nè la cappella di Santa Maria Mad-
dalena, nè la sepoltura del Crivelli; ma questa è stata trasportata nel fabbricato annesso, via
delle Carceri, n. 9, dove si trova nel corridoio a pianterreno, incontro alla scala. L'epitaffio è il
seguente :

Io. Petro Cribello medio j lanen. ci. ro. eq. paulliano ! viro integro innocenti ac reli-
gioso qui de bre photrophiis orphano j trophiis ptochodochiis | et nosocomiis omnibus beneme-
reri nunq. desiit | cella, hanc quoq. divae M. Magdalenae dicatam perpetuo sacro faciudo
exornavit et auxit vix an. LXXXVII1I obiit YIII id. junii MDLII Jo. Angelus Cribellus
Patruo optimo | P. C.

Sopra all'iscrizione è lo stemma col crivello sormontato dall'aquila imperiale, come nel ro-
vescio della medaglia appresso riprodotta; e sopra a questo è il busto del Crivelli, di buon la-
voro, che ci rappresenta un vecchio imberbe e vigoroso.

Il Crivelli è detto celeberrimo orefice ; 2 e della sua importanza e del credito eh' egli ebbe
fanno certa fede le case possedute e le vigne, infine, la fortuna più che discreta che riuscì a
mettere insieme, nella quale superò forse quanti orefici erano in Roma, come nessun altro si
costruì per proprio uso una casa così riccamente ornata come la sua. Deve pertanto recar meravi-
glia che Benvenuto Celimi, il quale durante la vita del Crivelli più volte e a lungo si trattenne
in Roma e vi lavorò, mentre parla del Caradosso, di Pompeo, di Lucagnolo, del Firenzuola, di
Paolo Arsago e d'altri orefici milanesi, non faccia mai menzione del nostro Giampietro nè d'altri
Crivelli. Senonchè è da notare che il Celimi accenna ad un Giampietro della Tacca, orefice mi-
lanese, il quale gli accomodò parte della sua bottega per farvi certo suo lavoro (lib. I, cap. IY);
e altrove parla di un Giovan Francesco della Tacca, anch'esso orefice milanese, che era suo rivale
alle cacce dello stioppo (lib. II, cap. XII). Questa coincidenza di nomi dei due della Tacca,

gento . . . per fare tre apostoli secondo il modello di
Raffaello da Montelupo.

« 11 marzo 1546. A m.° Giacomo da Parma libre 18 . .
per fare uno apostolo secondo il modello come di sopra.

« 14 maggio 1546. A ms. Grioan Pietro Crivelli li-
bre 18 . . per fare uno apostolo ecc.

« 14 maggio 1546. A Mauro orefice libre 18 . . . per
fare uno apostolo, ecc.

« Io Lorenzo degli Albizi zecchiere o scripto quanto
in questa si contiene . . . questo di' 26 di maggio 1546 ».

(Per gli atti del Taranus, R. Arch. di Stato).

Queste statue d'argento furono distrutte sotto la re-
pubblica francese.

1 Y. il testamento del 1548 e il sommario d'altri
atti notarili sotto la rubrica Documenti.

- Y. Documenti.
 
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