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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. IV
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Barbier de Montault, Xavier: La gallina della regina Teodolinda a Monza
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0279

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LA GALLINA DELLA REGINA TEODOLINDA A MONZA

247

quisque gallinam in Natali, agnum vero mittat in festivitate paschali ; circa festum Natalia
B. Joannis Baptistae unum par gallinatorum », dice un documento che riassume gli altri.

7. Queste diverse spiegazioni, benché motivate, sono generali e d'una applicazione universale.
Non sarebbe dunque preferibile pensare ad un significato insieme locale e personale? Proviamo
dunque e procediamo anche qui per esclusione.

Non c'è da pensare alla famiglia di Teodolinda, perchè ci mancherebbe il gallo e sarebbero
troppi i sette pulcini per figurare soltanto due fanciulli. Ho creduto, per qualche tempo, col
signor Courajod, di vedervi la Lombardia simboleggiata colle sue città principali ; infatti, io avevo
letto sulle mura di Pavia, che questa città fu una delle undici che formarono la lega lombarda.
Ma anche qui ci sarebbe di troppo ; e poi quali sarebbero le città da eliminare, o quali erano
le sette città primitive?

Io mi sono allora fermato su d'un'ultima ipotesi, che è la seguente e che mi è suggerita
dall'iconografia stessa dell'opera. Notando che la gallina era circondata dai suoi pulcini, ho
creduto che questa potesse essere l'imagine della chiesa fondata da Teodolinda, ma accresciuta
delle chiese filiali e dipendenti riunite intorno alla chiesa-madre, matrice, come si dice in diritto
canonico. Ora la matricità è sempre stata inerente alla chiesa di San Giovanni.

Un fatto quasi contemporaneo mi metteva su questa via. Santa Begghe, figlia di Pipino
di Landen e madre di Pipino d'Héristal, morta nel 698, secondo la leggenda è figurata con
una gallina e sette pulcini. La leggenda racconta così la fondazione delle sette chiese, di cui
gì' indicarono il posto questi sette pulcini :

Voluntate hinc divina
Septem pulii cum gallina
Beggae nato monstrantur
De locandis ecclesiis;

Quibus visis auspiciis
Septem aedifìcantur.

Ma, prima d'affermare, volli sottomettere la mia idea al mio dotto collega e gentile corri-
spondente di Monza, che l'ha accettata e giustificata, benché dandole una forma che non è altro
che una variante del mio pensiero. Secondo lui, « i sette pulcini sono i sette feudi concessi da
Teodolinda alla chiesa-madre, allo scopo di provvedere al suo mantenimento ». Non si può espri-
mersi più giudiziosamente ed io sono lieto di riconoscere qui che la soluzione tanto tempo cercata
e desiderata è infine trovata. Aggiungerò anche che corrisponde perfettamente all'attitudine data
ai pulcini, i quali cercano tutti in terra il loro nutrimento, e alla madre che si alza al disopra
di loro, con l'autorità che le viene dal suo titolo e dalle sue funzioni.

Ecco dunque la basilica di Monza, non solo fondata, ma ancora dotata dalla munificenza
di Teodolinda. Non so nulla di più plausibile e di più logico di questa interpretazione, di cui
il signor cappellano Aguilhon, colla sua erudizione abituale, ci esporrà un giorno le prove
storiche.

X. Barbier de Montault.
 
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