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Per un momento ho creduto di potere stabilire la realtà d'un altro legame tra l'Alidosi e
Raffaello. L'Alidosi non ha preso una parte considerevole alla decorazione della villa della
Magliana, dove i suoi stemmi si vedono ancora vicini a quello di Giulio II, e Raffaello non
ha composto per questa stessa villa i cartoni del Martirio di Santa Cecilia e del Padre Eterno
che benedice il mondo? Ma le date si oppongono a questo ravvicinamento. L'Alidosi, come si è
visto, morì nel 1511; Raffaello invece non cominciò che nel 1513, al più presto, i cartoni de-
stinati ad essere tradotti in pittura sui muri della Magliana.
Il doppio confronto che ho sottoposto al lettore mi sembra non lasciar più luogo ad alcun
dubbio: è proprio l'odioso favorito di Giulio II che Raffaello ha rappresentato nel magistrale
ritratto del Museo di Madrid, e il contrasto che i contemporanei hanno già rilevato tra la bel-
lezza fisica dell'Alidosi e la sua corruzione morale, non ci meraviglia meno quando noi contrap-
poniamo & questo modello lordo di tutti i vizi il puro e divino interprete, incaricato di trasmettere
i suoi lineamenti alla posterità. Raffaello lavorava precisamente allora ai suoi due più splendidi
capolavori, la Disputa del Sacramento e la Scuola d'Atene. L'uomo dovette soffrire di questo
obbligo umiliante e abbandonare con dispiacere, fosse anche per breve' tempo, la società di tanti
eletti personaggi, santi e sapienti, evocati dalla sua immaginazione sulle pareti della Stanza della
Segnatura, ma l'artista adempì al suo incarico con incomparabile maestria.
Eugenio Muntz.
Per un momento ho creduto di potere stabilire la realtà d'un altro legame tra l'Alidosi e
Raffaello. L'Alidosi non ha preso una parte considerevole alla decorazione della villa della
Magliana, dove i suoi stemmi si vedono ancora vicini a quello di Giulio II, e Raffaello non
ha composto per questa stessa villa i cartoni del Martirio di Santa Cecilia e del Padre Eterno
che benedice il mondo? Ma le date si oppongono a questo ravvicinamento. L'Alidosi, come si è
visto, morì nel 1511; Raffaello invece non cominciò che nel 1513, al più presto, i cartoni de-
stinati ad essere tradotti in pittura sui muri della Magliana.
Il doppio confronto che ho sottoposto al lettore mi sembra non lasciar più luogo ad alcun
dubbio: è proprio l'odioso favorito di Giulio II che Raffaello ha rappresentato nel magistrale
ritratto del Museo di Madrid, e il contrasto che i contemporanei hanno già rilevato tra la bel-
lezza fisica dell'Alidosi e la sua corruzione morale, non ci meraviglia meno quando noi contrap-
poniamo & questo modello lordo di tutti i vizi il puro e divino interprete, incaricato di trasmettere
i suoi lineamenti alla posterità. Raffaello lavorava precisamente allora ai suoi due più splendidi
capolavori, la Disputa del Sacramento e la Scuola d'Atene. L'uomo dovette soffrire di questo
obbligo umiliante e abbandonare con dispiacere, fosse anche per breve' tempo, la società di tanti
eletti personaggi, santi e sapienti, evocati dalla sua immaginazione sulle pareti della Stanza della
Segnatura, ma l'artista adempì al suo incarico con incomparabile maestria.
Eugenio Muntz.