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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. V
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Nardini Despotti Mospignotti, Aristide: Lorenzo del Maitano e la facciata del Duomo d'Orvieto
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0380

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348

invece essi si trasformano in pilastri veri e propri, diritti e verticali da cima a fondo, 1 aventi
una sezione come non l'ebbe mai nessun contrafforte nordico, 2 e col fusto frastagliato ed ornato
da cima a fondo, non importa se in un modo o nell'altro, ma pure frastagliato ed ornato ; il che
vai quanto dire, trattati all'inversa del costume settentrionale ed arieggianti invece il vecchio
concetto del pilastro romano. Le porte poi neanch'esse hanno il trattamento nordico: con quelle
cornici di separazione fra i piedritti e gli archi rispettivi, con quelle arcature concentriche, con
quei sostegni verticali foggiati a colonnette ritorte intramezzate da scorniciature, esse rammen-
tano quello stile di transizione che fu adottato e conservato dagli Italiani fino al Risorgimento,
non già lo stile ogivale come l'usavano oltremonte i contemporanei di Lorenzo, voglio dire quello
stile che nelle porte aveva soppresso ogni cornice orizzontale e tolte via le colonne e gli archi
e le loro intramezzature, e che ne decorava da cima a fondo gli sguanci con statue di santi e
di profeti sovrammontate una all'altra. Anche l'inquadramento dell'occhio centrale è fatto secondo
un concetto e secondo modi tutt'altro che nordici. Venendo poi ai particolari, tutti i profili delle
cornici sì orizzontali che oblique sono trattati con dentelli, modiglioncini e modanature al modo
italiano. Yi è veramente nei pinacoli finali, nelle foglie delle cuspidi e altrove qua e là qualche
cosa da cui traspira l'intenzione di arieggiare le foggie oltramontane, ma queste sono cose se-
condarie che non influiscono sulla sostanza e sullo stile dei due disegni.

Dove però in quei due disegni e nella facciata che fu quindi eseguita apparisce manifesta
l'imitazione straniera è nel sistema unitario ed organico delle tre grandi porte. Questo magni-
fico e stupendo concetto, come dimostrai già in altro scritto, 3 è francese, e costituisce il più
bel pregio e la più potente attrattiva di quasi tutte le facciate di quelle cattedrali bellissime di
cui la Francia va giustamente superba; e il Maitani nell'adottarlo mostrò grande accorgimento.
Imperocché se questo sistema unitario delle tre porte si attaglia egregiamente ad ogni genere
di facciate, in quelle tricuspidali poi si mostra così essenziale e necessario che sembra non pos-
sano farne a meno senza difetto. Perchè, come già dissi altra volta, nella regione più bassa della
facciata tutto in grazia ad esso è composto ad unità di sistema: « e così piloni, basamenti, sguanci,
arcature e cuspidi, legate tutte dalle stesse linee, impostate tutte a una medesima altezza, ac-
comunate nelle loro funzioni e compenetrate nei loro elementi, compongono quell'assetto unitario,
quella tricuspide inferiore che costituisce uno dei coefficienti più essenziali, la prima condizione
sine qua non del sistema tricuspidale. Ed a ragione : imperocché essa formi il substrato e la
preparazione della tricuspide finale, l'organismo e la compagine della metà inferiore dell'edilizio,
l'estrinsecazione prima del di lui moto ascendente, il legame e l'accordo fra l'alto e il basso
della facciata e così insomma il fattore primissimo dell'unità ideale e reale di tutto il sistema ». 4
Per la qual cosa io non esiterei a dire che il sistema tricuspidale veramente ò composto di due
tricuspidi fra loro intimamente legate ed inseparabili : l'inferiore, che determina l'assetto organico
unitario delle tre porte, e la superiore che segna la sagoma terminale di tutto l'insieme, e che
mancando la prima di esse si ha opera monca e imperfetta, la quale si limita al solo contorno
e non rende il concetto complesso ed altamente estetico del suo inventore. Di qui si vede per-
tanto quanto torto avessero il Matas e il De Fabris nell'escludere la tricuspide inferiore delle
tre porte dalle rispettive loro facciate di Santa Croce e di Santa Maria del Fiore, e nel conten-

1 Nel vecchio disegno monocuspidale di Lorenzo i
pilastri, è vero, hanno un leggero restringimento andando
su in alto, ma questo restringimento è periferico e non
guasta il loro perpendicolarismo e la simetria del loro
contorno di fronte all' asse rispettivo. Nei contrafforti
nordici invece il restringimento è, per dir così, faciale;
inquantochò i loro successivi rientri si fanno soltanto
sulla faccia anteriore, epperciò non hanno un vero asse

di simetria. Essi non hanno dunque nulla di comune con

quelli disegnati da Lorenzo. Nel disegno tricuspidale poi

e nella facciata eseguita i pilastri non presentano affatto

restringimento.

2 Nel vecchio disegno monocuspidale la pianta dei
detti pilastri è cruciforme. L'assetto cruciforme è senza
dubbio nordico, ma io non ho mai visto al mondo chiesa
o edifizio nordico che abbia contrafforti a pianta cruci-
forme. Questa pianta è adottata dai settentrionali pel-
le colonne dell'interno, per i contrafforti mai.

3 II duomo di Milano e la sua nuova facciata, parte III.

4 II sistema tricuspidale, ecc., parte II, ove le ragioni
di questo sistema e della facciata del Maitani sono svi-
luppate meglio e più largamente che qui non si faccia.
 
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