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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. V
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Nardini Despotti Mospignotti, Aristide: Lorenzo del Maitano e la facciata del Duomo d'Orvieto
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0385
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è che in esso tutte le opere plastiche che contornano l'occhio maggiore sono a bassorilievo,
anziché in istatua, come poi fu fatto ; e questo forse giova meglio alla quiete del fondo sul quale
l'occhio stesso campisce, ed alla intonazione generale della facciata. Quanto poi allo stile, è inutile
il dire che sente anch'esso di classicismo, e che perciò non è niente più accomodato allo stile
della facciata di quello della decorazione che gli fu preferita. Un'altra variante si osserva in co-
testo disegno, e sta in questo : che lungo il sopravanzo della nave mediana ciascuno dei grandi
pilastri è tagliato da tre cornicette orizzontali poste fra loro ad uguale distanza e che lì nascono
e muoiono, senza uno scopo. Nell'atto pratico ce ne hanno fatte due sole, e avrebbero fatto meglio
a risparmiarsi anche queste e a non farcene punte, come con savio accorgimento aveva disposto
Lorenzo nostro ; perchè cotesta insulsa ostentazione d'orizzontalismo, vizio anch'esso dell'età, nuoce
all'insieme dell'opera, e contrasta alle tendenze dello stile ed all'intendimento del suo architetto.
Ma torneremo fra poco su questo proposito.

Dimenticavo dire che il rialzamento dato alla cuspide mediana coli'interposizione di quel
filare di nicchie, si portò dietro per necessaria conseguenza il corrispondente allungamento dei
due pilastri che la fiancheggiano.

Mi resta adesso a dir qualche cosa intorno al merito di questa modificazione. Egregiamente
si espresse il Fumi allorquando scriveva, che queste variazioni « se in parte giovarono all'ascen-
denza delle masse e alle proporzioni generali della fronte, fecero sentire, quanto all'esecuzione, la
differenza d'un altro stile, dove la forma non si può dire che risponda perfettamente " all'intenzione
dell'arte " come avrebbe detto il divino poeta ». 1 E veramente, guardando il vecchio disegno
tricuspidale di Lorenzo nostro, non siamo del tutto esenti dal dubbio che in esso la cuspide
mediana sia un po' sopraffatta dalle sue laterali ; e questo dubbio si dovette sempre più rafforzare,
allorquando, cresciutasi a queste ultime due l'acuità e lo sviluppo, esse andarono a gittarsi sempre
più in alto. Allora naturalmente dovè farsi sentita la necessità di mandar più su anche la cu-
spide maggiore, e di qui l'origine della variante di cui abbiamo parlato. La quale senza dubbio
ha introdotto molta più armonia e spigliatezza nel contorno generale, per cui può dirsi senza
ritegno che sotto questo punto di vista l'insieme dell'opera se n'è avvantaggiato. Ma si può
egli dire altrettanto per ciò che concerne i partiti architettonici nel campo della facciata? Il
Fumi rileva la discrepanza dello stile, ed ha piena ragione; ma vi è anche di peggio. Il Maitani
nel suo vecchio disegno aveva inquadrato il suo occhio centrale in modo stupendo, ove alla fi-
nezza ed alla eleganza dei particolari era congiunto un organismo che nulla lasciava a desiderare:
di sotto la loggetta, di sopra la cuspide, dai lati i pilastri, e così l'occhio centrale era da ogni
parte saldamente legato ai grandi fattori architettonici della facciata. Ma ecco che le esigenze
estetiche del contorno terminale impongono una modificazione. S'inalza la cuspide, ad essa ed
all'occhio mediano s'interpone un filare di nicchie con statue.... e che cosa n'avviene? Quell'or-
ganismo mirabile, quel bellissimo inquadramento dell'occhio centrale così bene studiato da Lo-
renzo nostro sono distrutti, e quell'occhio apparisce adesso slegato e fuori di suo posto, quasiché
per una causa qualsiasi fosse scivolato giù abbasso. E in verità, prima della pubblicazione fatta
dal Fumi, io non mi potevo dar ragione e pace di così strano spostamento.

A mettere poi sempre più in evidenza questo slegamento dell'occhio centrale ha concorso
tutta quella congerie di nicchie che gli si è cacciata d'attorno, di qua, di là e di sopra; la quale
facendo apparire tutta alveolata e corrosa la superficie su cui campisce, lo ha quasi tutto scal-
zato all'intorno ed ha reso sempre più sensibile il suo isolamento dalle linee fondamentali della
facciata. Alludevo appunto a questo sconcio più sopra, allorquando dissi che su quel fondo, alle
nicchie e alle statue sarebbero stati forse da preferirsi i bassorilievi, imperocché l'occhio in tal
modo avrebbe avuto un campo, se non più organico, almeno più quieto e più saldo.

Quello però che non arrivo a capire è come mai per rialzare la cuspide mediana non s'abbia
fatto ricorso a quel temperamento ch'era il più naturale di tutti, e che veniva in qualche modo
suggerito dal disegno stesso del Maitani. Non arrivo cioè a capire come mai, invece di ricor-

1 Op. cit., a p. 38.

Archivio storico dell' Art» - Anno IV, Fase. V.

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