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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. V
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Beltrami, Luca: Le statue funerarie di Lodovico il Moro e di Beatrice d'Este alla certosa di Pavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0392

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LUCA BELTRAME

enumerando le varie opere di cui affidava la sollecita esecuzione al marchesino Stanga, ordinava
« de vedere sei Gobbo, ulfyja-la-Sepoltura, potesse tato, par te do l'altare, in l'anno presente, per il
<|iiale s'intenda se tutti li marmori li sono, et se ne mancasse parte se mandino a torre di pre-
sente a A enezia o Carrara ».

« Item perchè la Sepoltura sia finita tutta in un tèmpo, se soliciti el Gobbo a trovare
el Coperchio et ad attendere a tutte le altre cose li vano, in modo che quando sara finito el
nauello (avello) sia fornito el rèsto della sepoltura ».

Pare che la provvista dei marmi a Venezia non si potesse fare con quella sollecitudine
che era desiderata dal duca, giacche vediamo Cristoforo Solari ricevere-dai frati della Certosa di

Pavia il marmo, che gli occorreva, ' come risulta dal seguente interessante documento:

\

« Die decimatertia septembris.

« Io Xpforo da Sollaro- dicto el Gobbo,, ducale scultore, confésso bavere havuto da li vene-
rabili frati de la Certosa de Pavia pezi undici de marmore da Carrara de la mesura infrascripta,

' *

in summa centinaia centoquarantadue libre 20 al peso de Pavia da oncie 28 la libra, la quale
ma consegnato a casa sopra carra sette e de ordinatione del nostro 111.™10 S. per uso de la se_
poltura ma ordinato la S. sua se faza ad S. Maria da le Gratie a Milano ».

Non meno interessante è questa chiusa del documento che prova come non ancora l'artista
avesse imparato a scrivere : « In fede non sapendo lui scrivere ad richiesta son io Francesco
Coyso me sono scripto et sottoscripto de mano mia».2

Riguardo alla forma é all'importanza del monumento funerario non ci giunse alcuna notizia
positiva: il Yasari ci dice solo che il sarcofago era stato disegnato da G. Giacomo della Porta,
e il Corio riferisce che il lavoro cost^ più di 15,000 scudi d'oro. Di fronte a tale incertezza di date,
riesce di qualche interesse la breve menzione del monumento, fatta da Pasquier Lemoyne nel
diario ch'egli scrisse seguendo, come portier ordinaìre di Francesco I, l'esercito francese nella
spedizione d'Italia del 1515; in questo diario, stampato a Parigi nel 1525, e divenuto ormai
rarissimo non essendo note che tre copie, una a Londra e due a Parigi nella Biblioteca nazionale,
il Pasquier, dopo aver giudicato « l'église Saincte Marie de grace couuent des frères prescheurs
de sainct dominique la plus belle et singuliere eglise de toutes les autres eglise de Miliari »?

nota fra le varie « singularitez la sepulture de Beatrix femme du more est esleué en hault bien

- »

richement et dessoulez pres terre notre seigneur en tombeau ». 3

Da questo breve cenno si può arguire come il monumento sia stato effettivamente eretto
ed ultimato prima della fuga di Lodovico il Moro da Milano, contrariamente all'opinione gene-
ralmente accolta che l'invasione francese abbia sospeso l'erezione del monumento.4 Rimane quindi
accertato che il lavoro del Solari venne compiuto negli anni 1497-1499.

1 In altre occasioni, i frati della Certosa di Pavia

fornirono marmo di Carrara pei lavori del duca così

in un indice di scritture dal 1494 al 1499 appartenenti
alla Certosa di Pavia rinvenuto negli Archivi di Stato
di Milano, si trova come, per ordine del duca, il mona-
stero della Certosa consegnasse a mastro Bramante al-
cuni pezzi di marmo di Carrara per fare gli stemmi sulla
porta del castello di Milano, la quale consegna venne
effettuata nel 1499. (Vedi Castello di Milano sotto il do-
mìnio degli Sforza, pp. 196-217). Si può spiegare questo
ricordando come, specialmente nell'ultimo decennio del
secolo xv, avessero un grande sviluppo i lavori della
facciata della Certosa, di modo che il cantiere dei la-
vori dovova essere sempre fornito di una notevole quan-
tità di marmo carrarese.

- E a notarsi che nel 1517 Cristoforo Solari ebbe a
prender parte ai lavori pel tracciamento del canale na-
vigabile dall'Edda a Milano, e nel libro pubblicato da

Carlo Pagnani in Milano l'anno 1520 col titolo : Decre-
ta)}) super flamine Abduce recìdendo nauigabiti Mediolamim
usque, etc., si trova così menzionato: « Magister Cìiri-
stophorus Sol «trias, Gobbus nuvcupatus, par iter ex inge-
nieriis prcefatce Comunitatis». A quell'epoca il Solari
aveva appreso a scrivere giacche nella relazione della
Commissione civica sui lavori del canale si legge: « Ego
Christophorus Solarius omnibus supradictis interfui et
me sabscripsi ».

3 Vedi Notizie sconosciute sulle città di Paria e Mi-
lano al principio del secolo XVI, in Archivio Storico
Lombardo, anno XVII, fase. II, 1890.

4 Tre anni or sono, sgombrandosi i porticati del pic-
colo chiostro attiguo alla chiesa, si rinvenne una tavo-
letta in marmo nero, riquadrata, colle parole incise:
 
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