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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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NUOVI D

rumente a rimpiangere ohe tanto poco ne resti di lui.
Anche ultimamente il Thode, ne\Y Archivio storico del-
l'Arte, anno III, fase. 9-10, richiamò l'attenzione sulle
importanti pitture di quell'artista trasportate dal Casino
di Sopra presso Novellara a Wiesbaden, dove sono in
proprietà della signora Gerard che le riteneva per cose
eorreggesche.

La nascita di quest'artista si fa rimontare al 1511
a Novellara. La prima volta che si ha notizia dei suoi
lavori è nel 1544, nel qual anno dipinge a chiaroscuro
nella torre dell'orologio della piazza maggiore di Reg-
gio. Su questo lavoro nell'Archivio generale provinciale
di Reggio abbondano particolari, che non riporto, trat-
tandosi di pitture sulle quali non occorre alcun dubbio.

Da un Compendio di spese fatto dalla Comunità di
Reggio 1 nell'anno 1536 in occasione della venuta in
questa città di Ercole II, rilevo che in detto anno 1' Orsi
dipinse col Patarazzo e con altri certi archi di trionfo
eretti in onore del principe. Questo dunque è il primo
lavoro finora noto del nostro pittore.

Il Pungileoni nelle sue Memorie sul Correggio dopo
ricordate le pitture della torre eseguite da Lelio, ci rac-
conta che nel 1546 questi abbandonò Reggio per evi-
tare molestie. Altri invece ci parlano di un vero esiglio
inflittogli dalla Comunità, ma di cui non seppero pre-
cisare l1 epoca e che fu persino messo in dubbio da
qualcuno. Tal dubbio vien tolto da una lettera dello
stesso Lelio che colle tre altre che riporto conservasi
nell'Archivio generale provinciale di Reggio (Archivio
della Pia Casa della Trinità. Scritture relative a diverse

famiglie, 1504-1620).

\

E il pittore che scrive al cugino Francesco Orsi di
Reggio, mercante di stoffe con negozio nella piazza
maggiore (come, rilevasi da parecchie lettere di que-
st'ultimo), al quale non nasconde la sua gioia perchè
si sia posto fine al suo esiglio.

« Cugin mio carissimo,

« Io ho uisto quanto me scriuete circha alla bona
noua et Dio sia laudato che ha tocho li cuori et li ha
disposti a perdonare la inocentia mia et cosi dio faccia
che conseguischa la grafia acciò che io poscia ritornare
a riuedere la patria, perho occorendo aragionare cum
m.r Batista Uezani o come altri siate mio solicitatore
di fare cha io poscia uenir a Reggio, de laudata del
signor conte Francesco de la excelentia del duca non
ue ne so dire nouella ne tampocho credo che lui li
uagha pure, se io sarò cosa alcuna ue ne faro auisato
sei sera posibille e intratanto se io poscio cosa alcuna
ualetiue di me et amatime et conseruatiui sano adio di
niuolara alli 18 de octobre del 52.

« Alli seruitii uostri
« Lelio deli Orsi cugino
et frate.

« Darete le incluse a chi le uane ».

1 Archivio generale provinciale di Reggio. E. Tesoreria del Co-
mune - mandati, liste e spese 1536.

AUMENTI B7i

Fuori :

« Al mio Carissimo cugino et fratello m.r Zan Fran-
cesco de li orsi in Regio ».

E l'anno prima, dal luogo d'esiglio, aveva scritto
allo stesso cugino :

« Cugino mio carissimo,

« lo ui priegho se ui atrouate in botegha niuna be-
reta che sia bella e bona che uoi me la mandate et
sapete già acomodo io la uoglie ricordatiui che io ho
gran testa. Fate che la fraga più presto il grandoto
che il picollo. de li dinari non ve li mando al presento
per non me li trouar ma io ne ho da pigliar nesochè
pochi subito che li ho presi io faro quello che uolle il
debbito et cercaro de mandaruelli al più presto che sia
possibile e di grafia seruetimi bene non mi occorendo
altro io sum nostro et tutti se ricomandiami a uoi et
conseruatiui sano a dio di niuolara alli 10 del decem-
bre del 51.

« Uostro cugino carissimo
« Lelio de li Orsi ».

Fuori :

« A M.1' Zan Francesco de li Orsi

« Cugino mio Carissimo in reggio ».

Da Novellara l'artista spedì per mezzo del cugino
dei disegni a una Madonna Lucia, come si rileva da
quest'altra lettera :

« Cugino mio quanto fratello,

« Mando li disegni a madona Lucia se io la haro
seruita lo haro a caro et non li ho potuto mandar più
presto per non hauere messi che li porta perho farete
mia scuza de grafia date recapite alle lettere che io
ui mando cum questa non altro io sum alli seruitij uo-
stri di niuolara alli 26 de marce del 52.

« Uostro Carissimo Cugino
« Lelio Orso ».

Fuori :

« Al mio Carissimo Cugino
m.r Zan Francesco de li orsi
in Regio ».

Due anni dopo l'Orsi era a Roma come notò il ca-
valiere G. B. Venturi (nelle Notizie di artisti reggiani),
rilevandolo da una lettera di Pompeo Bubio servitore
del conte Alfonso Gonzaga al conte Francesco a Novel-
lara. E vi si trovava pure l'anno dopo come notò lo
stesso Venturi, desumendolo da una lettera della contessa
Costanza da Correggio vedova di Alessandro Gonzaga
in data 13 settembre 1555.

Nel 1562, secondo il Pungileoni, Lelio era di nuovo
nella sua terra natia, in cui dimorò certo qualche tempo,
poiché fu in quest'epoca che esso e suo figlio Fabrizio
curarono le pitture in parecchie facciate di case di No-
vellara.

L'anno dopo lo troviamo a Bagnolo e data di là la
 
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