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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. V
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0408

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RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

L'ARTE CRISTIANA ANTICA

E LA SCIENZA MODERNA.

D.r Josef Strzygowski — Das Etschmiadzin-Evangeliar :

Beitràge zur Creschichte der armenisehen, ravennati-

schen und syro-àgyptischen Kunst. — Wien, 1891.

E passato il tempo in cui i monumenti dell'arte cri-
stiana antica non erano considerati che come antichità
religiose oppure come curiosità e rarità; ed è andata
continuamente aumentando la tendenza a esaminarli dal
punto di vista della storia dell'arte, considerando con
zelo sempre crescente lo sviluppo dell'arte secondo l'in-
venzione del soggetto e secondo l'esecuzione e lo stile.

A cominciare dal d'Agincourt, troviamo una schiera
di eminenti scrittori d'arte, quali il Labarte, il Bayet,
il Muntz, l'Unger, lo Schnaase, il Dobbert, lo Springer
teste defunto, il Kondakoff e molti altri più giovani, che
si sono proposti di risalire con questi criteri fino al prin-
cipio della via percorsa dall'arte cristiana.

L'importanza scientifica di quest'impresa è già per
se stessa abbastanza chiara. Però essa è congiunta a
così grandi difficoltà, che la ricerca è ancor ben lontana
dal dare un'esatta idea dell'antica arte cristiana, sia
pure ne' suoi tratti principali. La scarsità dei monumenti
non ne è che piccola causa. E bensì vero che delle sta-
tue, delle grandiose decorazioni in mosaico e degli altri
ornamenti delle chiese e dei palazzi, di cui parlano gli
scrittori di quell'epoca, non ci è rimasto che poco ; ma
d'altra parte le pitture delle catacombe di Roma, i sar-
cofagi italici e della Gallia, i mosaici ancora conservati
segnatamente in Roma ed in Ravenna e i prodotti delle
arti minori dell'antica epoca cristiana quali le medaglie, i
vetri con figure in oro, i rilievi in avorio, le miniature, ecc.,
sparse per le chiese e per le collezioni d'Europa, formano
un tesoro di monumenti che almeno per certi rispetti è suf-
ficiente a gettar luce sull'origine e sullo sviluppo del-
1 arte cristiana prima del medio evo propriamente detto.
Però una parte di questo ricco materiale scientifico è
rimasta poco utile per la vera storia dell'arte, e ciò per

la mancanza di segni che determinassero con sicurezza
il luogo e il tempo in cui quei lavori furono eseguiti.
Ciò si verifica specialmente nei rilievi in avorio, ed è
una cosa tanto più deplorevole, inquantochè appunto
questi ci forniscono le più nobili prove del gusto e della
capacità artistica di allora: basti accennare alla così detta
Lipsanoteca di Brescia 1 e alla bella figura d'angelo con-
servata nel British Museum. 2 Nei lavori di quest'epoca
non si trovano che eccezionalmente la data ed il nome
dell'artista, come per esempio nel manoscritto siriaco di
Rabula nella Laurenziana a Firenze. Ma del resto ci
manca disgraziatamente troppo spesso ogni punto d'ap-
poggio per classarli alla stregua indicata. I dittici con-
solari, che spesso hanno appunto il vantaggio della de-
terminazione precisa del luogo e. del tempo, sono, a
quanto sembra, molto poco adatti a servire da punto di
partenza per una tale classificazione. Perciò nella mag-
gior parte dei casi ci si è dovuti contentare, giudicando
dalla lingua e dalle particolarità paleografiche del testo
(nei manoscritti) o delle iscrizioni che non di rado vi
si trovano, oppure confrontando i lavori per rispetto allo
stile, di determinare approssimativamente il secolo in
cui furono eseguiti e di dividere il materiale dei monu-
menti in lavori romani occidentali e in lavori bizantini.
Oltre ai dittici consolari, dei quali, come abbiamo detto,
si può determinare il tempo e il luogo d'esecuzione, non
ci sono che alcuni monumenti di origine indubbiamente
romana o ravennate, i quali formano per così dire delle
piccole oasi in questo inestricabile arruffio. Senonchè
anche qui accade molto spesso al ricercatore, ad esem-
pio coi sarcofagi, di rimanere in dubbio intorno alla
serie cronologica.

Su questo campo così aperto alle ipotesi, anche i più
seri ricercatori dovettero lasciarsi guidare più dal loro
proprio sentimento dello stile che da caratteri esteriori;
e quanto lontane sieno in ciò le opinioni si può vedere

1 Riprodotta nel Garrucci, Storia dell'arte cristiana, voi. VI, ta-
vole 441-445.

2 Garrucci, op. cit., tav. 457.
 
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