RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI
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ad osse come loro vera e propria missione quella di far
durare nel medio evo l'esercizio dell'arte classica, asse-
rendo che', fra tutte le città dell'alta Italia, quella che
nel sesto secolo esercitò la più grande influenza sull'in-
taglio in avorio fu Ravenna. Con maggior prudenza
invece fu trattata questa importante questione della pro-
venienza degli avori da M. Schmid nel suo studio ico-
nografico intorno alla rappresentazione della Nascita di
Cristo nelle arti figurative. 1 I rilievi di Werden e le
vennate. In aggiunta al Ficker egli cita una intera serie
di lavori in avorio oltre alla cattedra e alle due coper-
tine di Parigi e di Etschmiadzin, cioè: il foglio in cin-
que parti proveniente da San Michele a Murano, ora nel
Museo di Ravenna ; 1 una tavola poco nota nell' Europa
occidentale con l'Annunciazione di Maria e la prova
della sua verginità, esistente nella collezione Uwaroff; 2
la notevole tavola della Bodleyana di Oxford s con la
rappresentazione del Cristo che calpesta i quattro mostri
aggi
fin i i.ii iiiiiiiiw»" « ni imir»» k .mm»
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2
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COPERTURA IN AVORIO DELL'EVANGELIARIO DI ETSCIIMIADZIN.
grandi tavole di Milano sono da lui ascritte, ma solo
dubitativamente, alla scuola milanese, e nei rilievi della
cattedra di Massimiano egli vede almeno una forte ana-
logia con modelli bizantini.
Più arditamente si accinge ora all'impresa lo Strzy-
gowski. Egli considera come epoca del fiore della scuola
milanese d'intaglio in avorio quella del grande Teo-
dosio, che aveva scelto Milano per sua residenza, ed
ascrive a questa scuola ed a questo tempo le due gi'andi
tavole nel tesoro del Duomo ed i rilievi di Werden.
Dopo il quinto secolo, trasportata la capitale a Ravenna,
Milano si ritira in ultima linea e l'arte milanese vegeta
servendo soltanto la Chiesa. Esempi di questa decadenza
sono, secondo l'A., le tavole del Vaticano e quelle del South
Kensington Museum, che fra di loro sono in istretta affinità.
Più risolutamente ancora l'A. tratta della scuola ra-
1 M. Schmid, Die Darstellung der Qeìmrt divisti in der bildenden
Kunet, 1890.
del salterio, incorniciata da piccole scene della sua vita ;
i rilievi della collezione Micheli;4 il dittico liturgico
del Lussemburgo ; 5 parecchie pissidi, come quella con la
storia di Giona proveniente dal Sant'Ambrogio di Milano,
ora nell'Eremitaggio a Pietroburgo;6 le tre nominate
dal Ficker, cioè quella già esistente nella collezione Hahn
ed ora pure nell' Eremitaggio,7 quella di Cluny8 e quella
1 Garruccì, tav. 456.
2 La collezione trovasi nella villa della contessa Uwaroff presso
Mosca; della tavola, resa nota dal defunto conte negli Atti della So-
cietà archeologica di Mosca (1865), lo Strzygwoski ci ha dato una
riproduzione.
3 Riprod. in Westwood, op. cit., p. 55.
4 Garruccì, tav. 448.
5 Ibid., tav. 452, nn. 1 e 2.
6 Ibid., tav. 437, 2. Vedi il Catalogo illustrato recentemente pub-
blicato dal Kondakoff, p. 153.
7 Garruccì, tav. 438, 5. Vedi anche F. Hahn, Ft'hif Elfenbein-Ge*
funse des friihesten Mittelalters, 1862, con fig.
8 Garruccì, tav. 438, 4.
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ad osse come loro vera e propria missione quella di far
durare nel medio evo l'esercizio dell'arte classica, asse-
rendo che', fra tutte le città dell'alta Italia, quella che
nel sesto secolo esercitò la più grande influenza sull'in-
taglio in avorio fu Ravenna. Con maggior prudenza
invece fu trattata questa importante questione della pro-
venienza degli avori da M. Schmid nel suo studio ico-
nografico intorno alla rappresentazione della Nascita di
Cristo nelle arti figurative. 1 I rilievi di Werden e le
vennate. In aggiunta al Ficker egli cita una intera serie
di lavori in avorio oltre alla cattedra e alle due coper-
tine di Parigi e di Etschmiadzin, cioè: il foglio in cin-
que parti proveniente da San Michele a Murano, ora nel
Museo di Ravenna ; 1 una tavola poco nota nell' Europa
occidentale con l'Annunciazione di Maria e la prova
della sua verginità, esistente nella collezione Uwaroff; 2
la notevole tavola della Bodleyana di Oxford s con la
rappresentazione del Cristo che calpesta i quattro mostri
aggi
fin i i.ii iiiiiiiiw»" « ni imir»» k .mm»
yt' ■
W: '
2
mtmmm
i——
COPERTURA IN AVORIO DELL'EVANGELIARIO DI ETSCIIMIADZIN.
grandi tavole di Milano sono da lui ascritte, ma solo
dubitativamente, alla scuola milanese, e nei rilievi della
cattedra di Massimiano egli vede almeno una forte ana-
logia con modelli bizantini.
Più arditamente si accinge ora all'impresa lo Strzy-
gowski. Egli considera come epoca del fiore della scuola
milanese d'intaglio in avorio quella del grande Teo-
dosio, che aveva scelto Milano per sua residenza, ed
ascrive a questa scuola ed a questo tempo le due gi'andi
tavole nel tesoro del Duomo ed i rilievi di Werden.
Dopo il quinto secolo, trasportata la capitale a Ravenna,
Milano si ritira in ultima linea e l'arte milanese vegeta
servendo soltanto la Chiesa. Esempi di questa decadenza
sono, secondo l'A., le tavole del Vaticano e quelle del South
Kensington Museum, che fra di loro sono in istretta affinità.
Più risolutamente ancora l'A. tratta della scuola ra-
1 M. Schmid, Die Darstellung der Qeìmrt divisti in der bildenden
Kunet, 1890.
del salterio, incorniciata da piccole scene della sua vita ;
i rilievi della collezione Micheli;4 il dittico liturgico
del Lussemburgo ; 5 parecchie pissidi, come quella con la
storia di Giona proveniente dal Sant'Ambrogio di Milano,
ora nell'Eremitaggio a Pietroburgo;6 le tre nominate
dal Ficker, cioè quella già esistente nella collezione Hahn
ed ora pure nell' Eremitaggio,7 quella di Cluny8 e quella
1 Garruccì, tav. 456.
2 La collezione trovasi nella villa della contessa Uwaroff presso
Mosca; della tavola, resa nota dal defunto conte negli Atti della So-
cietà archeologica di Mosca (1865), lo Strzygwoski ci ha dato una
riproduzione.
3 Riprod. in Westwood, op. cit., p. 55.
4 Garruccì, tav. 448.
5 Ibid., tav. 452, nn. 1 e 2.
6 Ibid., tav. 437, 2. Vedi il Catalogo illustrato recentemente pub-
blicato dal Kondakoff, p. 153.
7 Garruccì, tav. 438, 5. Vedi anche F. Hahn, Ft'hif Elfenbein-Ge*
funse des friihesten Mittelalters, 1862, con fig.
8 Garruccì, tav. 438, 4.