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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Questioni d'arte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0421

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QUESTIONI D'ARTE

e questioni per la tutela dell'arte italiana si fanno di
giorno in giorno più animate. Da una parte si tien conto
dei diritti di proprietà privata e dall'altra si guarda agli
interessi dell'arte e della nazione. Noi ci studieremo di
esaminare le questioni equanimemente, di riassumere i
criteri che sono stati esposti nei periodici italiani e di
discuterli.

Ferdinando Martini, in un articolo del Corriere di Na-
poli (n. 225 e 226, 18 e 19 agosto 1891), intitolato « Una
delle due », espresse opinioni contraddittorie, che trovarono
tuttavia eco ed approvazioni. « 0 comprate, o lasciate ven-
dere » : questo fu il dilemma svolto dallo scrittore ; il
quale chiese in conseguenza l'abolizione dei vincoli imposti
dalle vecchie leggi ai principi romani ; la libertà di espor-
tazione, salvo il diritto di prelazione per parte del Governo; la libertà di vendere oggetti
d'arte ad enti morali, se astretti da necessità. Ad un tempo Ferdinando Martini chiamava ver-
gognosa per lo Stato la vendita di un affresco dell'Angelico o del Botticelli, staccato dalle pareti
e venduto alla galleria del Louvre o ai nascenti Musei americani ; ed esprimeva la necessità
di spendere per compiere le nostre Gallerie, per acquistare un anello qualsiasi, che manchi nella
catena dell'arte alle nostre collezioni, un qualsiasi documento della sua storia.

Ma come fare? L'on. Ferdinando Martini non lo disse, e forse non lo poteva dire, per non
aver posto mente ai bisogni delle nostre istituzioni e alle condizioni del nostro patrimonio arti-
stico. Noi abbiamo, egli disse, le prime Gallerie del mondo, e non è vero, perchè una Galleria
non è un semplice deposito di opere preziose, ma un'istituzione fatta allo scopo di educare il
gusto del pubblico e di conservare nel miglior modo i documenti della storia dell'arte nostra.
Le Gallerie dovrebbero essere come organismi viventi, seguire le tendenze degli studi, trarre
prò d'ogni ricerca e d'ogni scoperta, riflettere nel modo più completo lo sviluppo della storia
artistica. Le nostre Gallerie sono organismi poco vitali invece, perchè, ereditate da principi in
gran parte, rappresentano forme storiche più che forme moderne. Non abbiamo da contrapporre
alle Gallerie di Berlino, di Londra e di Parigi nessuna delle nostre in fatto di organizzazione,
di classificazione e di conservazione. Abbiamo molte raccolte governative, provinciali e comunali,
ma quasi tutte mancanti di locali, di ordinamento, di cataloghi scientifici, di una provvida tutela.

L'Italia ha guardato sempre alle arti maggiori, e non si è curata delle altre dette minori,
che pure furono, nei tempi più felici, trattate dagli stessi maggiori artisti, e che oggi attraggono
l'attenzione del mondo. In fatto d'arti maggiori, si giunse sino a lasciare, come opera di poco

Archivio storico dell'Arte - Anno V, Fase. VI.

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