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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Bode, Wilhelm von: Lo scultore Bartolomeo Bellano da Padova
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0432

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WILHELM BOBE

fatto molto importante per la vita del Bellano: dal testamento dell'artista, con la data del 1479,
pubblicato dall'Urbani de Ghelthof, si apprende che il Bellano fu mandato dal Senato di Yenezia
con Gentile Bellini a Costantinopoli per dare al sultano dei saggi della sua abilità artistica.

Oltre a questi lavori accertati dai documenti, c'è ancora un'opera firmata dal maestro, cioè
un rilievo in marmo rappresentante la Madonna col Bambino adorata da due angeli, in possesso
d'un privato in Italia. 11 rilievo, del quale esiste nel Museo di Berlino un'antica copia in terra-
cotta, ha la segnatura: 1461 . OPYS . BARTOLOMEYS . BELANI. Inoltre il Bellano è celebrato
già dai suoi contemporanei come eccellente nei lavori piccoli, segnatamente in lavoretti in bronzo;
ma solo il Vasari nomina espressamente alcune medaglie da lui eseguite, fra le quali si conosce
ancor oggi quella del giurista Antonio Roselli.

Il numero e le varietà di questi lavori, come pure il lungo spazio di tempo in cui furono
eseguiti, ci porgono un fondamento sufficiente per riconoscere le particolarità caratteristiche del-
l'artista, per farci una chiara idea del suo sviluppo e per potere anche ascrivergli con maggiore
o minor sicurezza altri lavori non accertati da documenti.

Le più antiche opere autentiche del Bellano che ci sieno conservate sono eseguite in marmo;
esse sono: la Madonna col Bambino e cogli angeli, che porta la sua firma e la data 1461, e la
parete marmorea della sacristia del Santo. Ambedue rivelano nel modo più chiaro lo scolaro di
Donatello. 11 rilievo con la Madonna, che pochi anni fa si trovava presso un mercante e di
cui si conserva una copia in terracotta nel Museo di Berlino, non si riporta direttamente ad
un modello determinato e noto di Donatello; ma esistono di questo artista composizioni del tutto
simili, che ispirarono il rilievo del Bellano, come pure esercitarono un'influenza sulle compo-
sizioni di altri scolari e pittori di Firenze e di Padova. Oltre alla composizione, accennano
anche ai lavori di Donatello in Padova gli abiti grossi con le loro pieghe parallele, forti e mosse,
il panno che copre la testa della Madonna e la sua disposizione, infine il modo di lavorare il
marmo, preso da quello di lavorare la terracotta. Il tenersi strettamente al maestro, il modo
gretto con cui una sua grande concezione è convertita in una volgare scena domestica, le figure
poco espressive e pressoché goffe, l'esecuzione dura, la tecnica di un materiale applicata ad un
altro, rivelano un artista poco originale e che ha del mestierante.

La stessa dipendenza da Donatello si mostra nell'altro grande lavoro, cioè nella cornice
marmorea dei reliquiari della sacrestia del Santo. Questi reliquiari, con le intarsiature di Lorenzo
Canozzi, si trovano sulla parete di fronte alle finestre e sono incorniciati e separati l'un dal-
l'altro da pilastri di marmo con ornati, alle cui basi stanno scolpiti in altorilievo dei putti che
suonano e cantano, mentre innanzi ai pilastri vedonsi le statue di san Ludovico e di san Bernardino.
La grande lunetta piana sopra il cornicione che rinchiude i reliquari dalla parte di sopra, è
riempita da un colossale rilievo rappresentante il miracolo di sant'Antonio coll'asino. Ai fianchi
del rilievo stanno sul cornicione le statue di sant'Antonio e di san Francesco, e il tutto è com-
pletato da una tenda di marmo colorato che due angeli hanno aperta tirandone ciascuno la metà
dalla sua parte. La costruzione richiama alla memoria modelli degli ultimi tempi dell'arte gotica
e non mostra alcuna finezza di sentimento per l'architettura e per le proporzioni. Le statue,
fuorché le due dinanzi ai pilastri, sono nel loro atteggiamento goffe e pesanti, tanto che la stessa
amministrazione dell'Arca ha dovuto notare che le figure non erano di quella perfezione quale
poteva desiderarsi.1 L'artista non lavora meglio se non quelle parti in cui ha innanzi a sè il
modello di Donatello, come gli angeli che suonano e il grande rilievo della lunetta, onde io credo
che questi siano di mano del maestro, quelle eseguite da' suoi assistenti. I quattro angeli al basso
sono figure forti e fresche, e, scolpite ad altorilievo, sono sentite più indipendentemente che il
miracolo del Santo, il quale, lavorato in bassorilievo, risente in tutto l'influenza di Donatello.

1 Cfr. il Liber computi di Antonio De Roberti, am- e goffe, cogli occhi troppo piccoli, son certo di mano
ministratore dell'Arca, anno 1472, carta 48 v. Si pos- de1 suoi aiuti. Notisi poi, che ai due angeli ai fianchi
sono credere eseguite del tutto dal Bellano lo due statue della volta, i quali sostengono la tenda, il maestro do-
pili basse, cioè i santi Ludovico e Bernardino, di cui vette segare i piedi con parte delle gambe perche potes-
diamo le riproduzioni ; ma quelle in alto, troppo tozze sero adattarsi al posto a cui eran destinati !
 
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