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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Bode, Wilhelm von: Lo scultore Bartolomeo Bellano da Padova
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0438

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WILHELM BODE

in cui non si distingue il genere della stoffa. Insomma, nel Bellano è impresso spiccatamente e
con speciale durezza il carattere della scuola padovana quale si andò formando sotto l'influenza
di Donatello, e più tardi sotto la scorta della pittura.

Dopo esserci fatti in tal modo una idea esatta della maniera artistica propria del Bellano,
passiamo alla ricerca di sculture che, per la loro affinità con le sue opere autentiche, si possano
ascrivere con verisimiglianza allo stesso artista. E cominciamo da Padova che, per essere stata
la sua patria e il luogo dove si svolse la sua attività artistica per più di mezzo secolo, offre le
maggiori promesse alle nostre indagini.

Esiste in Padova un secondo monumento sepolcrale in bronzo della fine del Quattrocento,
che già dal Brandolesi 1 fu detto opera del Bellano, cioè il monumento De Castro nei Servi.
Secondo l'iscrizione che vi si trova, esso fu pósto nel 1492 da Niccolò De Castro a suo padre Angelo
ed al suo avolo Paolo. Anche questo monumento è scolpito su una tavola e composto come fosse
un quadro, anzi in forma di trittico. Nel mezzo si vede Maria che tiene accoccolato innanzi a se
il Bambino nudo; intorno una gloria di cherubini, ad ambedue i lati le armi della famiglia, e
sotto a ciascuna un angelo che vola giù con una corona d'alloro per coronare i due maestri di
diritto rappresentati nella predella, mentre un altro angelo, che sta nel mezzo sotto la Madonna,
porge loro dei libri. L'insieme del lavoro è altrettanto poco plastico quanto infelice; estremamente
manchevole è la composizione e il volare degli angeli sembra un cadere a precipizio. Però il
gruppo della Madonna circondata dai cherubini è veramente pieno di vita, ed anzi d'una certa gran-
diosità nella concezione; così pure le mezze figure dei due professori padovani, in grandezza
naturale, hanno un'impronta individuale e sono ben eseguite. Caratteristica del Bellano sono le
pieghe fìtte, le teste dure e la disposizione pittorica dell'insieme; e che egli ne sia l'autore,
mi sembra non si possa dubitare. Il nostro Museo di Berlino possiede un modello della figura
principale, la Madonna col Bambino, in terracotta, che mostra la maniera particolare del Bellano
ancor più fortemente che la tavola di bronzo scolpita su questo modello.

Un altro monumento sepolcrale di grandi dimensioni, lavorato in marmo, quello cioè di An-
tonio Boselli nel Santo, fu per la prima volta indicato dal Gonzati come lavoro da attribuirsi al
Bellano. Quell'Aretino che aveva avuto una parte importante come segretario di Stato di diversi
papi, e che già vecchio aveva insegnato diritto nell'università di Padova, mori nel 1466. Già men-
tr'egli viveva, il Bellano, come c'informa il Yasari, lo aveva ritratto in una medaglia; laonde,
anche a proposito della tomba di lui, si è inclinati a pensare allo stesso artista. Veramente, a
prima vista, sembra che non si debba pensare nè ad uno scolaro di Donatello, nò in generale ad
un padovano : la costruzione è copiata, spesso fin ne' minuti particolari, nel monumento Marzuppini
di Desiderio. Senonchè, un fiorentino non avrebbe copiato così servilmente e, sopratutto, così disa-
dattamente ; dove poi 1' artista si scosta dal modello, è veramente infelice. Egli non si contenta
del modo con cui il monumento finisce addossato alla parete, ma vi aggiunge una seconda cornice
esterna di pilastri scanalati e per di più un cornicione ad orli lisci e nell' interno di questo un
mucchio pesante di frutta in cui prende a modello Michelozzo. Al magnifico sarcofago di Desi-
derio egli sostituisce un nudo basamento e vi ammucchia sotto dei libri; e nella lunetta toglie il
bel tondo colla Madonna e vi sostituisce un bassorilievo con la Madonna in mezzo a santa Bar-
bara e a santa Caterina, le quali sono infelicemente tagliate più su delle ginocchia, sicché sembrano
quasi diguazzanti nell' acqua.

In queste figure, nei loro tipi, nel panneggiamento delle loro vesti si rivela l'artista pado-
vano. Le vesti strette, quasi appiccicate, sotto le quali nelle due sante si vede distintamente il
corpo ignudo, i capelli arruffati, il panno che copre il capo di Maria sono veramente padovani
e si avvicinano segnatamente al Bellano; e più ancora la figura sepolcrale, una figura piena di
carattere e di energia, nella quale accennano manifestamente al Bellano i partiti di pieghe e il
modo in cui sono eseguite le mani. I due giovani che portano le armi furono poi ripetuti dal-
l' artista parecchi decenni più tardi nel monumento del Poccabonella.

1 Bkandolesi, Pitture, sculture, architetture di Padova, 1795.
 
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