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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Bode, Wilhelm von: Lo scultore Bartolomeo Bellano da Padova
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0448

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416

battendo così il giudizio di Pomponio Graurico che chiama il Bellano un artefice inetto.1 Ma anche
nei suoi migliori lavori rimane indietro di molto al suo maestro. Le composizioni quali quelle
delle cantorie, quali il Cristo innanzi a Caifas e a Pilato, il Cristo sul colle degli ulivi, e perfino
la Crocifissione, 2 sono cosi grandi e potenti, per quanto imperfetta ne sia la esecuzione, che la
loro invenzione non può assolutamente essere del Bellano o di altro scolaro di Donatello. Solo dalla
fantasia del grande maestro potevano sorgere tali composizioni ; è sua l'idea di tutte le composizioni
delle cantorie, e perfino quella dei putti del fregio. Se la grandezza delle sue concezioni ebbe a soffrire,
neir atto dell' esecuzione per parte de' suoi scolari, e in questi rilievi ciò avviene in parte ancora
più che in quelli di Padova, certamente ne è causa principale il fatto che, crescendo l'indebo-
limento della vecchiaia, egli non poteva più vegliare abbastanza all' esecuzione nò fornire egli
stesso la maggior parte dei modelli; e si noti inoltre che Donatello morì prima che questi rilievi
fossero terminati.3 I suoi schizzi, per quanto pieni di sentimento, erano tuttavia così rapidi e
fuggevoli, che l'artista incaricato di eseguire il lavoro era costretto ad aggiungervi una buona
parte della sua propria maniera. Ciò è dimostrato da un modello che, sebbene non destinato per
le cantorie, tuttavia fu fatto in quel tempo ed è con esse in strettissima relazione tanto nella
disposizione quanto nei motivi; è un rilievo in terra cotta informa d'altare con due rappresen-
tazioni : la Flagellazione e la Crocifissione, nel South Kensington Museum. A prima vista sembra
d'aver innanzi il modello del Cristo innanzi a Caifas ed a Pilato delle cantorie ; tale è l'affinità
della disposizione. Affatto simili a questo schizzo erano senza dubbio anche quelli delle cantorie,
tanto il piccolo modello dell'insieme di esse, quanto gli schizzi delle singole parti. Come in quello
così in questi Donatello non solo abbozzò la composizione, ma schizzò anche il contorno archi-
tettonico, gli ornati e le decorazioni; e sono quindi pure di sua invenzione le rappresentazioni
dei putti, i domatori di cavalli e le figure innanzi ai pilastri. Ed invero esse superano di molto
le composizioni indipendenti de' suoi scolari in fantasia, vivacità e ponderatezza nella com-
posizione.

Questo modello esistente a Londra, l'unico che ci sia conservato di molte dozzine di simili
schizzi del maestro, 4 e che tuttavia finora rimane quasi inosservato, serve appunto a mostrarci
in qual modo Donatello preparasse ne' suoi ultimi anni il lavoro per i suoi scolari ed aiuti. Da
un attento esame di questo modello e da un confronto di esso coi lavori eseguiti dell' artista si
può ricavare la giusta misura per giudicare della parte che Donatello ebbe nell' esecuzione delle
sue ultime opere.

Agosto 1891.

1 Giudizio molto diverso da quello del Graurico era
dato da altri scrittori mentre l'artista viveva. Matteo
Collazio (Mattheus Collacius, 1486, Yenetiis, B. de No-
vara, in 4°; ristampato a Padova in 8° nel 1829), dopo aver
nominato con onore tra gli scultori Pietro Lombardo
« et patrio artificio surgentes fìlios », ed. Antonio Rizzo,
tutti chiarissimi statuari ed architetti, aggiunge « Pel-
lai! uni item patavum ».

2 Non posso veder la mano del Bellano nella rappre-
sentazione delle Marie al Sepolcro, che, a mio giudizio, si
avvicina più nell' esecuzione al Limbo ed alla Resurre-
zione. Invece l'Ascensione al cielo in parte richiama già

più alla mente Ja maniera del Bollano.

•5 Che il Bellano debba essere stato chiamato a com-

piere le cantorie solo molto tempo dopo la morte di Do-

W1L1IELM BUDE.

natello, come ritiene il Semrau, a me sembra molto inve-
rosimile. Certamente Donatello avviò egli stesso al lavoro
il suo scolaro, e il lavoro era in sostanza finito quando il
Bellano, subito dopo la morte di Donatello, fu chiamato
da Firenze a Perugia. Così si spiega anche nel miglior
modo il soggiorno prolungato del Bellano in Firenze,
mentre ancora viveva Donatello, soggiorno a cui accen-
nano i documenti di Perugia.

4 Uno schizzo di minore importanza, ed appartenente
esso pure agli ultimi anni dell' artista, è quello riprodotto
nello stucco piccolo e molto rovinato rappresentante la
Crocifissione, nel Museo di Berlino. Alcuni modelli in cera
sono nominati in certe lettere del marchese Lodovico Gon-
zaga, dell'anno 1450, che recentemente furono pubblicate
nell' Archivio storico lombardo (voi. XIII).
 
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