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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Ridolfi, Enrico: Di alcuni ritratti delle Gallerie Fiorentine
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0458

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42(5

K. RIDOLFI

Il Missióni, cui il Passavant si riferisce, volendo provare che Raffaello era ascritto all'Uni-
versità dei pittori in Roma, scriveva che da un antico foglio dell'archivio di detta Accademia
si ricava che esistevano in essa i ritratti di Cimabue, Giotto, Simone Menimi, Piero della Fran-
cesca, Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, e i due Bellini, e Bramante e Mantegna e il
divino Raffaello; ma questo fatto che non era di grande appoggio alla sua tesi, ed egli stesso
lo riconosceva, non prova poi in guisa veruna che quei ritratti fossero di propria mano dei pit-
tori medesimi; ed anzi è probabilissimo fossero stati dipinti da altri maestri posteriori, come per
fermo erano quelli di Cimabue e di Giotto.

Ma, o acquistato dal cardinale Leopoldo, o a lui ceduto dalla granduchessa Vittoria, certo
è che quel ritratto ornò durante la sua vita la raccolta dei pittori formata dal cardinale, il (piale
coltivando per suo diletto la pittura, compiacevasi poi grandemente nell' acquistare del continuo
cose d'arte; e le collezioni che più curava e stimava erano quelle dei piccoli ritrattini, dei di-
segni originali, e dei ritratti dei pittori eseguiti da loro stessi. 1

Nò il ritratto proveniente da Urbino era il solo di Raffaello nella collezione del cardinale.
Altro ne aveva egli acquistato nel 1675 da certo cav. Fontana, possessore e negoziante di quadri
in Venezia, col mezzo degli incaricati suoi Marco Boschini e Pietro Della Vecchia pittore, in-
sieme con altri due ritratti, con quelli cioè del Tintoretto e del Pourbus.

Ma il ritratto di Raffaello non era come gli altri due un dipinto a olio in tavola o in tela,
ma sulla carta e di pastello; cioè un disegno colorato, che gli incaricati anzidetti dicevano bel-
lissimo e senza prezzo.

Ciò viene attestato dalla nota dei quadri del cav. Fontana inviata al cardinale in cui è così
descritto: «Un quadro dove è dipinto il ritratto di Raffaello d'Urbino, fatto da lui medesimo,
di pastello, alto quarti 4 incirca e largo a proporzione, con cristallo davanti, et è nella figura
al vero » ;2 ed attestato dalle numerose lettere passate per tale acquisto fra il cardinale, il Bo-
schini e il Fontana, in tutte le quali si parla del ritratto di pastelli di Raffaello. Conferma poi
ciò con la maggiore evidenza la lettera del Boschini del 22 giugno 1675 al cardinale, con la
quale, dandogli avviso di aver fatto la spedizione della cassa con dentro li tre ritratti acquistati
dal cav. Fontana, gli dice di aver potuto includere nel prezzo di acquisto anche le cornici con
ch-ristalo, che ne pretendeva almeno dieci ducati; e perchè quello di Eafaele faceva bisogno d' inviarlo
con la cornice, mi son risolto di lasciarla anche agli altri. Ora poiché il cardinale lo aveva pre-
venuto che gli adornamenti o cornice che dicono, non si curasse di averli, perchè ad ogni modo,
egli diceva, bisognerebbe farle di nuovo e accompagnare altri quadri delle medesime grandezze;
se il Boschini fu indotto nonostante ad acquistarle perchè era necessità inviare con la cornice,
e fornita di cristallo, il ritratto di Raffaello e non gii altri, è evidente che mentre gli altri due
erano dipinti a olio,5 questo era veramente un disegno che si sarebbe guastato non inviandolo
racchiuso da cornice con cristallo.

Parve al Boschini e al Della Vecchia di aver concluso un ottimo affare, conducendo il Fontana a
cedere i tre ritratti per ducento ottanta ducati, con diminuzione di venti dalle pretensioni del cava-
liere; e concludeva il Boschini che al Della Vecchia ed a lui i tre ritratti parevano bellissimi, ed
in particolare quello di Rafaello è cosa unica, ne se li deve far prezzo, perchè vale quanto si vuole.

Contentissimo ne rimase infatti il cardinale, rilevandosi da altra lettera del 6 luglio 1675
che egli ne aveva avuta pienissima sodisfazione. 4 Fu questo uno degli ultimi acquisti fatti da lui,
essendo venuto a mancare nell'anno stesso, il giorno 10 di novembre.

1 Nell'inventario di tutte le masserizie dell'eredità
del cardinale Leopoldo de'Medici, fatto nel 1675 poco
dopo la sua morte, sono detti opere di lui stesso i se-
guenti quadri :

« Un quadro in tela alto b. 1 2/3, largo b. 2, dipin-

tovi un amorino che dorme.

« Un quadro in tela alto b. 1 1/8, largo 5/6, dipintovi

il ritratto di Romolo Reitins, cap. del Sereniss. cardi-

nale ». (Arch. del Palazzo Pitti, ms. 826, c. 36f).

2 Arch. di St. in Firenze, lettere artist. di diversi,
voi. XVIII, p. 416.

3 Arch. di St. in Firenze, lett. cit., voi. cit. Bozza
di lettere del cardinale Leopoldo al Boschini, del
marzo 1675.

4 Arch. di St. in Firenze, lettere cit., voi. XYIII. Let-
tere del Boschini, 22 giugno e 6 luglio 1675.
 
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