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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Ridolfi, Enrico: Di alcuni ritratti delle Gallerie Fiorentine
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0463

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DI ALCUNI RITRATTI DELLE GALLERIE FIORENTINE

431

Presto però l'acquisto dei veri ritratti dei coniugi Doni fatto dal granduca Leopoldo II
(nel 1826) dagli eredi di quella famiglia, che stabiliti ad Avignone li avevano colà recati, e di
nuovo poi ricondotti in Firenze per farne vendita, 1 fece accorti dell'errore; e nell'inventario
del 1825 fu apposta una nota di correzione, tornando il dipinto ad essere il ritratto di un'in-
cognita.

È strano che anche dopo riconosciuto l'equivoco, e mentre il vero ritratto di Maddalena Doni
era da trent'anni esposto nella Galleria del palazzo Pitti, anche a quello della Tribuna ne per-
durasse il nome 5 ed il Fantozzi nella sua Giudei di Firenze edita nel 1857, scriveva di quel
quadro: «Ritratto bellissimo della Maddalena Doni, della prima maniera di Raffaello Sanzio».2
Fu creduto poi che potesse essere il ritratto della madre di Raffaello stesso, e alcuno disse

RITRATTO DI DONNA DETTA « LA GRAVIDA ».

anche di una sorella; e a tali opinioni acquistavano fede certe qualità, che sembrano avvicinarlo
al ritratto di lui; cioè quell'aria di dolcezza e bontà, quel tono pallido del colorito, ed anche
quel grande amore con che il ritratto è dipinto. Ma quelle appellazioni risultarono, per gli
studi posteriormente condotti intorno alla famiglia di Raffaello, non più veridiche dell'altra;
perchè le due sorelle di Raffaello, come pure un suo fratellino mancarono nell'infanzia, ed alla
madre di lui Magia di Battista Ciarla, che, maritata nel 1482, lo dette in luce il 6 aprile del-
l'anno appresso, non fu conceduta la gioia di assistere alla celebrità dell'amato figliuolo ; ella si
spense ben giovine, lasciando Raffaello di otto anni e mezzo. 3

Nessun cenno di tal ritratto fece il Vasari, nè lo citò il Bocchi, che pur segnalava molte
altre opere di lui nelle facoltose case fiorentine.

1 I due ritratti restarono in Firenze nel Palazzo dei
Doni, posto nel Corso dei Tintori, fino all'anno 1758, in
cui la marchesa di Villeneuve, moglie di Giov. Battista
Doni, li portò seco ad Avignone, ed ivi rimasero presso

i suoi discendenti.

- Guida cit., p. 144.

3 Nel Cicerone dei signori Burckhardt e Bode (1884,
voi. II, p. 695), si legge che potrebbe essere una sorella
di Maddalena Strozzi, più vecchia e malaticcia. Ma il
Litta non dà a Maddalena sorelle nè vecchie nè giovani;
bensì due fratelli, Marcello e Strozzo (Litta., Famiglia
Strozzi di Firenze, tav. III).
 
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