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Archivio storico dell'arte — 4.1891

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Fasc. VI
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Ridolfi, Enrico: Di alcuni ritratti delle Gallerie Fiorentine
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https://doi.org/10.11588/diglit.18090#0465

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DI ALCUNI RITRATTI DELLE GALLERIE FIORENTINE

433

Di tale età egli l'aveva ben raffigurata nello schizzo a penna, che scevro di preoccupazioni
condusse nel proprio studio per determinare la movenza che le darebbe nel ritratto ; e tale mo-
venza è assai più spontanea e aggraziata che nel dipinto, come è più aggraziato il semplice e
casalingo vestiario con che egli l'aveva immaginata, a cui naturalmente dovè rinunciare per
conformarsi al desiderio dei commettenti. 1 Quella giovine età mostra la Madonna del cardellino,
la quale, dando fede ad una tradizione che non ha nulla d'improbabile, anzi ha assai verosimi-
glianza riguardando alla forma dei due volti, sarebbe stata ispirata dalla Maddalena Doni.2

Maggior libertà e franchezza nell'attitudine e nell'esecuzione, mostra il ritratto, che dallo
stato in cui rivela la giovine donna effigiata ebbe il nome della Gravida;3 dipinto ritenuto
dubbio per lungo tempo dagli scrittori d'arte, ma che la critica moderna ascrive quasi concorde-
mente all' Turbinate.

Di questo ritratto pure rimane ignoto il soggetto e la provenienza, trovandosi solo succin-
tamente annotato come testa di donna di Raffaello d'Urbino, nell'inventario dei quadri del palazzo
Pitti del 1710;4 nè maggiori notizie ci è venuto fatto di rintracciarne. La donna ritratta, che
la ricchezza ed eleganza del vestiario, e le mani bianche, morbide e grassocce, indicano una
facoltosa cittadina, fu probabilmente moglie ad uno di quei ricchi e culti mercanti fiorentini,
come il Nasi, il Taddei, il Canigiani e altri, che presero in tanto amore il giovinetto maestro ;
e pei quali, nel breve tempo che dimorò in Firenze, egli eseguì non poche delle sue più gentili
creazioni.

Di più sicura e determinata espressione, il ritratto della Gravida mostra nella giovine donna
una bontà lieta, un animo sereno e tranquillo, qualità che, pur non essendo bella, la rendono
attraente. Il colorito, sebbene il dipinto non sia immune da qualche restauro, è più limpido,
più luminoso, di maggior fusione e di maggior trasparenza nelle ombre di tono caldo, che nel
ritratto della Doni. Le mani ben designate, di cui una in iscorcio, son morbide, pastose, di
molta limpidezza e rilievo. In tutto il ritratto sembra vedersi una spontaneità ed una perizia,
superiore a quella che il pittore dimostrava nei ritratti dei Doni.

E per tali qualità anche il Passavanti lo reputò eseguito assai più tardi, cioè nel 1507 ;
nel che però il senatore Morelli (Lermolieff) non va d'accordo con lui, e lo ritiene dipinto dal
Sanzio nel 1505, all'epoca stessa dei ritratti dei Doni, con i quali egli dice che ha molti punti
di contatto.5

A noi pare innegabile essere nel ritratto della Gravida delle doti superiori a quello di
Maddalena Strozzi ; ma quanto però non rimane per altri lati esso pure inferiore al ritratto del-
l'Incognita della Tribuna?

La nobiltà e la tanto spontanea grazia nell'atteggiamento del volto e della persona che
vedesi in quest'ultimo, la sicurezza irreprensibile del disegno, l'espressione che sì potentemente
si insinua nell' animo, la fattura di una squisitezza insuperabile, mentre non ha nulla di minuto,
mostrano un tal magistero e una tal padronanza di ogni parte dell'arte, che al paragone riman-
gono vinti i grandi pregi degli altri due. Anzi, affermava con ragione il Muntz non aver mai
più Raffaello superato questo ritratto per la mirabile armonia e l'originalità sua, nemmeno coi
bellissimi del suo periodo romano. 6 E se il gentile ritratto che Raffaello faceva di sè stesso in

torum 1400, domine Magdalene eius uxoris, et fìlie, q. Io-
hannis domini Marcelli de Strozzis. (Arch. Strozzi-Uguc-
cioni, n. 89, p. 196, nell'Arch. di Stato in Firenze).

1 Quel grazioso disegno si conserva nella raccolta del
Louvre.

2 Questa tradizione fu raccolta anche dal Masselli,
nella Galleria Pitti illustrata, Firenze, Bardi, 1842,
tav. IY.

3 È nella Galleria Pitti sotto il n. 229.

4 Neil' invent. cit., ms. di n. 1185 (Arch. del Palazzo
Pitti), voi. II7 c. 659, è così descritto :

« 290, un quadro di Raffaello Sancio d° da Urbino,
entrovi una testa di donna mezzo naturale, alto b. 1,
largo 3/4, con suo adornamento nero e oro ».

5 Lermolieff, Die Galerien Borghese und Boria Pan-
fili in Rom, Leipzig, 1890, p. 59.

6 Muntz, Raphael, etc. p. 224.
 
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