DI ALCUNI RITRATTI DELLE GALLERIE FIORENTINE
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di tal ritratto il Perugino, dicendo che clii abbia famigliarità con le mani del Perugino non potrà
dissentire dall'avviso suo. 1 Ma a noi pare che appunto lo studio fatto delle mani del Perugino
non lasci riconoscere fra di esse e quelle della Monaca qualità simiglianti.
jSTè il rimanente del ritratto ci ravvicina a lui più che le mani non facciano ; non un accenno
al carattere così costante delle sue pieghe vedesi in esso, e tutto ci porta ad opinare che del
Perugino non sia. Talché per questo delizioso dipinto noi non sapremmo rifiutare l'antica attri-
buzione, finché il ritrovamento di qualche autentica memoria non conduca a sostituirla in modo
convincente, lo che non sembra poter fare sin qui il solo studio artistico del ritratto. Ma non
sono poche in Firenze le indagini da fare, e nelle sue quadrerie e nelle sue chiese, ove troppo
spesseggiano le indicazioni di ignoto, e quelle non persuadenti. Ed è a desiderare che un accu-
RITRATTO DI DONNA DETTA « LA MONACA »
nella Galleria Pitti.
ratissimo studio possa condurre a determinare con piena sicurezza gli autori di molte opere di
grandissimo pregio, che rimangono tuttavia sconosciuti od incerti.
La Velata, ritratto nella R. Galleria de' Pitti.
Dei non pochi ritratti che si sono creduti, o si sono voluti far credere della donna amata
da Raffaello, e da lui stesso dipinti, uno solo ebbe, oltre i caratteri propri, attestazione per ogni
lato così esplicita e sicura dell'esser suo, da doverlo assolutamente e senza dubbio alcuno rite-
nere veridico.
Quell'unico ritratto era posseduto da Matteo Botti, mercante fiorentino, non molti lustri dopo
la morte del Sanzio ; e quando poteva essere tuttor vivente quella dolce e bella creatura, che
aveva saputo legare a sè il cuore di Raffaello per guisa, che egli le rimase fedele sino alla morte ;
1 Lermolieff, op. cit., p. 125, nota la.
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di tal ritratto il Perugino, dicendo che clii abbia famigliarità con le mani del Perugino non potrà
dissentire dall'avviso suo. 1 Ma a noi pare che appunto lo studio fatto delle mani del Perugino
non lasci riconoscere fra di esse e quelle della Monaca qualità simiglianti.
jSTè il rimanente del ritratto ci ravvicina a lui più che le mani non facciano ; non un accenno
al carattere così costante delle sue pieghe vedesi in esso, e tutto ci porta ad opinare che del
Perugino non sia. Talché per questo delizioso dipinto noi non sapremmo rifiutare l'antica attri-
buzione, finché il ritrovamento di qualche autentica memoria non conduca a sostituirla in modo
convincente, lo che non sembra poter fare sin qui il solo studio artistico del ritratto. Ma non
sono poche in Firenze le indagini da fare, e nelle sue quadrerie e nelle sue chiese, ove troppo
spesseggiano le indicazioni di ignoto, e quelle non persuadenti. Ed è a desiderare che un accu-
RITRATTO DI DONNA DETTA « LA MONACA »
nella Galleria Pitti.
ratissimo studio possa condurre a determinare con piena sicurezza gli autori di molte opere di
grandissimo pregio, che rimangono tuttavia sconosciuti od incerti.
La Velata, ritratto nella R. Galleria de' Pitti.
Dei non pochi ritratti che si sono creduti, o si sono voluti far credere della donna amata
da Raffaello, e da lui stesso dipinti, uno solo ebbe, oltre i caratteri propri, attestazione per ogni
lato così esplicita e sicura dell'esser suo, da doverlo assolutamente e senza dubbio alcuno rite-
nere veridico.
Quell'unico ritratto era posseduto da Matteo Botti, mercante fiorentino, non molti lustri dopo
la morte del Sanzio ; e quando poteva essere tuttor vivente quella dolce e bella creatura, che
aveva saputo legare a sè il cuore di Raffaello per guisa, che egli le rimase fedele sino alla morte ;
1 Lermolieff, op. cit., p. 125, nota la.