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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. I
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Recensioni e cenni bibliografici
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0083

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52

RECENSIONI E CENNI BIBLIOGRAFICI

i colori coi quali ogni esemplare è dipinto, parti-
colarità importante per la determinazione del paese
dove sia stata eseguita la silografia.

Aggiunge Fautore la sua opinione intorno al
luogo ed all'epoca dell'origine delle silografie e non
ommette di rilevare l'importanza di diverse inci-
sioni per lo studio dell'iconografia e dello sviluppo
storico della silografia. Per le prove delle sue at-
tribuzioni egli ci rimanda al quinto volume della
sua opera (pare che faccia scuola questo metodo
di anticipare le asserzioni alle prove !) e perciò non
sarà bene di giudicare prima di aver sentito le
ragioni che l'abbiano condotto a tali attribuzioni.
Finora la cronologia delle silografie generalmente
si fece in un modo del tutto arbitrario e senza un
fondamento scientifico, che del resto ben difficil-
mente si potrà stabilire, non bastando neanche il
grado di perfezione nè i costumi a dare un punto
d'appoggio per datarle. Lo stesso autore, che mo-
stra una grande sicurezza nel datare le silografie
tedesche, per la cui cronologia è già stato formato
un certo sistema (non adottato, speriamo, da lui!),
si fa vedere molto riservato nel determinare la data
delle silografie italiane, che sono esenti finora da
tale sistema arbitrario.

Speriamo intanto che le prove delle sue attri-
buzioni che l'autore ci apporterà nel quinto vo-
lume siano più stringenti di quelle che leggiamo
per esempio a p. 21 (n. 03): « La gravure est sans
aucun doute d'origine italienne vers 1470, ce que
prouvent les animaux qui y sont représentés et
se retrouvent entre autres dans des tableaux véni-
tiens et florentins ».

Il catalogo non comprende che i fogli staccati,
lasciando da parte le silografie che si trovano nei
libri stampati. Questa limitazione, sebbene richiesta
da ragioni pratiche, non deve però considerarsi af-
fatto come fondata su una vera diversità di ge-
nere; al contrario, non sarà mai possibile lo studio
dell'incisione se non aiutato da quello delle illu-
strazioni dei libri, che ci porgono più d'un punto
d'appoggio sull'argomento. Lo stesso autore non
può far a meno di registrare un'abbastanza grande
quantità di incisioni adoperate per l'ornamento di
libri o che egli suppone abbiano servito a tale scopo;
molte altre ancora si dimostreranno forse prove-
nienti da libri.

Se già per questa limitazione il catalogo non
potrà dare un quadro completo di tutte le produ-
zioni della silografia, e se possiamo sperare collo
stesso autore che, anche per merito del suo cata-

logo, il numero dei fogli volanti conosciuti aumen-
terà considerevolmente, il suo lavoro fatto, con di-
ligente cura e con giudizio, resterà sempre la base
per tutti gli studi che lo completeranno.

Sia permesso di aggiungere pochissime osserva-
zioni particolari.

Al n. 598 : Un esemplare del primo stato si
trova nella collezione del cav. G. B. Venturi in
Reggio. Il legno si conserva nella collezione Ma-
laspina in Pavia.

Al n. 854 : La più gran parte dei monogrammi
che si vedono nei legni conservati in Modena, come
giustamente suppone l'autore, sono falsificati, es-
sendovi stato introdotto modernamente un pezzo di
legno col monogramma.

Al n. 1147: Di questa incisione frammentaria
un esemplare completo (prova moderna però) m
conserva nella collezione del principe Federigo Au-
gusto in Dresda. Essa ripete fedelmente le figure
della Madonna e dei due santi — che soltanto hanno
scambiato il loro posto ai fianchi del trono — del-
l'incisione eseguita da Jacopo da Strasburgo dopo
la pittura da Benedetto Montagna e segnata coi
nomi del pittore e dell' incisore, che si conserva nel
Gabinetto delle stampe a Parigi. Questa incisione
di Jacopo da Strasburgo, che è sfuggita all'atten-
zione dell'autore, è riprodotta dal Delaborde (La
gravure en Italie avant Marcantoine, p. 231). Il con-
fronto dell'incisione descritta sotto il n. 1147 con
quella di Parigi mostra che anch'essa è opera di
Jacopo, che verso il 1500 lavorò nell'alta Italia.
Si ha da notare, del resto, una inesattezza nella
descrizione di questo frammento: è descritto il fre-
gio che adorna il piedistallo del trono della Ma-
donna come parte della rappresentazione, senza elio
sia accennato a questo suo carattere ornamentale.

Al n. 1167 : Questa incisione, pubblicata da ( larlo
Castellani come silografia, è una incisione in rame
dappertutto ritoccata e rifatta colla penna e col
pennello, come ha già osservato il Lehrs e come
sospetta lo stesso autore.

Dobbiamo contentarci per adesso di queste
poche osservazioni, die sarebbe facile di moltipli-
care, senza che sia diminuito il valore scientifico
del catalogo dello Schreiber. Ognuno che conosca
le grandi difficoltà di tal lavoro, che dà compensi
ben poco proporzionati alle grandi fatiche e ai grandi
j sacrifizi, sarà grato con noi all'autore del suo M<i-
nuél, che servirà in più rispetti così alici studili spe-
! ciale dell'incisione, come in generale a quello della
storia di quest'epoca. I1. K.
 
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