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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. II
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Sant' Ambrogio, Diego: I monumenti funebri Della Torre e Castiglioni nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0148

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I MONUMENTI FUNEBRI DELLA TORRE E CASTIGLIONI

NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE IN MILANO

Della restituzione allo scultore (Jiovanni Antonio Homodeo del Sarcofago dei Torri»ni nella chiesa di Santa Maria
delle Orarie in Milano, erroneamente attribuito a Tommaso da Cazzaniga, e del Monumento a Branda Casti-
gl'ioni nella chiesa stessa, ascritto al Busti.

[ è fin qui lamentato die di Giovanni Antonio Omodeo, il
più valente, se non forse il più illustre scultore del Rina-
scimento lombardo (chè questi è il Busti), non rimangano
altre opere in Milano all'infuori della torricella o aguglia
a nord-est intorno al tiburio della cattedrale, opera sua,
con alcuno delle sculture di cui va adorna.

Eppure, se Bergamo vanta di lui la cappella Colleoni
col sarcofago del celebre generale e l'urna scolpita della
figlia Medea, se Cremona va orgogliosa dei pulpiti isto-
riati dall'Omodeo nella stupenda sua cattedrale, e Pavia
si gloria, oltreché dei meravigliosi bassorilievi della Cer-
tosa e di quelli dell' urna di San Lanfranco, del prezioso
lavabo del Carmine e del sarcofago del notaio Salimbeni nella cripta del vetusto San Michele,
Milano nei tempi passati non andò priva di opere insigni del grande scultore, e annoveravansi
prime fra di esse, oltre all'edicola Tarchetta nella cattedrale, il monumento di Giovanni Borromeo
già in San Francesco Grande e l'arca funebre a vari personaggi e per ultimo di essi ad un
Camillo della famiglia Borromeo in San Pietro in Gessate, monumenti questi ultimi tolti entrambi
a Milano e ricomposti ora all' Isola Bella, di cui sono cospicuo ornamento.

Se però della perdita di quei due sarcofagi riesce vano il muovere rimpianti e rimangono
essi almeno gelosamente custoditi, a onore e gloria dell'arte italiana, nel più bel cantuccio del
mondo, come fu da taluno chiamata l'Isola Bella sul Lago Maggiore, Milano ebbe torto di
ritenersi priva affatto di opere scultorie del rinomato artista, e le fa disdoro di avere sin qui
conservato in piena vista nelle sue mura un mausoleo dell'Omodeo di poco inferiore a quelli di
San Francesco Grande e di San Pietro in Gessate, senza tampoco sospettare fosse opera dello
egregio suo scalpello, e attribuendone anzi l'esecuzione ad artista di gran lunga ad esso inferiore.

Vogliamo qui parlare del monumento marmoreo eretto dal conte Giovanni Francesco Della
Torre, consigliere e questore ducale, al padre Cristoforo e a Giacomo Antonio Della Torre, vescovo
di Cremona, nonché alla moglie e ai figli, che sorge dal lato dell'Epistola nella cappella già Vi-
mercati, dedicata a Santa Maria del Rosario, nel grandioso tempio delle Grazie in Milano. Quel
monumento fu sin qui tenuto da storici e scrittori d'arte come pregevole lavoro dello scultore,
 
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