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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. II
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Sant' Ambrogio, Diego: I monumenti funebri Della Torre e Castiglioni nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0149

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DINGO SANT'AMBROGIO

già addetto alla Fabbrica del duomo sul finire del xv secolo, Tommaso da Cazzaniga, e si appalesa
invece da sé, pe' suoi pregi artistici, come opera indubbia di Giovanni Antonio Omodeo.

Sgraziatamente mancarono fin qui attendibili documenti per respingere issofatto come erronea
l'opinione che assegna a Tommaso da Cazzaniga, anziché all'Omodeo, quel monumento; — e poiché
e in materia di storia e in materia d'arte si ama ripetere un'opinione, pur senza fondamento,
ma universalmente accettata, piuttostochè affrontare risolutamente un problema insoluto o attenersi
ad un prudente riserbo — passò fino ad oggi come da tutti indiscutibilmente ammessa l'opinione
più sopra accennata, benché affatto destituita di ogni valore e fondamento.

Senonchò, quando si dimostri la fallacia di quel giudizio, che appare tanto più evidente a
chi ponga mente che il monumento Della Torre è opera del 1483, e che il Tommaso da Cazza-
niga non venne ad avere qualche celebrità che nell' ultimo decennio del secolo xv, in cui fu
annoverato, con Benedetto Briosco, fra gli scultori della cattedrale milanese — converrà ognuno
che fa d'uopo respingere un errore insinuatosi a poco a poco per difetto meramente di sana critica, e
accettare come assai più logici e concludenti i risultati che, per inoppugnabili ragioni artistiche,
ne fanno ascrivere il grandioso monumento Della Torre a Giovanni Antonio Omodeo.

E, innanzi tutto, fa d'uopo osservare che il sarcofago Della Torre, che ci sta innanzi oggi-
giorno nella cappella del Rosario di Santa Maria delle Grazie, non è integralmente conservato
quale poteva essere nei giorni della sua erezione, ma andò soggetto a guasti non pochi, e fra di
essi ad un radicale ristauro nel 1725, che, nell'intento di assicurare la solidità del monumento,
non poco gli tolse della sua grazia e leggiadria. E chi può dire non sia andata perduta in
quelle manomissioni, pur fatte a titolo di bene, la preziosa scritta che ne avrebbe rivelato
senza altro l'insigne artista cui è realmente dovuta quell'arca preziosa?

Riesce infatti agevole lo scorgere come il sarcofago Della Torre appaia oggidì quasi incas-
sato in un'arcata a muro della cappella del Rosario, die nasconde ai riguardanti le due facce
laterali dell'urna. Aggiungasi a ciò che, delle quattro colonne che dovevano sostenere origina-
riamente la marmorea urna quadrilunga, le due sole sulla parte anteriore furono conservate
intatte, e le altre due, che pur dovevano andare adorne di preziose sculture e medaglie, rima-
sero totalmente sacrificate e obliterate nel massiccio muro di sostegno eretto dietro le due
colonne di fronte. E in quel muro che furono infisse le due lapidi che vi si veggono tuttodì,
e cioè quella originaria del 1483 in basso, e al disopra di essa l'altra lapide riferentesi al
restauro del 1725.1

1 Le due lapidi, che amiamo di qui trascrivere por norma degli studiosi, sono le seguenti:
Al disopra:

MONVMENTVM
VETVSTATE DII.APSVM
FRANCISCV8 MARIA A PORTA

.....HIERONIMVS FERRERIVS.......

MARCHIO HIEKOM1MVS ET 10SEPH FKES PVTEOBOSELLI
FA TRJCII MEDIOLA XI ; XS ICS
ET H E G 1 T M T D A TAMII
MOBILISSIMA GENTIS A 1VRRE

EX MATRE HyEREDES
IN GENTI LITIO B. V. SACELLO
INSTA VRABA.XT
ANNO MDCCXXV.

Sotto di essa:

D. IMMORTALI

HOC MONVMENTVM IOANNES ERANCISOVS DE LA TVRRE
COMES PALLATINVS AC DVCALIS QV^ESTOR REVERENDISSIMO 7.
XRO PATRI ■ I). IACOPO ANTONIO DE LA TVRRE EPO ET COMIT]
CREMONENS] ItVCALI SENATORI PATRI ET I1HXEEACTORI SVO
OPTIMO : LEZADRAE VXOR] SVAK CARI88IMAE - 8IBI ' LIBERI8QVE
SVIS AC POSTERIS POSVIT ANNO SAL. MC C C C L X X XII I.

NB. — Le parole in corsivo nel testo furono cancellate coli'opera dello scalpello nei primi giorni della
Repubblica Cisalpina l'anno 1796.
 
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