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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. III
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Gnoli, Domenico: La cancelleria ed altri palazzi di Roma attribuiti a Bramante
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0213

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LA CANCELLERIA ED ALTRI PALAZZI 1)1 ROMA ATTRIBUITI A BRAMANTE 177

incominciato da Bramante in via Giulia, che probabilmente, invece del farnesiano, avrebbe fis-
sato il tipo del palazzo di Roma, alla morte del papa era uscito appena fuor di terra.

Ai Riario, fra i nipoti di Sisto IV, ha speciale obbligazione la storia dei palazzi romani;
la edificazione dei quali ebbe origine in Roma dalle abitazioni dei cardinali prò tempore presso
le chiese di titolo cardinalizio. Il famoso libertino, il cardinale Pietro Riario, incominciò a fab-
bricare il palazzo presso a' Ss. Apostoli con tanta magnificenza che nella sua iscrizione sepolcrale
si credette di dover far ricordo delle aedes miro sumptu apud «postolo* inchoatae. 1 Morto nel 1474,
il palazzo fu continuato dal cardinale Giuliano della Rovere, poi Giulio II, che neppur lui lo
condusse a termine ; e quindi vi pose mano di nuovo il cardinale Francesco Soderini 2 che poco
vi fece. Veramente questo palazzo non apparisce così grande e magnifico come dovrebbe sup-
porsi dall'iscrizione sepolcrale del cardinale Riario, e dall'Albertini che ne discorre come de
sumptuoso Paint io; ma è da considerare che esso è rimasto incompiuto, e che il lato principale
doveva certo stendersi verso la Pilotta. Esso si compone nella facciata di due piani e quattro
finestre per ciascuno; la tettoia sporgente è sorretta da mensoloni di pietra; gli stipiti delle
finestre del primo piano erano ornati nell'interno, insolita ricchezza, di rabeschi finamente in-
tagliati ; ma sono stati di recente coperti con assi di legno per fissarvi le persiane. Il cortile
è stato anch'esso di recente sconciamente manomesso, togliendone il magnifico vaso antico che
era nel mezzo e le belle targhe coll'arme di Giulio II, e coprendolo, per ridurlo a sala del Cir-
colo Militare.

Le fabbriche di quell'età noi le vediamo in uno stato assai diverso da quello che ebbero in
origine ; poiché l'esterno soleva essere dipinto a fondo scuro rotto da linee bianche, simulanti
una specie di bugnato piano, o una costruzione di rettangoli di tufo allineati e sovrapposti ; ed
anche alcuna volta nelle fabbriche minori a quadrati tagliati da una diagonale metà bianca e
metà scura. Questo ornamento del fondo soleva esser diviso da qualche fascia orizzontale a graf-
fito contenente fogliami ed altri ornamenti, e forse in qualche caso da un ordine architettonico. 3
Negli edifici dipinti, per sottile ragione estetica, gli aggetti delle finestre solevano essere poco
rilevati. Di simile pittura, oltre a parecchie case di quell'età, conservano traccia il palazzo dei
Capranica agli Orfanelli, quello del cardinale Della Rovere a Scossacavalli e parecchi altri, mentre
in altri della stessa età, rifatto a nuovo l'intonaco, non ne resta vestigio. Conviene però rap-
presentarsi i palazzi di quel periodo con quella decorazione per farsene un giusto concetto; senza
di che debbono necessariamente parer nudi e senza carattere.

Morto in età giovanile il cardinale Pietro Riario, Sisto IV riversava affetti e ricchezze sul
fratello di lui, Girolamo, a cui diede in moglie Caterina Sforza, e lo fece, con titolo di conte,
signore d'Imola e di Forlì. Il conte Girolamo ereditava dal fratello l'ambizione di costruirsi dai
fondamenti un palazzo magnifico ; palazzo che rimane ancora in gran parte, quantunque, passato
poco appresso in altre mani e trasformato parzialmente e ingrandito, se ne perdesse in breve
la memoria del fondatore, e prendesse poi il nome di palazzo Altemps, che ancora ritiene. Nè
i cronisti contemporanei, sempre noncuranti dei ricordi artistici, nè le Guide di Roma, nò gli
storici dell'arte, nò lo stesso Albertini, che pure magnificava le glorie di casa Della Rovere e
del suo parentado, e che enumerando i palazzi de'cardinali ne registra parecchi non cardinalizi,4
han mostrato di accorgersi di questo grande palazzo del Quattrocento. Eppure, salvo il pianterreno
rafforzato con un muro a scarpa, e dove le finestre con inferriate sul gusto dominante al tempo
dell'Altemps, hanno sostituito le primitive finestre che dovevano essere ad arco simili a quelle
del palazzo di Venezia e de' Ss. Apostoli, nel resto esso può dirsi un de' meglio conservati,

1 Monumento sepolcrale del cardinale Pietro Riario
nella chiesa de' Ss. Apostoli.

2 Albertini, De mirabihÒUM Berna», ed. Schmar-
sow, 1886, p. 54.

3 Dico forse, poiché non ne abbiamo esempio nel-
l'esterno degli edilìzi ; ma rimane bensì ne' cortili del

Archivio storico dell'Arte - Anno V, Fase. III.

palazzo Della Rovere, oggi de' Penitenzieri

4 Anche de' palazzi cardinalizi, l'Albertini non fa men-
zione d'alcuni de' principali, quali ad esempio quelli del
card. Capranica, del card. Ascanio Sforza, del cardinale
Nardini.

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