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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. III
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Nuovi documenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0226

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NUOVI DOCUMENTI

Sull'opera di Antonio Canova

pel ricupero dei monumenti d'atte italiani a Parigi.

{Corrispondenza Canova-Angeloni).

La lode più vera e più bella che di Antonio
Canova si sia mai detta parmi questa: essere la
grandezza di lui come artista solamente uguagliata
dalla singolare generosità del suo animo. Questo
bel titolo di gloria confermano le lettere seguenti :
parte delle quali (nove) scritte dal Canova stesso,
parte (tre) dal fratello uterino di lui, abate Giam-
battista Sartori, parte (due) da Luigi Angeloni,
emigrato politico, letterato non volgare, che di-
morava a Parigi proprio nel tempo in cui il ce-
lebre scultore, quale inviato pontificio, vi si trat-
tenne pel famoso e fortunato ricupero degli og-
getti d'arte estorti già all'Italia dal primo Napo-
leone. Ed appunto alle brighe incontrate dal Ca-
nova durante e dopo quel difficile incarico, ed a
conseguenti imbarazzi per l'invio di quadri e per
ricompensare altresì chi gli avea pòrto mano, un
po' più degnamente di quel che non sapesse il Go-
verno di Roma, oltre che ad altri minori negozi e
quistioni artistiche, si riferiscono i documenti che
esibisco.

I quali, quattordici di numero, di privata pro-
prietà, si conservano presso il civico museo di Va-
rallo-Sesia, affidati alla custodia di quel chiaris-
simo e cortese direttore, il cav. prof. D. Pietro
Calderini ; le lettere del Canova e del fratello di
lui sono timbrate a tergo dai bolli postali, tutte
dirette a monsieur Louis Angeloni, Bue du rem-
part St-Honoré, 4, Paris; anzi, sulla soprascritta
vi sta sempre un'annotazione di mano dell'Ange-
Ioni, confermante la data della lettera od il giorno
dell'arrivo; le due lettere poi di quest'ultimo si
trovano fra le minute di lui a vari personaggi.

Circa all'abilità dimostrata in quella solenne
occasione dall'esimio artista od improvvisato nego-
ziatore, e circa al concorso dei ministri che lo fa-
vorirono, rimando i lettori ad una interessante mo-
nografia, di recente uscita alla luce, del signor Gio-
vanni Contarini: Canova a Parigi nel 1815, Feltre,
P. Castaldi, 1891.

In un tempo in cui si è ben a ragione impen-
sieriti dell'esodo doloroso (e testò doloso!) di tante
nostre glorie artistiche, non riuscirà inopportuno
! nò discaro il vedere, per qualche nuova prova,
con quale amorosa sollecitudine que' nostri buoni
vecchi italiani, gente di senno e di cuore, da papa
Pio VII al tribuno Angeloni, curassero di salva-
guardare dalla prepotente avidità straniera il te-
soro artistico nazionale.

Annibale Campani.

L

Stimatissimo Signore, 1

Parigi, 11 settembre 1815.

E necessario che mio fratello firmi la nota me-
moria, da presentarsi a lord Castlereagh 2 nelle
forme: poiché non v'è tempo da perdere. Ella

1 Luigi Anteluni; di cui vedi la biografia nella
VII edizione illustrata dei Martiri d'Atto Vannucci.
Nato a Fresinone nel 1759, repubblicano d'animo, fu
tribuno a Roma allorché vi veniva trucidato il generale
Duphot. Viveva nel 1815 a Parigi, dove soffrì anche
prigionia, e donde pe' suoi principi politici cacciato
nel 1828, si rifugiò poi a Londra, e quivi morì nel 1843.
Molto scrisse per la patria; libri non facili a trovarsi
6 meno a leggersi per lo stile contorto o pedantesco.
Appare da queste lettere che egli, come interprete o
segretario, aiutasse i fratelli Canova nella loro difficile
impresa.

'-' Il visconte di Castlereagh era allora ministro in-
glese al Congresso delle potenze a Parigi.
 
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