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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. III
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Natale Baldoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0251

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NATALE BALDORIA

atale Baldoria cessava di vivere la mattina del giorno
12 febbraio p. p., dopo sette giorni di malattia, nell'età
di trent'anni. Non sembra possibile die la vampa del
suo entusiasmo si sia spenta, che non batta più per le
più nobili cose il suo cuore! All'arte egli diede i suoi
slanci, le sue veglie, la vita; con gli amici divise il suo
pane e la sua scienza; pel suo dovere non mai conobbe
sacrifici. Ebbe il senno maturo dell'uomo; ebbe la dol-
cezza, l'ingenuità, la fede del fanciullo.

A Padova nacque da povera, ma onorata famiglia, e
si laureò in lettere all' università. La sua tesi di laurea
fu una tesi di storia d'arte, di iconografia cristiana;
fu una ricca raccolta di documenti, di citazioni tratte
dai libri dei Padri e da leggende e poesie, relative allo
spirito del Cristianesimo de' primi tempi e del medio evo.

Non pubblicò la sua tesi, perchè egli sentiva quanto avrebbe dovuto lavorarvi attorno per
renderla degna di sè e del pubblico. « Io non potei purtroppo — scriveva candidamente — fare
quei viaggi, che mi sarebbero occorsi per esaminar co' miei occhi molti de' monumenti, che ho
dovuto descrivere o su incisioni più o meno ben fatte, o su descrizioni di altri; ed avrei pur
dovuto consultare molti libri, che nelle povere biblioteche di Padova non potei ritrovare, e che,
richiesti ad altre biblioteche del Regno, non mi furon mandati ». Tuttavia quella tesi di laurea
fu una buona preparazione letteraria allo studioso dell'arte, fu il fondo su cui si svolsero princi-
palmente i suoi studi pubblicati poi nell'Italia artistica di Roma, nell'Ateneo veneto di scienze,
lettere ed arti, nella Rassegna emiliana e in quest'Archivio. Nel 1886 potè compiere due lavori che
nella sua tesi aveva appena abbozzati, l'uno sulle rappresentazioni della Madonna Lattante, l'altro
su quelle dell' Annunciazione. L'incarico dell'insegnamento, nel Ginnasio inferiore a Palermo, non
gli permise di fare di più. Lasciò Palermo e venne a Roma nel 1887, col più vivo entusiasmo
per l'antico.

E mentre dava frammenti del suo grande lavoro agli amici dell' Italia artistica, correva pei
musei e per le gallerie, ove studiava, meditava, disegnava avorii e musaici, con ardore sempre cre-
scente; e nelle catacombe, nelle basiliche, nei musei e nelle biblioteche, ove trovava i mezzi sospi-
 
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