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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. IV
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Ricci, Corrado: Giovanni da Siena
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0281
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CORRADO RICCI

partito, il Conseglio senza punto tardare mandò circa quattrocento huomini i quali tagliarono il
detto bosco e dagl'ingegneri dessignata la pianta del nuovo castello da farsi, i Bolognesi com-
prarono dagl'Imolesi una via per andare al detto castello, il quale si cominciò a fondare, ecc. ».

Quest'ultima notizia corrisponde perfettamente al vero, ma la causa della costruzione o
meglio dell'ampliamento di Castel Bolognese non furono gli ambasciatori in camiscia, ma i pe-
ricoli persistenti in Romagna.

Matteo Griffoni (che del 1397 fu podestà d'Imola) dice nel suo Memoriale storico: *Con~
structa fuerunt infrascripta castra in Comitatu Bononiae per Comune Bononiae, videlicet Castrum
Sancti Georgii de l'Inno, Castrum IAglani et etiam in Comitatu Imolae Castrum Bolognesium et
Castrum S. Agathae Comitatu» Tmolensis ».1

Bologna allora cercava di afforzarsi d'ogni parte e quindi anche dalla parte di faenza, non
avendo forse troppo viva fiducia nelle manifestazioni d'amicizia, fatte da Asterrò Manfredi dopo
riedificata la bastia di San Procolo.

I documenti che possediamo sulla costruzione della ròcca e delle mura di Castel Bolognese
vanno dall'ottobre del 1388 al luglio del 1894 e portano i nomi di tre notevolissimi artisti : Lo-
renzo da Bagnomarino, Giovanni da Siena ed Antonio di Vincenzo. Di questi due ultimi il lettole
sa già. qualcosa ; ino quello che non può avere inteso si è che a Lorenzo di Bagnomarino si deve la
costruzione della famosa fabbrica della Mercanzia di Bologna. Altra volta, costretti a lavorare
d'ipotesi, supponemmo che l'architettura di quell'edificio potesse esseri1 di Pieravante Pieravanti,
tenendo calcolo della evidente somiglianza tipica coi lavori di questo maestro, e credendo alle
date poco esatte fornite dalla cronaca Barbieri conservata in casa Gozzadini. Oggi siamo in caso
di avvertire come Pieravante può invece aver seguito e imitato Lorenzo da Bagnomarino, in
grazia dei documenti rintracciati dal dottor Emilio Orioli, ricercatore indefesso, acuto e fortu-
nato, alla cui gentilezza delibo anche gran parte dei documenti bolognesi qui riassunti o citati.

II Giordani scrive all'anno 1 .'Sili che «la ròcca di Castel Bolognese cominciossi a fabbri-
care con la direzione di maestro Antonio di Vincenzo».2 Ma nelle Riformagioni del 1388,3
sotto la data del I! ottobre, si legge: « Ani-inni Comuni» Bonomie— Mandamus Ubi Garzano de
Garzotiibus generali depositario pecunie et averis nostri Comuni» quatenus de» et solva» magistro
Laurentio de Bagnomarino muratori per nostro» precessore» in servitium nostri Comuni» ad Ca-
strum Bolognexium in comitatu Ymole noviter costructum et ediffichatum destinato prò ingeniando
et proludendo oc fieri fùciendo oportuna circ/nt constructionem et reparationem Contri eiusdem prò
quadraginta odo diebu» inceptis die X 17 augusti proxime elapsi et ut sequitur finiti», quibus stetti
in dicto servitio ad rationem soldorum vigintiquinque boti, in die, libr. sexaginta. — Item in alia
porte prò expensi» bucche eiusdem magistri Laurentii prò tota dicto tempore libra» orto bon., iuxta
relaptionem nobis factam per deffensores supra averi» Comuni» Bononie et sic de» et solva» eidem
in stimma libras sexaginta octo lion.».

Curiosa è anche una distinzione di Gaetano Giordani, il quale troppo spesso interpretava
0 modificava le notizie a suo talento. Egli dice che del 1394 «fu mandato dal Reggimento di
Bologna Antonio di Vincenzo per disegnare fortificazioni india Bocca di Castel Bolognese; in-
tanto (die Giovanni da Siena ingegnere eresse la torre ed attese al rimanente de' lavori ». 4

E certo all'incontro (die dopo Lorenzo da Bagnomarino, e precisamente con l'apparire del 1392,
si recò a continuare i lavori di Castello Giovanni da Siena, non soprastando ai lavori della torre
soltanto, ma a quelli di tutta la ròcca, pei quali al Hi gennaio di quell'anno gli si fece man-
dato di lire 500. 8 Nò cessò per molto tempo di dirigere le costruzioni. L' 11 aprile gli Anziani
gli scrissero: «Carissimo nostro, volemo e sì te comandemo che di dinari che tu ài del nostro
Comune tu debij dare e pagare a maestro Dino de Domenegho muratore nostro citadino el quale

'Muratori, Ber. lini. Script., voi. XVIII, liis.

- Cronichetta oit.', p. 186.

*Arch. lìol. - Archivio ilei Comune, serie II, voi,
ile] 1HSS, ti. 40, e. Til r.

1 ('rimirili Ila oit., 187.

''Arch. boi. - Riformagioni, serie il, voi. del 1892
n. 58, e. !.">.
 
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