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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. IV
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Fasc. V
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0409
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MISCELLANEA

363

Ancona del Garofalo a San Valentino (pro-
vincia di Reggio-Emilia). — L'ancona del Garofalo
a San Valentino cadeva in rovina per l'aridità del
colore ed il continuo disgregarsi degl'intonachi. Fu
quindi provvidenziale l'opera di riparazione ordi-
nata dal Ministero della pubblica istruzione ed
eseguita dal signor Sidonio Centenari di Parma.
Così si è salvata una pittura dei primi tempi del
Garofalo, di grande importanza per la storia di
quest'autore. Rappresenta la Madonna seduta su
di uno scanno con bracciali dorati, sui quali sono
gettati drappi di un vivissimo rosso; essa è vestita
di rosso ed ammantata di azzurro, e stacca sul
fondo verde dello schienale del trono. Tiene ritto
sulle ginocchia il divin Bambino, che ha i capelli
biondicci in masse compatte, non ravvivate dai con-
sueti tocchi luminosi e dovati del maestro, ed ha
le forme tondeggianti e grassocce. Il basamento
del trono doveva essere ornato in origine da figure
a monocromato, ma di ose non si distingue più
clic un profeta nel mezzo : probabilmente le ligure
vennero cancellale da chi volle forse segnare lo
stemma dei nuovi patroni della cappella, ma non
tracciò che alcuni segui violacei di contorno ad
1111:1 nicchia nel mezzo e a due targhette laterali
ad essa. A sinistra di chi guarda sta Kant' Eleu-
cadio, con piviale ricamato a figure di Santi, e a
destra Santo Stefano in verde camice, che ha sul
petto un rettangolo dorato scintillante, a ricamo.
1 colori dell'ancona hanno molto sofferto; ma an-
cora splende il bianco argentato del camice dei
due Santi, del velo che circonda il collo della Ver-
gine, della mitra gemmata di Eleucadio con con-
torni di colore grasso; e ancora si intravvede la
bellezza dei rossi e dei verdi garofaleschi. L'ancona
ha una lunetta rappresentante Cristo deposto nel
sarcofago da due angioli, opera trascurata assai,
e dal maestro forse affidata alla mano di qualche
discepolo. L'angiolo a sinistra è in veste rossa lu-
meggiata di bianco, non del color rosso ciliegia
del Garofalo, senza intensità, senza velature, di
una grande crudezza. La testina dell'angiolo a de-
stra è segnata da contorni neri taglienti negli
occhi, nel naso, nelle labbra; gli occhi sono loschi
e con lumi bianchi stridenti. Quest'angiolo indossa
una veste di un giallo rosato, insolito nel Garofalo,
mancante di velature. Il Cristo è mal disegnato e
male modellato. È notevole che la mano del Cristo
mostri le dita rettangolari come nel Santo Stefano
dell'ancona, e che sia uguale la tinta della carne
del Santo stesso e quella dell'angiolo a sinistra

Archivio storico dell'Arte - Anno V, Fase. V.

nella lunetta rettangolare. Le mani delle altre figure
sono grasse e grosse, secondo usava farle il Garo-
falo, cosicché si potrebbe supporre che, tanto nel
Santo Stefano come nella lunetta, vi abbia preso
parte un aiuto del maestro. Lo studio dell'ancona
fa dubitare che non tutte le piccole Madonne in-
dicate come opera della giovinezza del Garofalo
siano veramente tali, o invece di alcuno dei suoi
discepoli, del discepolo stesso che avrebbe dipinta
la lunetta dell'ancona di San Valentino.

Predella del Lotto presso il municipio di
Jesi. — Nel municipio di Jesi si teneva entro una
cassa forte una meravigliosa predella di Lorenzo
Lotto, divisa in tre scompartimenti. Due di essi
rappresentano Sant'Agata innanzi al giudice ro-
mano e legata al carro, che i buoi non riescono a
tirare; il terzo rappresenta l'apparizione della Santa
ad una donna orante in una chiesa.

Quest'opera, piena di modernità, di movimento,
di luce, tenuta a quel modo cominciava a gua-
starsi: il colore si sollevava qua e là, i tarli la
corrodevano. Fu quindi necessario di muovere al
soccorso di essa, e vi andò il riparatore Luigi Bar-
tolucci, che, con grande diligenza, fermi) gì'into-
nachi sulle tavolette, distrusse il tarlo e nulla ag-
giunse all'opera preziosa, nulla parte alterò. E cosi
ora il capolavoro di Lorenzo Lotto può essere
esposto, insieme con le altre grandi e belle tavole
di lui possedute dal municipio di Jesi. Anche queste
sono state sin qui in un'absida di una chiesa sop-
pressa, battute dal vento od offese dal sole. E sono
in uno stato veramente pietoso! Il Ministero della
pubblica istruzione ha offerto al municipio il suo
aiuto, perchè non si abbia più a lungo a deplorare
tanta incuria e tanta irreverenza verso opere di
sì grande importanza artistica. Speriamo che fra
breve tutto sarà degnamente esposto in una sala
del grande e magnifico palazzo dell'antico comune.

Catalogo dei monumenti. — Con R. decreto
delli 21 agosto 1892 è stato costituito in Roma,
presso il Ministero della pubblica istruzione, un
ufficio per la compilazione del catalogo dei monu-
menti, « considerata la convenienza di dare unità
d'indirizzo e maggiore impulso agli studi ed ai la-
vori fatti fino ad ora per preparare il catalogo,
 
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