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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. VI
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Ridolfi, E.: La basilica di San Michele in Foro in Lucca
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0471

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LA BASILICA DI SAN MICHELE IX FORO IN LUCCA

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grandiosa che si conosca di quell'insigne artefice, cioè il battisterio pisano, per vedere se al-
trettanta corrispondenza passasse fra la basilica di San Michele e quell'edificio. Con grande
soddisfacimento, più che ci addentrammo in cotale studio, più ci apparvero caratteri identici
nell'una e nell'altra fabbrica, giacche, non solo le arcuazioni rette da colonne incassate che or-
nano il primo ordine del battisterio pisano sono molto simili a quelle che intorniano la basilica
di San Michele in Foro, ma la forma e decorazione delle finestre in quello aperto (non comuni
ad altri monumenti pisani del tempo) sono identiche a quelle delle tre finestre che illuminano l'absida
della chiesa lucchese; e a chiunque la esamini, quella somiglianza perfetta non può sfuggire.

Xò manca alla chiesa stessa la decorazione di una losanga a vari ricassi sotto ciascuna
delle arcate, decorazione comune ai monumenti pisani, e massime al duomo e al campanile,
fabbriche di poco anteriori al battisterio ; particolarità che ravvicina sempre più a quei monu-
menti lo stile della basilica di San Michele. Ora il battisterio pisano fu fondato l'anno 1152
o 1153 secondo lo stile pisano, nò è supponibile che cominciata un'opera di tale importanza, e
per condurre la quale con molta sollecitudine i Pisani fecero i più generosi sforzi, il valente
architetto (sia esso pisano o lucchese o d'altra parte d'Italia, il che finora non potè conoscersi),
la intralasciasse per portarsi a dirigere fabbriche altrove. Dunque Diotisalvi dovette essere in
Lucca a compiere la chiesa di San Cristoforo nel tempo precedente ; ed ecco che sempre più
ci avviciniamo a quegli anni in cui dalle memorie lucchesi e dalle considerazioni da noi fatte,
risulta che si lavorasse al compimento della basilica di San Michele, compimento datole nel 1143,
come dichiara il millesimo scolpito nel pilastro presso l'antico coro.

Nò a moltiplicare i raffronti, i quali non sono mai troppi in questioni siffatte, ometteremo
di notare che in un pilastro del battisterio pisano lasciò Diotisalvi scolpito il proprio nome e
il tempo del compimento suo.

*

* *

Nessuna notizia che si riferisca alla fabbrica troviamo nelle poche carte rimaste che at-
tennero al priorato di San Michele, tanto di questo secolo che del seguente ; e ciò è una nuova
prova che l'amministrazione della fabbrica era affatto separata da quella del patrimonio cano-
nicale. Ma il monumento ci mostra che sul finire del secolo xn o nei primi del susseguente,
tornavasi a lavorare intorno alla basilica, e se ne voleva abbellita la fronte da una ricca
facciata. Non può accertarsi se questa fosse stata compita e venisse poi trovata troppo semplice,
ovvero se (come è più probabile) la facciata della basilica fosse rimasta incompiuta dopo averla
condotta fino all'altezza delle navi minori, con la medesima decorazione di archi voltati su co-
lonne incassate che circonda tutto l'edilìzio. A compierla venne chiamato un artefice che teneva
la qualità di marmolario della cattedrale, e al quale devesi in gran parte la facciata di quella;
vogliam dire quel Guidetto che in essa lasciò il proprio nome insieme col ritratto proprio e la
data 1204. Non è invero provato da documenti, e nemmeno è noto se la facciata di San Mi-
chele precedesse o seguisse quella della cattedrale; ma che al medesimo scultore debbano at-
tribuirsi ambedue, lo prova evidentemente l'identità dello stile e la ripetizione nell'una e nel-
l'altra delle medesime forme e dei particolori ornamenti.

E questa pure, nel concetto di chi le diede principio, avrebbe dovuto avere un porticale
dinanzi a sè, seguendo le più antiche consuetudini, e ne fanno fede le impostature degli archi
lasciate nei contrafforti laterali, e le mensole ricorrenti lungo tutta la fronte che veggonsi pre-
parate a sorreggere l'armatura di un tetto. Ma quel concetto non venne posto ad atto da chi
la continuava, forse perchè, essendo le adiacenze della chiesa occupate, come dicemmo, da ca-
seggiati, e da quel ponte che tuttavia sussisteva pel passaggio della fossa Natale, l'erezione di
un portico avrebbe sempre più sminuito lo spazio davanti ad essa; ovvero perchè l'uso dei portici
andasse di questo tempo meno seguito come molte altre chiese della medesima epoca in Lucca
e in Pisa dimostrano; fatto è che la facciata fu eretta senza porticale, e l'opera di Guidetto
si trovò limitata alla parte di essa che si innalza superiormente al primo ordine di archi.
 
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