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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. VI
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Recensioni
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0494

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RECENSIONI

Storia della pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI,

per (i. B. Cavalcaseli^ e S. A. Crowk. Voi. V. —
Alcuni pittori e altri artisti fiorentini dell'ultimo pe-
riodo del secolo XIV e del XV, con sei incisioni. —
Firenze, Successori Lo Mounier, 1892.

Como gli altri volumi italiani di quest'opera, il
quinto, pubblicato da poco, non è una traduzione
propriamente detta del corrispondente volume in-
glese, ma una nuova elaborazione del ricco mate-
riale accumulato, secondo norme suggerite da re-
centi studi altrui e soprattutto dalla notizia di
documenti apparsi dopo che l'edizione inglese era
stata fatta. 11 vantaggio di una fiorente vecchiezza
mantiene vive e pronte per fortuna le forze del
Cavalcasene, antico e benemerito lavoratore, a cui
si devono le felici mutazioni e le aggiunte. 11 vo-
lume comincia con uno studio delle benefiche in-
fluenze che sui contemporanei e sui successori
ebbero tre potenti ingegni: il llrunelleschi, il Gio-
berti, il Donatello. TI resto è tutto occupato da
acute monografie sulle opere di Paolo Uccello, di
Bello Delli, di Andrea del Castagno, di Domenico
Veneziano, di Filippo Lippi, di fra Diamante e di
Jacopo del Sellaio. Ognun d'essi ò seguito nei casi
della vita, diligentemente ricercato, che or incep-

pano, or agevolano lo svolgersi dei loro ingegni,
e degl'ingegni è compreso sempre assai bene, a
parer nostro, il carattere, sulla scorta delle opere ;
intorno alle quali gli scrittori non ci sembra sol-
tanto che possano esser accusati di alcuna omis-
sione, ma nemmeno di freddezza nell' indagarne

| l'intimo spirito e il magistero esteriore dello stile.
All'istruzione che può derivarci da queste loro in-
dagini critiche si aggiunge il diletto che risulta
dalla varietà delle biografie e delle fisonomie mo-
rali degli artisti, di cui si ragiona, passandosi dal-
l'umore ghiribizzoso, ma rigorosamente scientifico,
di Paolo Uccello, alle vanità risibili di Dello, al-
tèro di essere stato onorato in Ispagna; agli stenti
del rude e forte Andrea del Castagno; alle avven-
ture romanzesche del Lippi. A giudicare dalla più
ampia trattazione dedicata a quest'ultimo, si di-
rebbe ch'egli sia il prediletto degli autori. Altro
non diciamo, che il libro, minutamente analitico,
si ribella ad una recensione che non debba essere
sommaria, solo aggiungendo che esso entra, accanto

' ai precedenti dei due autori, nel novero di quelli
che debbono stare in prima fila nella biblioteca di
un vero studioso.

G. C.
 
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