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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. I
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Rossi, Umberto: Il Museo Nazionale di Firenze nel triennio 1889-1891
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0035

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IL MUSEO NAZIONALE DI FIRENZE

NEL TRIENNIO 1889-1891

E collezioni del Museo nazionale hanno avuto in questi
ultimi tre anni notevoli aumenti: di alcuni si è già
fatto cenno in questo periodico, di molti altri forse
non s'è parlato, perchè per buona parte si tratta di
cose già note, trasportate al Bargello da altri luoghi
di Firenze. Però l'aver riunito questi oggetti d'arte
agli altri che già esistevano nello storico palazzo, la
esposizione loro più decorosa, l'opportunità di osser-
varli con agio, hanno fatto sì che su molti di essi i
giudizi degli studiosi si sono andati modificando: ed
io eredo che una breve rassegna dei nuovi acquisti
del Museo, non riuscirà sgradita ai lettori dell'Archivio.

La serie delle sculture è quella che più si è arric-
chita in confronto delle altre: il maggior numero è
pervenuto dai magazzini della R. Galleria, dove molti anni fa, con poco savio consiglio,
si accatastavano quadri e marmi, in parte tolti ai conventi soppressi, in parte frutto di
successivi scarti fatti tra le opere esposte. Di molti non si può accertare la provenienza,
causa le indicazioni sommarie degli inventari compilati senza cura e spesso privi perfino
delle dimensioni.

Fra gli oggetti più antichi v'è un bassorilievo di marmo del secolo decimoterzo, rap-
presentante San Fred/ano in abiti episcopali: fu tolto dal già convento di Sant'Agata, oggi
Ospedale militare, ed è interessante per il costume di cui si distinguono i più minuti par-
ticolari, persino nei guanti dove è ricamato VAgnus Bei.

Più recenti sono sei teste di differente lavoro, che si possono riferire al secolo decimo-
quarto e qualcuna forse al principio del seguente: hanno appartenuto a grandi statue mag-
giori del vero, e non è improbabile che possano spettare a quelle, oggi in gran parte per-
dute, che adornavano un tempo la facciata del Duomo appena incominciata. E noto che
quattro di esse, rappresentanti i dottori della Chiesa, furono decapitate e cangiate in poeti,
e si trovano al principio dello stradone di Poggio Imperiale: altre hanno subita la stessa
sorte e occupano alcune delle nicchie nel cortile del Palazzo dei Medici. È difficile dar loro
un'attribuzione, sia per rapporto al soggetto, sia per l'autore: le statue che decoravano la
facciata barbaramente distrutta nel 1587 erano molte e lavorate da diversi artefici, e le

Archivio storico dell'Arte - Anno YI, Fase. I. 1
 
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