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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. I
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Beltrami, Luca: L' Incoronazione della Vergine dipinta da Ambrogio Fossano, detto il Bergognone nell'abside della Basilica di San Simpliciano in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0064
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20

LUCA RKLTRAMI

d'arte cui spetta invece uno dei primi posti fra la serie dei capolavori della pittura lom-
barda nel periodo suo più fiorente: un'opera dinanzi la quale non si sente menomamente
la necessità di avere l'attestazione di una firma, o l'autorità di un documento, per pronun-
ciare il nome dell'autore, giacche i caratteri così spiccati ed originali del dipinto avvertono
subito che ci troviamo davanti ad un'opera del pittore Ambrogio Fossano, la più importante
forse fra le numerose dovute al pennello di questo singolare artista.

Il soggetto dell'affresco, l'Incoronazione della Vergine, ètra i preferiti dal pittore, che
più di una volta si compiacque illustrarlo col pennello.1 Nel centro della vasta superficie
sferica, la quale misura un diametro di m. 8.90 — corrispondente a braccia milanesi 15 — e svi-
luppa mq. 70 circa, il pittore dipinse la figura colossale del Padre Eterno che accoglie fra
le braccia la figura di Cristo nell'atto di porre la corona sul capo della Tergine, la quale
verso di lui si china colle mani congiunte: a destra e a sinistra, nella zona inferiore del
dipinto, stanno due schiere di santi rivolti verso il grandioso gruppo centrale, intorno al
quale si dispongono varie schiere di angeli aggruppati tre a tre, alcuni dei quali in atto
di suonare liuti, arpe, trombe, accompagnando così il canto di altri gruppi: tutte queste
figure, in numero di 70 circa, sono dipinte al naturale, mentre la figura sedente del Padre
Eterno misura in altezza più di quattro metri, e la larghezza del gruppo centrale è di
m. 3.50.

Già il Foerster, nella sua opera: Denkmaler italienischer Molerei, aveva constatato il gl'ave
deperimento del dipinto, prevedendone la totale rovina con queste parole: « Die Krdnung
Maria in der Absis von S. Simpliciano ist wohl nodi vorhanden geht al ter unter Gering-
schàtzung und durch Ternachlùssung ihres Zustandes dem unvermeidliclien untergangen
entgegen ». Ma in quest'ultimo ventennio il danno del progressivo offuscamento, cui si tro-
vava esposto, da quasi quattro secoli, il dipinto in causa del fumo, della polvere e delle
emanazioni, si era aggravato colla apparizione di larghe macchie di efflorescenze nitrose,
specialmente in corrispondenza alla mano sinistra del Padre Eterno, alla testa della Ter-
gine, divenuta poco meno che irreconoseibile e, in forma più estesa, in corrispondenza alla
zona inferiore di figure a destra del gruppo centrale. Il signor G. Frizzoni, nella sua qua-
lità di membro della Commissione conservatrice dei monumenti, si sentì in dovere, tre anni
or sono, di richiamare l'attenzione sopra questo progressivo deperimento, sollecitando gli
opportuni provvedimenti per arrestare il danno, non senza indicare come fra questi prov-
vedimenti potesse presentarsi la necessità del partito radicale di distaccare la pittura dal
muro, per sottrarla all'azione della umidità. La urgenza di un provvedimento, e la gravità
che questo poteva assumere di fronte alla importanza eccezionale del dipinto, mi indussero
a proporre anzitutto al E. Ministero della Pubblica Istruzione la costruzione di un solido
ponte di servizio, il quale permettesse di compiere una ispezione minuta di tutto l'affresco:
costrutto questo ponte di servizio nell'estate del 1890, mi accinsi allo studio delle cause dei
danni, e alla ricerca dei rimedi, coli'assistenza di una Commissione speciale, scelta nel
seno della Commissione conservatrice dei monumenti di Milano, nelle persone dei signori
nobile Fausto Bagatti-Talsecchi, cav. Gustavo Frizzoni, prof. Luigi Archinti, ai quali venne
pure aggiunto, per la competenza nella tecnica dell'affresco, il prof. Luigi Cavenaghi.

L'esame minuto dell'affresco, ed alcune piccole prove di pulitura parziale persuasero
ben presto la Commissione come sotto le efflorescenze nitrose — le quali si potevano to-
gliere senza grande difficoltà — sussistesse ancora, in condizioni abbastanza buone, il colore;
cosicché la gravità del danno dipendeva, più che altro, dalla maggiore o minore facilità
colla quale la efflorescenza avrebbe potuto ripresentarsi, dopo che fosse stata accuratamente
rimossa.

Per decidere su questo punto non vi era che un metodo sperimentale da adottare:

1 Vedi l'affresco nell' abside di sinistra della navata trasversale nella Certosa di Pavia, e la tavola proveniente
dalla chiesa di Nervi ano, ora alla Pinacoteca di Brera.
 
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