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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Gnoli, Domenico: Luigi Capponi da Milano scultore
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0129

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nella bocca semiaperta del San Giovanni. Disgraziatamente lo scultore ha adoperato un
marmo venato, e alcune macchie cadono appunto nella parte superiore del viso del Santo ;
ma quella testa della Madonna, abbandonata con tanta pietà, e quella parlante del San Gio-
vanni, con quelle ciocche di ricci che gli cadono sulle spalle, hanno qualche cosa di così
caratteristico che una volta vedute non si dimenticano facilmente.

L'autore di questo altare è una vecchia conoscenza per chi abbia pratica della scultura
romana di quel tempo, è come una persona con cui ci eravamo trovati più volte, ma senza
saperne il nome. E in primo luogo è proprio lui l'autore di un'altra tavola d'altare, ora ad-
dossata ad una parete laterale, che si conserva nella cappella di San Giovanni Evangelista

PALIOTTO D'ALTARE A SAN GREGORIO AL MONTE CELIO

(Fotografìa de' fratelli Alinari).

nel Battistero Lateranense. Non sono che due figure: il papa San Leone I, di cui il nome
è inciso presso a' suoi piedi, inginocchiato in atto di adorazione avanti a San Giovanni Evan-
gelista, che tiene in mano un calice dal quale esce un serpentello, forma in cui lo troviamo
più volte rappresentato.

Sull'identità dello scultore è inutile insistere, risultando evidente specialmente dalla
figura di San Giovanni, che e quasi una ripetizione dell'altra; senonchè l'esecuzione è meno
lina, e la faccia del San Giovanni, pur conservando la stessa fisonomia, è però schiacciata,
e la bocca grande e sporgente. Del resto la figura è mossa e panneggiata ugualmente (si
notino in particolar modo le pieghe lungo il braccio formanti un zig-zag con regolarità
quasi geometrica) e l'analogia delle due figure è tale da far credere che appartengano,
press'a poco, allo stesso tempo.

La figura inginocchiata di San Leone richiama invece immediatamente alla memoria
i bassorilievi dell'altare di San Gregorio nella chiesa di questo Santo sul Monte Celio, dove
la figura di San Gregorio è sorella carnale di questa. Lo scultore ha un modo suo speciale
di far le teste di profilo: sotto al naso scende una linea perpendicolare che piega ad angolo
retto lungo la mandibola inferiore, risale ad angolo retto dietro l'orecchia, e di nuovo ad
 
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