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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Gnoli, Domenico: Luigi Capponi da Milano scultore
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0132
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D. GNOLI

Queste opere del nostro Capponi formano un gruppo notevole ed eccezionale. Nell'in-
tervallo fra Paolo Romano e Michelangelo la statuaria in Roma non ebbe vita propria, come
l'ebbe a Firenze e altrove, ma servì alla decorazione, e la statua, nella posa, nell'atteggia-
mento, perfino nei partiti delle pieghe, s'adattò al vano della nicchia. Anche la figura a
basso o a mezzo rilievo, incorniciata entro alle linee architettoniche de' sepolcri o degli
altari, ebbe poca libertà di movimento. Di azioni in rilievo indipendenti dall'architettura
non abbiamo in quell'età che rarissimi esempi. Il Capponi, o fosse caso o a ciò abbia con-
tribuito egli stesso, ci ha dato egli solo due tavole d'altare e tre storie, staccandosi così
dalla schiera degli scultori suoi contemporanei in Roma.

Ne' piedestalli de' pilastrini che incorniciano le storie di San Gregorio è scolpito il giglio
fiorentino, una marca colle lettere B. M. e dentro a uno scudo una botticella di ruota con
otto raggi. Non c'è bisogno di ricorrere agli stemmari fiorentini per sapere a chi appar-
tenga quest'arme, e chi sieno perciò i committenti inginocchiati presso a' Santi Sebastiano
e Rocco, poiché la stessa arme si ritrova nei piedestalli del monumento dei fratelli Anto-
nio e Michele Bonsi, collocato ora nel quadriportico avanti alla stessa chiesa. Questo monu-
mento, riguardato come uno de' migliori di quell'età in Roma, non si distacca nelle linee
generali dai tipi comuni se non in un punto; che cioè, invece della figura giacente sul-
l'urna, abbiamo in questo i busti de' due fratelli entro a due tondi, in una zona che sostiene
l'urna. Il frontespizio a conchiglia, l'ornato del fregio sopra l'architrave, lo scomparto dello
spazio sull'urna in tre quadri rettangolari, e perfino l'atteggiamento e la fattura della Ma-
donna, ricordano il monumento d'Eugenio IV d'Isaia da Pisa. Nessun dubbio che il monu-
mento Bonsi sia opera anch'esso del nostro Luigi. Lo stesso gusto, la stessa finezza di
decorazione, la stessa fattura ne'due busti co'capelli a ricci, la stessa ondulazione nelle
vesti degli angeli, in ogni parte infine lo stesso scalpello. Solo in quest'opera, meglio che
nelle precedenti, risalta il gusto, la linezza, l'eleganza del decoratore.

A questo punto sorge spontanea una dimanda: quel Giacomo della Pietra, che figura
per primo nel contratto pel monumento Brusati, che parte ha avuto nell'esecuzione di esso?
o non ne ha avuta alcuna? È uno scultore di figura? o d'ornato? o uno scalpellino? Una cosa
non è dubbia, che cioè un solo artista è autore della decorazione architettonica e degli ornati
del monumento Brusati, di quello Bonsi, dell'altare della Consolazione, del paliotto di San Gre-
gorio: per tutto lo stesso gusto, le stesse forme, la stessa fattura. Aggiungo un particolare
caratteristico, e che corrisponde quasi alla firma dell'autore: quei festoncini di perle che ab-
biamo veduti tra le mensole del monumento Brusati corrono ugualmente lungo il fregio
dell'altare di San Gregorio, e di nuovo nel monumento Bonsi nella fascia su cui posano gli
angeli e la Madonna, e tornano mutati in piccole fogliuzze nel fregio dell'altare della Con-
solazione. E fili di perle o di fogliuzze, sua continua predilezione, s'intramezzano dapper-
tutto, a festoncini o pendenti, tra le cornucopie, le tazze e le lampade. Ciò posto, convien
ritenere o che quel Giacomo della Pietra sia l'autore delle decorazioni, ed abbia seguito il
Capponi in tutti i suoi lavori, ovvero che non abbia avuto nessuna parte in nessuno di essi.
Ma la prima ipotesi non regge: infatti nell'altare di San Leone I, dove non sono che due
figure e che certamente è opera del solo Capponi, anche lì abbiamo, in mezzo a due fe-
stoni di frutta simili a quelli dell'urna del monumento Brusati, pendente dall'alto una lam-
pada, simile a quelle pendenti entro i pilastri del monumento Bonsi, e decorata anch'essa
d'un filo di perle pendente a festone e ricascante ai due lati. È dunque lui, il nostro Luigi,
l'autore dei festoni e delle lampade, quegli che ama sospendere qua e là i fili di perle. Un
altro argomento abbiamo nelle bizzarre nuvolette dell'altare di San Gregorio e del Croce-
fisso della Consolazione, che si ripetono, perfettamente uguali, nel frontone della cornice
architettonica di quest'ultimo; il che dimostra che uno solo, il Capponi, è autore delle figure
e delle decorazioni. Quel Giacomo della Pietra marmorario convien credere che fosse o in-
traprenditore, o semplice tagliatore di pietre, o esecutore e bozzatore de' lavori del Capponi,
o che, pur essendo scultore, per ragioni a noi ignote non avesse parte nell'esecuzione del
 
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