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Archivio storico dell'arte — 6.1893

DOI issue:
Fasc. II
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Fabriczy, Cornelius von: Il libro di schizzi d'un pittore olandese nel Museo di Stuttgart
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0147

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IL LIBRO DI SCHIZZI D'UN PITTORE OLANDESE NEL MUSEO DI STUTTGART 109

di Ostia, tempio della Sibilla a Tivoli; vi si trova anche una pianta del teatro di Antibes
nella Francia meridionale). Yi sono anche rilevati alcuni pochi monumenti cristiani (S. Co-
stanza, S. Maria Egiziaca, Spoglia Cristi), anzi c'è pure la pianta per una casa moderna.
Il resto dei fogli è riempito con carte geografiche delle isole del mare Egeo. Secondo alcune
leggende sul foglio 20, riferentisi ad avanzi architettonici trovati in un vigna di Bindo Alto-
viti, l'origine del codice in questione si deve mettere nel secondo decennio del Cinquecento.
Esso viene anche citato dallo Stevenson nel Bullettino archeol. comun. di Roma, 1888, p. 270
(dove si trovano pure pubblicati due de' suoi disegni) e dallo stesso autore nel Resoconto
delle conferenze dei cultori dell'Archeologia cristiana, 1888, p. 260.

h) Segue il libro di schizzi nel Museo Wicar di Lille, disegnato fra gli anni 1520
e 1530 ed attribuito, tempo fa, a Michelangelo. Recentemente però, il barone di Geymuller
ha dimostrato con tutta certezza, che i suoi autori furono i nepoti dei due fratelli da San-
gallo, cioè Bastiano detto Aristotile (1484-1551) e Giov. Battista, il gobbo (nato 1496);
(cfr. Mémoires de la Société nationale des Antiquaìres de France, t. XLY (1884), p. 243 seg.,
e Raffaello studiato come architetto, Milano, 1884, p. 29, n. 31). Accanto ad alcune delle
opere del Brunelleschi, Bramante e Michelangelo, il nostro libro comprende per la maggior
parte rappresentazioni de'monumenti antichi di Roma e dei suoi dintorni fino a Yiterbo, Be-
nevento, Fola, e specialmente anche in numero abbondantissimo particolari di essi. In quanto
a ragguagli più particolareggiati del suo contenuto cfr. L. Gonse, Le Musée Wicar, nella Gazette
des beaux-arts, 1876, t. II, p. 406 seg., e il Catalogo del Museo Wicar dì Lille, ivi, 1886.

/) Il celebre taccuino di Baldassare Feruzzi (1481-1536) nella Biblioteca Comunale di
Siena, benché consacrato quasi per intiero ai propri progetti del maestro (di cui se ne tro-
vano parecchi che precedono di pochi anni la sua morte), è pure da inserire nella nostra
lista, poiché occasionalmente vi si trovano intercalati pure alcuni studi su monumenti
antichi (v. su di esso A. Jahn, nei Jahrbucher fur Kunstwissenschaft, Leipzig, 1872, t. Y,
p. 171 seg., e Dr. Matz nelle Nachrichten der K. Gesellschaft der Wissenschaften in Gòttingen,
anno 1872, p. 51).

k) È da rammentare qui anche un taccuino presso il conte di Leicester a Holkham
Hall, composto di trentacinque fogli di disegni di parecchi de' discepoli di Raffaello, ed ai
tempi andati posseduto da Carlo Maratta; poiché il suo contenuto nella maggior parte
consiste in dettagli architettonici di edifizi antichi romani, ed anche in alcune vedute,
di cui purtroppo pochissime sono da identificare con certezza. 11 resto de'suoi disegni, come
sarebbero copie di statue, di rilievi, di anni e di suppellettile antica, progetti per grottesche
con amori, mostri marini ed infine la riproduzione di una delle composizioni sulla volta
della cappella Sistina, è di minore importanza. Per la descrizione particolareggiata dei sin-
goli fogli è da vedere I. D. Passavant, Rapitaci d'Crbin, Paris, 1860, t. II, p. 517-522.

/) Su i taccuini dell'architetto francese Jacques Androuet Du Cerceau (c. 1510-85)
che viaggiava in Italia Ano all'anno 1533, raffiguranti monumenti antichi e moderni di Roma
coi loro dettagli, ci istruisce ampiamente Enrico di Geymuller nel suo libro: Les Du Cerceau,
Paris, 1887, p. 105 seg. I detti taccuini si conservano nei Gabinetti di stampe di Monaco,
Parigi, Berlino e presso i signori Destailleurs e Dutuit a Parigi.

m) Del libro di schizzi di un artefice fiammingo (c. 1550) posseduto da Ippolito
Destailleurs a Parigi, e contenente cento rappresentazioni di monumenti architettonici per
lo più romani, ma anche alcuni della Francia meridionale (eccettuato un modello per
San Pietro non vi se ne trovano di moderni; molti dei disegni sono invenzioni libere
del loro autore, così una gran parte degli edifizi circolari raffigurati su 37 fogli), tratta il
Geymuller nella testé rammentata sua opera a p. 38 e 112 seg. Egli propende a ravvisare
in questi disegni la mano dell'intagliatore di Anversa Gerardo de Jode (1521-91), editore
della raccolta di venticinque stampe, intitolata: Ruinarum varia rum fabricarum Delinea-
tiones, e li crede copiati dagli schizzi di un maestro sconosciuto, i quali servirono anche
di modello a Fra Giocondo per una delle sue raccolte rammentate più sopra sotto la lettera e).

Ai chi via storico dell'Arie - Anno VI, Fase. II.

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