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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Fabriczy, Cornelius von: Il libro di schizzi d'un pittore olandese nel Museo di Stuttgart
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0156

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118

C. DE FABRICZY

fol. 81, n. 204, a. 13.6, 1. 19.5. Disegno a penna leggiero, ma eseguito con cura, raf-
figurante una parte di una città italiana, nella quale spicca la veduta di una basilica col
suo atrio e campanile (nella maniera delle prime basiliche romane). Nel piano di mezzo
rovine d'acquedotti, in quello di dietro montagne.

fol. 81, n. 206, a. 13.5, 1. 19.5. Eseguito come il n. 204. Veduta di città italiana. Nel
mezzo una porta di città, che ha qualche somiglianza colla porta Augusta di Perugia; a
sinistra la facciata di una chiesa a tre navi, di cui quella di mezzo sorgente più in alto e
decorata di gallerie (a guisa delle chiese romanze di Pisa e Lucca); più indietro un'altra
chiesa con alto campanile dei primi secoli cristiani. A destra di nuovo una chiesa con un
loggiato ad archi tondi, sorretti da pilastri.

fol. 81, n. 208, a. 11.4, I. 19.2. Come il n. 204. Castello medioevale merlato con torri,
situato su una collina, a cui si appoggia un gruppo di case. Carattere italiano.

fol. 81, n. 209, a. 13.8, 1. 19.5. Come il n. 204. Veduta della facciata di S. Maria in
Cosmedin a Roma, col campanile a destra, raffigurante lo stato di essa prima del restauro
eseguito sotto Clemente XII (1667-69). Il disegno del nostro artista conferma quello pub-
blicato dal Crescimbeni {Moria di S. Maria in Cosmedin, Roma 1715; e Stato della chiesa di
S. Maria in Cosmedin, Roma 1719). Il portico, attaccato alla facciata dal lato di fuori ed
eccedente nella sua lunghezza la larghezza delle tre navi, ha otto arcate appoggiate su
piloni, sul cui dinanzi sono collocati dei pilastri semplici; le arcate sono chiuse da muri che
si alzano lino all'altezza delle imposte degli archi; nel muro che ricorre sopra di esse si
trovano finestre quadrate corrispondenti a ogni altra arcata (ora ce ne sono sopra ciascuna
delle sette arcate che al presente formano il portico, il quale, del resto, adesso nella sua
lunghezza non eccede la larghezza delle tre navi). Innanzi alla quarta arcata sporge, sor-
retta da quattro colonne e coperta da una volta a botte, una edicola, che serve da entrata
nel portico e di lì nella chiesa (esiste ancora in forma alquanto tramutata). Sul muro che
chiude la quinta arcata (contando da sinistra a destra), il nostro artista ha raffigurata,
appoggiata contro di esso, la Rocca della ATerità. Ed infatti, sappiamo dall'autore sopraci-
tato, che essa non venne traslocata al suo posto odierno nell'interno del portico se non
nell'anno 1632, e che prima stava proprio nello stesso luogo che le assegna il nostro di-
segno. Il muro che, nel mezzo della facciata, corrisponde alla nave di mezzo della chiesa,
termina in alto con una grande curva (come si vede oggi ancora sulla facciata di Ara-
coeli e di S. Maria in Trastevere) ed ha il solito grande « occhio » delle antiche basiliche
romane, che però oggi non esiste più, essendo stato chiuso nel restauro di Clemente XII.

fol. 82, n. 215, a. 18.5, 1. 27.5. Disegno a penna assai delicato, lavato leggermente a
bistro (corrisponde nella fattura al n. 233 (vedi questo più avanti), e come questo pare
eseguito dall'artista nei suo viaggio prima eh' egli giungesse a Roma). Nel primo piano a
sinistra una chiesa gotica con campanile nello stile dei primi secoli cristiani; il lato destro
del disegno è occupato da un paesaggio di carattere italiano, con alcuni gruppi di edilizi,
fra i quali un convento situato su una collina, cinta da muro merlato.

Sul rovescio di questo foglio si trova il disegno n. 216, eseguito a penna nella ma-
niera del n. 231 (vedi questo più avanti), e raffigurante rovine di monumenti antichi, che
però non offrono nessun particolare o segni distintivi da poterli identificare. A destra, nel
piano di mezzo, spicca da un muro di recinto, che si estende in lungo, un'alta parete di
rovine con finestre grandi, chiuse ad ardii tondi.

fol. 83, n. 217, a. 20.8, 1. 28.4. Disegno a penna, lavato fortemente a seppia. Nell'an-
golo superiore destro del foglio si legge in olandese l'iscrizione: « te milaenen » (a Milano).
È rappresentata una piazza, che si approfonda verso il mezzo del disegno, circondata da
edilizi : a sinistra un loggiato di sei arcate, poi segue verso la destra il lato di dietro di
una chiesa con un alto campanile e una abside semicircolare, divisa da lisene (pilastri) fra
le quali si stende una doppia fila di finestre, piccole quelle superiori, grandi quelle infe-
riori. Il campanile come l'abside sono di stile romanzo e stanno appoggiati contro la parete
 
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