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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Fabriczy, Cornelius von: Il libro di schizzi d'un pittore olandese nel Museo di Stuttgart
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0162

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124

C. DE FABRICZY

fol. 95, n. 246, a. 19.5, 1. 28. Disegno come il precedente. Prospettiva di una città
italiana situata sullo rivo d'un fiume, congiunte da un ponto a cinque archi.

fol. 95, n. 247, a. 18.6, I. 27.5. Disegno corno il precedente. Veduta della chiesa di
Santo Spirito in Borgo e dell'attigua porta S. Spirito, quest'ultima in istato di costruzione.
Fu cominciata nel 1545 da Aut. da Sangallo, il giovane, ma non mai terminata fin ad oggi,
(cfr. Vasari, VII, 217, e Muntz, Les antiquités de Rome, 1886, p. 144, alla data del 26 set-
tembre 1545). La parte sinistra del foglio è occupata dalla chiesa ricostruita nel 1538-44,
per opera di Aut. da Sangallo (cfr. Vasari, IV, 604, n. 3). 1 Di essa si vede la metà della
facciata ed, in iscorcio, il lato destro della nave longitudinale col campanile in fondo della
nave laterale destra, unico avanzo questo clic risale ancora ai tempi di Paolo 11 (1471),
prima che tutto l'ospedale fosse da Sisto TV riedificato. Segue, attaccato alla nave laterale,
il palazzo a tre piani che contiene l'ospizio dei trovatelli, e dopo questo, chiudendo la
strada, il lato anteriore della porta S. Spirito, che occupa proprio il mezzo del nostro foglio.
La metà destra di esso è riempita da parecchi edilizi di villa senza importanza architetto-
nica, distribuiti sul pendìo di una collina clic sorge a destra della strada, E una parte del
terreno occupato oggi dalla villa Barberini al pie del Gianicolo.

fol. 96, n. 24S, a. 19.8, 1. 28. Disegno a penna trattato nello stilo dei n. 229 e 247,
segnato sul margine destro in alto: « sanct selcoo te milaenen » (S. Celso a Milano). TI foglio
intiero è occupato dal la velluta, eseguita a grande scala, della chiesa di S. Maria presso S. Celso
a Milano, cominciata nel 1493 dal Dolcebuono, Solari ci] altri, terminata nel 1533 da Cri-
stoforo de' Lombardi e nell'interno ornata da Galeazzo Alessi (cominciando dal 1564). La
veduta è presa dal lato nord dell'edilizio, dall'odierna strada di Quadronno (cfr. il n. 233
colla prospettiva della stessa fabbrica dal lato sud). Essa va segnalata per la grande esat-
tezza nella riproduzione sì delle proporzioni dell'insieme, come dell*1 particolarità architet-
toniche. Dinanzi alla facciata si vede creilo un ponte o palco per costruzione di essa; si
scorge che quest'ultima non è ancora cominciata sulla faccia della nave laterale sinistra, e
per conseguenza si deve inferire che" il nostro disegno ebbe origine poco dopo che fu ini-
ziato il lavoro in questione, e cioè circa al 1570, poiché il Vasari (VII, 555) ci racconta che
esso nel 1568, quando stampò la seconda edizione delle sin1 Vite, era già in corso d'ese-
cuzione e poiché sappiamo essere la facciata stata compiuta nel 1572 da Mart. Lunghi,
secondo il modello di Cai. Alessi (cfr. Mongeri, L'arte in Milano, p. 226 seg.). TI nostro
disegno ci fa vedere tutto il lato settentrionale della chiesa, l'abside del coro e la cupola
eretta sulla croce. Tutti i particolari esterni di queste parti della fabbrica sono fedelmente
e minutamente riprodotti, come abbiamo potuto verificare sul luogo stesso. L'artista scelse
il posto donde rilevò il suo disegno di maniera, che l'alto campanile di S. Celso restasse
nascosto dietro il tiburio della chiesa da lui raffigurata.

Sul tergo di questo foglio si vede, eseguito da altra mano posteriore, in disegno a penna
lavato a bistro, un paesaggio nordico con una specie di castello medievale nel piano davanti.

fol. 139, n. 383, a. 27, I. 42 cui. Disegno nella maniera del n. 245; il piano davanti
in stile largo, libero, quello di mezzo e di dietro in esecuzione più lina e curata. Prospetto
dell'isola di S. Bartolomeo e delle parti vicine della città su ambedue le sponde del Tevere,
preso dalla ripa di quest' ultimo presso S. Bartolomeo al Ghetto, veduto perciò nel senso
del corso del fiume. A sinistra sorgono sopra le casuccie basse i muri del palazzo Savelli,
costruito sulle rovine del teatro di Marcello; al di là del ponte Quattro Capi si vedono
nell'ultimo piano sul Colle Palatino alcuni degli avanzi del palazzo de' Cesari. Sull'isola
stessa si alzano dal mucchio delle case i due campanili di S. Giovanni Cai abita, a sinistra,
e di S. Bartolomeo all'Isola, a destra, quest'ultimo l'unico avanzo dell'edilizio originario
eretto nel 1001 da Ottone UT. Si chiude la veduta a destra col ponte S. Bartolomeo ed un

1 Nella nota del Milanesi è attribuita a Baldassare (f 1536). Credo ad ogni modo che sia opera del Sangallo.
 
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