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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Recensioni
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0174

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RECENSIONI

Filippo Brunelleschi, Sein Leben unti seine Werke von
Cornei von Fabriczy. — Stuttgart, Cotta, 1892, in-8,
di ]>p. xxxix-636.

Il nuovo libro merita una festosa accoglienza,
essendoché per la prima volta tutto quanto con-
cerne la figura del grande architetto è sottoposto
alle indagini più severe ed alla trattazione più
particolareggiata.

Nell'introduzione (da p. ix a p. xxxix) si ha
la rassegna della letteratura (die riguarda Far-
gomento. Naturalmente la massima attenzione è
rivolta alla fonte più antica, a quella biografia clic
scritta nella seconda metà del secolo xv, fu pubbli-
cata solo al principio di questo secolo. 1 11 signor
Fabriczy approva le conclusioni del Milanesi sulla
persona del biografo; crede che stendesse la sua
biografia quando già da quarant' anni era morto
Filippo, col quale non ebbe famigliarità: alla di-
stanza di tanti anni scriveva, perciò, massima-
mente dietro la testimonianza altrui, ed anche si
lasciava guidare dalla tradizione, che ben presto
si andò formando. 11 Manetti non merita sempre
{'odo; egli per predilezione del proprio eroe, in
qualche parte del suo lavoro accoglie favole come
se fossero la più genuina verità; ma non si deve
credere che in ciò segua deliberato proposito, ma
ingenuo convincimento; come contemporaneo del
grande artefice e per aver ricevuto informazioni
da quelli che lo conobbero, si deve farne un gran

1 Da Domenico Moreni, nel 1812, insieme colla vita
dello stesso artefice lasciata dal Baldinucci. Spetta al
signor Milanesi il merito di aver dimostrato che fau-
tore di quello scritto fu Antonio di Tuccio di Mara-
bottino Manetti, il quale è pure autore della famosa
novella del Grasso legnaiuolo.

conto. Un manoscritto assai più breve di pugno
del Manetti stesso conservasi in un codice Maglia-
bechiano; ma il signor Fabriczy non crede ben
certo che sia prodotto originale. Dopo di questo
fu scritta una vita del Brunelleschi dall'autore di
una serie di biografie d'artisti, della quale non
rimane il testo; però quello scritto conosciuto come
« Libro di Antonio Billi » fu quasi copiato da
due diverse persone, e dall'esame e confronto di
tali copie se ne può con una certa probabilità
determinare il contenuto. Di esse il critico ha fatto
diligente studio, ha riconosciuto per la prima volta
(die sono copie del libro del Billi, ed è riuscito con
molta verosimiglianza a stabilire i rapporti che
hanno coll'originale comune. Nell'introduzione ac-
cenna solo le conclusioni, avendo egli trattato questo
particolare argomento nell'Archivio storico italiano 1
e in una appendice del volume che stiamo esami-
nando. 2 Quanto al Vasari, oltreché del biografo più
antico, si servì dello scritto del quale rimangono le
dette copie; se qualche notizia si trova solamente
presso di lui, c'è ragione di essere guardinghi nel-
l'accettarla. Pure, esso godette autorità incontestata
anche dopo la pubblicazione della biografìa del
Manetti; è necessario arrivare fino a pochi anni
da noi per trovare degli studi veramente critici;
ma, come già accennai, nessuno aveva affrontato
in tutta la sua ampiezza il non facile tema. Ve-
diamo adunque per sommi casi la trattazione che
ne fa il nostro autore.

1 Serie V, tomo VII, anno 1891, pp. 299-3G8. D libro
di Antonio Billi e le sue copie nella Biblioteca Nazionale
di Firenze.

2 Un'altra biografia del Brunelleschi fu scritta da
Giovan B. Gelli, ma il signor Fabriczy non potè otte-
nere facoltà di esaminarla.
 
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