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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0180

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142

RECENSIONI

dopo la morte di lui non succedette altri nella
direzione, e gli artisti scelti da lui stesso termi-
narono le parti decorative. Questi furono Luca
e la sua scuola, Donatello e Desiderio, e final-
mente Giuliano da Maiano, l'opera del quale non
si sa bene in die consistesse. Può essere che nel-
l'ordinamento generale il sommo artista siasi ispi-
rato a qualche antico edificio sepolcrale: oggi però
non ne rimane nessuno che possa valere come im-
mediato esemplare. Il partito adottato nel portico,
di un'arcata che s'imposta nel mezzo di un inter-
colonnio architravato, ricorda certe fabbriche della
decadenza, che il Brunelleschi non potè vedere, ed
è probabile che si ispirasse a quello che si vede
nell'interno del Battistero; ma, ad ogni modo, egli
sotto ogni riguardo superò l'esemplare. Le coppie
di pilastrelli si riscontrano in un monumento di
Donato anteriore alla Cappella, ma potrebbe darsi
che allo scultore venisse suggerito dall'amico archi-
tetto. L'interno è assai più perfetto ed armonioso di
quello della Sagrestia vecchia, il (piale progresso
prova indirettamente che quest'ultimo edificio è ante-
riore. L'unica parte della decorazione che non ri-
sponde all'armonia e bellezza del resto è la finestra
del coro ; e non è bello l'impiego dei pilastri delle can-
tonate. I capitelli hanno un tipo comune, ma sono
eseguiti almeno da due mani diverse. Eorse già
esistette, e certo era preordinata, la dipintura delle
pareti, la quale avrebbe fatto valere assai meglio
la l'elice composizione di questa che è la più bella
fra le opere del Brunelleschi e una delle più per-
fette del Rinascimento.

Nel tempio degli Angeli il grande novatore
volle dare un esempio di edifizio a ordinamento
centrale vero e proprio. Disgraziatamente l'origi-
nale concetto non ebbe attuazione intera, ed oersi
non abbiamo che dei ruderi. Si può quasi con cer-
tezza determinare quali fabbriche antiche abbiano
fornito l'esemplare; quanto alle modanature, la
semplicità e uniformità del loro profilo si spiega
colla scarsezza dei mezzi disponibili.

Il capitolo sesto tratta dell'ospedale degl'In-
nocenti, della Badia di Fiesole, del chiostro di
Santa Croce e della loggia di S. Paolo. Di queste
fabbriche, l'unica per l'attribuzione della quale
soccorra 1' autorità del più antico biografo, è l'ospe-
dale. Esso veramente non parla che del portico,
ma è ben certo che al Brunelleschi si debba il
disegno dell'intero edifizio, come si vede anche
dall'altra breve biografia attribuita allo stesso
Manetti. 11 grande architetto non fornì un modello

come asserisce il Vasari, bensì un disegno. L'ana-
lisi delle forme fanno scorgere certe differenze
rispetto a quelle delle altre fabbriche del Brunel-
leschi, le quali persuadono a vedere in questa un'o-
pera anteriore. Il primo cortile è povero di de-
corazioni, ma nel secondo quelle colonne sono
sgraziate e quei capitelli ionici sono di troppa
rozza fattura, perchè se ne possa assegnare il di-
segno al sommo artista. Riguardo alla Badia fie-
solana le testimonianze contemporanee non sono
troppo concordi; nessuna poi ci fa conoscere il
nome dell' architetto. Giacché non si può credere
che Vespasiano da Bisticci ne faccia architetto
Timoteo Maffei, come sembrerebbe a prima giunta.
Anche per un altro punto si potrebbe errare at-
tenendosi alle parole del famoso libraio; difatti
esso non rammenta neanche Piero figlio di Cosimo,
mentre da parecchie altre testimonianze autorevoli
a lui si fa merito di aver innalzata a sue spese
la chiesa. L'apparente contraddizione si può spie-
gare così: Piero innalzò realmente a proprie spese
quella parte della Badia, ma essendo ciò avvenuto
mentre ancora viveva Cosimo, che così pare, sotto il
patronato di quest'ultimo si considerò tutta intera la
impresa. Quanto all'architetto, l'autorità del Vasari,
che nomina il Brunelleschi, non basterebbe, se
l'esame dell'edificio stesso non ci obbligasse a cre-
dergli; nella chiesa infatti, dove l'ordinamento è
chiaro e semplice, sapiente la distribuzione della
luce, modesto il profilo delle modanature, si ha una
schietta opera del grande artefice ; il convento de-
riva da un disegno di lui, ma differiscono dalla
sua maniera le forme architettoniche. Delle note-
volissime sculture in pietra che adornano varie
parti della fabbrica, una sola, per le linee generali,
manifesta lo stile di lui: è il pulpito del refettorio,
del quale è evidente l'analogia con quello di Santa
Maria Novella. Ora che ho indicato per fuggevoli
! cenni alcune opinioni dell'autore su quelle impor-
tanti fabbriche del Rinascimento che sono la Badia
e l'ospedale degl'Innocenti, credo opportuno ri-
chiamare 1' attenzione del lettore su due appendici
del nostro libro, che si riferiscono ad esse. Il signor
Eabriczy avendo, dopo aver data alle stampe la
sua opera, scoperto i libri delle spese occorse per
la edificazione delle due fabbriche, ne rende in
quelle appendici un esatto conto e ne pubblica i
passi più importanti. Molte notizie apprendiamo
che non ci saremmo aspettate ; altre vengono a
: confermare le vecchie opinioni; fra le prime, oltre
| al nome degli autori delle sculture di Badia, di-
 
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