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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0186

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148

RECENSIONI

nella scelta dei mezzi, libertà di forma! Ecco l'u-
nico modo per togliere l'arte ai monopoli scanda-
losi delle cricche che oggi pontificano spadroneg-
gianti ! Queste parole severe ci fanno adunque cuore
a sperare nell'avvenire della Battaglia, a cui le vit-
torie non mancheranno del certo se la bandiera
sarà rispettata e difesa.

A. M.

Gustavo Frizzoni. La Galleria Morelli in Bergamo. De- i

scritta ed illustrata con 24 tavole fototipiche. —
Bergamo, stab. tipo-litografico frat. Bolis, 1.S92.

Colla conosciuta sua versatilità e larghezza di no-
tizie e particolari il dottor Frizzoni pubblicava or
ora una elegante monografia sulla raccolta lasciata ;
dal Senatore Giovanni Morelli alla città di Ber-
gamo, con generosa disposizione testamentaria. Volle
il Morelli, sebbene nativo di Verona, favorire di
preferenza questa città, dov'era egli cresciuto, e i
che aveva più volte rappresentato al Parlamento.

Scopo dell'autore della monografia si è di mo-
strare, colla rassegna delle opere insigni ora esposte
in Bergamo, non solo l'acutezza critica del Morelli,
ina ancora i sani criteri artistici da lui seguiti
nell'acquisto delle opere d'arte, con cui volle for-
marsi una collezione. La pinacoteca Morelli infatti,
quale vedesi ora, c'insegna a meraviglia a quale
risultato si possa giungere in un limitato volgere
di anni, anche con mezzi pecuniari relativamente
modesti. Il pregio della medesima sta principal-
mente nella varietà dei generi e dei tempi a cui
le numerose opere appartengono.

Uno sguardo innanzi tutto al ritratto del Morelli,
pinto nel 1886 dal noto pittore tedesco Lenbach,
che il senatore aveva conosciuto in quella galleria
Borghese, che fu campo sì vasto degli studi del
critico profondo.

Quindi senz'altro il Frizzoni entra in materia.
Fra i Toscani vediamo riprodotti in belle fototipie
il Ritratto dei marchese Lionello d'Esie, signore di
Ferrara, col quale il Frizzoni non esita a vedere lo
stretto legame della medaglia di questo principe
fatta dal veronese Vittor Pisano nell'anno 14-14. E j
fra l'altro l'autore raffronta il ritratto prezioso in
parola con un'opera interessante del Pesellino, rap-
presentante 1' Ultima novella del Boccaccio, quadro
al certo dell'età più provetta dell'autore.

Domenico di Michelino è pure ben rappresentato
e nel Ritratto di Giuliano de' Medici e nella Storia
di Virginia romana, nella quale ultima, di piccole
dimensioni (osserva il Frizzoni), appare all' evi-
denza che in arte il genio è tutto, le proporzioni il
nulla.

E cosi via brillano fra le opere toscane della
galleria Morelli un Tobia colVangelo, della bottega di
Andrea Verrocchio ; un San Giovanni Evangelista,
già giudicato dal donatore stesso ad Ercole Roberti ;
un Mariotto Albertinelli ; un Bachiacca, ed altri
insigni.

L'Italia centrale e Ferrara hanno pure la loro
ricca rappresentanza. A questo proposito ci pare
abbia fatto egregiamente il Frizzoni a ricordare
quanto già scriveva il Morelli delle relazioni corse
fra Raffaello, il Costa ed il Viti.

Una Madonna col Bambino benedicente, di Giovanni
Bellini, che apre la serie preziosa dei Veneti, ed
una Vergine col Bambino ai parapetto, munita di ni-
tido cartellino e davvero conservatissima, un Cristo
colla Samaritana, del Moretto, e un Ritratto di danai
del Cavazzola, sono i campioni che il Frizzoni ha
saputo scegliere e ci riproduce.

Più importante fra tutte però ci pare la parte
dedicata ai Lombardi, ai quali specialmente il Mo-
relli ebbe la fortuna di applicare Yunicuique suum.
Il genio di Leonardo va distinto da quanto fu pro-
dotto sotto il sovrano di lui impulso da Bernardino
de' Conti, dal Boltraffio, da Ambrogio De Predis e
dal Gfiampetrino.

Il Ritratto di un paggio del Predis, di squisita
fattura, acquistato dal Morelli dalla raccolta Boz-
zotti di Milano, quale opera del Poppa e già rite-
nuto del Vinci, segna i vari passi del critico auto-
revole nel progresso dei suoi studi.

Il Frizzoni lo osserva con franchezza e non è
concorde nel congetturare chi sia il rappresentato.

Il Cristo benedicente del Boltraffio, che richiama a
parer mio il Salvatore della pinacoteca Borromeo,
è la vera gemma dei Lombardi della galleria Mo-
relli, nonostante siano pure pregevolissime la S.Marta
del Fossano, la Madonna col Bambino e S. Giovanni
del Luini e la Sacra Famiglia della Anguissola.
Quest' ultima tela sovratutto è dal Frizzoni egre-
giamente illustrata con copiose notizie ed osser-
vazioni veramente degne di considerazione.

Tre terre cotte furono anco lasciate dal senatore
Morelli alla galleria Carrara: una composizione, cioè,
assai ammirata di Jacopo della Quercia; un basso-
rilievo rappresentante il Bambino Gesù colla divina
 
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