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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. III
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Supino, Igino Benvenuto: I maestri d'intaglio e di tarsia in legno nella primaziale di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0211
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I MAESTRI D'INTAGLIO E DI TARSIA IN LEGNO

173

da Cipriani Princivalli, scrivano dell'Opera, nel 1596, si ha un'idea più esatta di quello che
restasse di tutti quei lavori che tanto tempo, tanta fatica e tanta spesa eran costati, e sarà
facile persuaderci come quelle sedie, che erano poste nel coro furori quelle che poterono, se
non intatte, men danneggiate di certo, esser ricuperate. Fra queste dunque la sedia^Archie-
piscopale del coro, le sedie de' Magistrati del coro, sono di presente, si legge nell'inventario,
in San Giovanni insieme con:

« due panche di noce interziate con loro spalliere, che stavano allato al pilastro in
duomo ;

« dua panche con spalliere, che una stava a pie della scala che va all'organo, che sono
guaste ;

« tre pezzi di panche con spalliere guaste ;

« In Camposanto : Una sedia storiata e internata con sua spalliera, dove stava il
signor operaio allato al pilastro in Duomo-,

« più pezzi di spalliere con casse et panche, che stavano lungo le mura di duomo et
a' pilastri : sono tutte guaste.

« più pezzi di spalliere et panche et apoggiatoi dinanzi a esse età, che erano in coro,
guaste.

« In casa dove sta m.° Gio: di Donato, nostro muratore, vi sono queste robbe le quale
già erano in duomo, fra cui:

« due panche lavorate di tarsia con loro spalliere
« un pezzo di panca che stava a un pilastro ». 1

Di questi pezzi i migliori furono adattati alla decorazione del nuovo coro da Pietro
Giolli nel 1606, il quale oltre servirsi delle vecchie tarsie ne rifece alcune nuove;2 altre
per mano di Girolamo Innocenti trovarono il loro collocamento nel 1613 da una parte e
l'altra delle pareti della chiesa e ai due pilastri della navata maggiore.

« E a di'— di aprile, lire 1120 sono per la fattura legname di noce, di castagno d'albero
per resfini (?), fusaggini, chacio, colla, cernitura e altro per servitù delle panche, spalliere e
pulite sotto fatte intorno a n.° dua pilastri quadri in faccia al coro et sopra al cornicione,
girano colle sue rivolte braccia 16 andante tuto.

« A di' detto, lire setanta, tante sono per avere segato e levato di più luoghi____e mesole

nei quadri piccoli e grandi di tarsie che sono a detti due pilastri.

« A di' 26 di dicembre 1613 lire sette, ... tanti sono per aver disfato un pezzo di panca
di noce, dove era le sette arte liberale, e portatola nel magazzino ».

E a di 22 di novembre dello stesso anno fa un conto di lire 1190:

« sono per valuta della fatura, legname di noce, di albero castagno, chacio, ciodi, colla et
altro, per servizi delle due panche, con sua spalliera et una dalla banda destra e una dalla
sinistra della ciesa;

« lire setanta, tante sono per aver risarcito e n." 8 quadri di tarsia vecie e destatoli
nelle panche a dove erano, e mesoli in oficio alle sudette panche ».3

XI.

Dopo tutta questa faticosa ma pur necessaria ricerca, veniamo ora all'ultima parte
del nostro studio, a stabilire cioè a chi debbano attribuirsi i lavori di tarsia che adornano
attualmente la chiesa Primaziale di Pisa ; cominciando da quelli, che per i documenti pub-
blicati è più facile e più sicuro dimostrare di chi siano.

Giuliano da Maiano, ci dice il "Vasari, fece di tarsia i tre profeti, i quali, tuttora in

1 Archivio del Capitolo, filza K. Inventario, ecc. 3 Filza di Carte a tempo dell' operaio da Castello,

2 Tamfahi, Procincia di Pisa, 1881, 14. 1887.
 
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