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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. III
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Frizzoni, Gustavo: I capolavori della Pinacoteca del Prado in Madrid, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0218

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I CAPOLAVORI DELLA PINACOTECA DEL PRADO

IN MADRID

bbe giustamente ad osservare vino straniero intelligente
in una sua romantica descrizione della Spagna, che
chiunque avesse a rimanere più o meno deluso nelle
sue aspettative per (pianto concerne l'aspetto della ca-
pitale del Regno, non trovandovi nulla da paragonare
all'impronta solenne e caratteristica delle città più
antiche della penisola, all'incontro deve sentirsi larga-
mente compensato alla vista della regia Pinacoteca del
Prado. E soggiunge con l'elice enfasi, nel senso di un
amatore dell'arte essere lecito asserire che il Musco
reale <■ Madrid, in (pianto che la memoria die uno ne
riporta la prima volta che ne abbia varcato la soglia,
dev'esser tale da oscurare per cosi dire quante altre
impressioni egli possa avere provato in quella metro-
poli. La ricchezza e lo splendore infatti del Museo del Prado sono tali da non essere superati
da alcun altro Musco, al più uguagliati da pochissimi.

Giammai una raccolta di pitture fu iniziata e continuata sotto più fausti auspici, mentre
reggevano lo Stato più potente dell'Europa dei sovrani quali Carlo V e Filippo II, entrambi
mecenati munifici, in un tempo in cui l'arte della Rinascenza era giunta al suo apogeo e
P interesse per la medesima si era imposto quasi elemento indispensabile alla vita quoti-
diana. A questi va aggiunto per terzo il re Filippo IV, sotto il regno del quale l'arte della
pittura in Ispagna s'innalzò al suo massimo splendore principalmente pel merito di due
ingegni eminentemente nazionali, quali furono, ciascuno lo sa, il Velazquez e il Muri]lo.
In tempo posteriore poi Filippo A", il nipote di Luigi XTV, potè arricchire le raccolte della
Corona aggregandovi parecchi dipinti dei principali artisti francesi della loro età d' oro.

Mentre poi i re di Spagna proteggevano gli artisti nazionali, i loro viceré in Italia e
nei Paesi Bassi riescirono a riunire e a mandare in patria molti fra i principali capi
d'opera dal tempo di Raffaello fino a quello dei Procaccini, dei Caracci, dei Brueghel.

La maggior parte delle opere esposte negli ambienti del presente Museo nazionale,
situato nel vasto palazzo che sorge accanto al passeggio pubblico detto del Prado, apparte-
nevano in origine alla Corona e decoravano i palazzi di Madrid e le ville reali, prima del-
l'anno 1818. Con esse il re Ferdinando VII formò la raccolta denominata propriamente il Beai
Museo di Pittura del Prado, aggregandovi altre opere espressamente acquistate dopo avere
aperta al pubblico l'importante pinacoteca. La parte rimanente poi proviene da quello che
 
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