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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. III
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Schmarsow, A.: Nuovi studi intorno a Michelozzo, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0244

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NUOVI STUDI INTORNO A MICHELOZZO

E RICERCHE critiche, alle quali si fa così volentieri il
rimprovero di ipercritiche, hanno mirato recentemente
a distinguere dai più celebri maestri del principio del
Rinascimento, quali il Brunellesco e Donatello, altri ar-
tisti che prima scomparivano quasi intieramente dietro
i loro maggiori colleglli. È così che oggi si rende ognor
più giustizia a Desiderio da Settignano e a Michelozzo
Michelozzi. Intorno a quest'ultimo pubblichiamo nelle
pagine che seguono alcune nuove notizie che potrebbero
essere imperlanti per chi cercherà una volta di esporre
seriamente e ordinatamente la sua carriera d'architetto
e di scultore; ne abbiamo altra pretesa che quella di
richiamare l'attenzione dei ricercatoli su alcuni lavori
sconosciuti o dimenticati di questo artista.

I.

Michelozzo a Ragusa.

In una nota alla vita di Michelozzo nell'edizione del Vasari (voi. LI, p. 449), il Milanesi
ricorda che « a tutti i biografi di questo artefice era rimasto fino ad ora (1878) ignoto, che
egli nel 1464 si trovasse a Ragusa. Ciò si rileva da uno strumento stipulato in quella città
e conservato nell'Archivio centrale di Stato, tra le carte del monastero di Badia, nel quale
sotto il 16 maggio del suddetto anno Michelozzo pattuisce di andare a Scio come architetto
ed ingegnere... per un tempo non minore di sei mesi e colla provvisione annua di 300 du-
cati d'oro. Ma se poi Michelozzo andasse veramente a Scio, non si sa; e qualora vi fosse
andato, è ignoto quel che vi operasse ».

La stessa ignoranza si dovette confessare anche rispetto a Ragusa; il Milanesi almeno
pare che non sapesse indicare quali lavori Michelozzo vi avesse eseguiti. Nella Dalmazia
però si conosceva già prima quel soggiorno dell'architetto fiorentino a Ragusa, e nelle me-
morie storiche di quella città si trovava indicato il lavoro che gli fu commesso dal Maggior
Consiglio.

Il giorno 8 agosto dell'anno 1462 si era appiccato l'incendio alle armature delle forti-
ficazioni che, coi sussidi di Pio II, la città andava rinforzando per difendersi contro Mao-
metto II il quale, quantunque pacificato a prezzo di tributi, conservava un atteggiamento
 
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