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Archivio storico dell'arte — 6.1893

DOI issue:
Fasc. IV
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Frizzoni, Gustavo: I capolavori della Pinacoteca del Prado in Madrid, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0311

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270

G. FRIZZORI

di due anni nella capitale deJ regno, dove s'imbattè nel grande suo compaesano e pittore
di corte, il Yelazquez, a lui benevolo ed utile non solo coli'autorità dell'esempio personale,
ma per averlo introdotto nei palazzi e nelle raccolte regie a studiarvi le opere magistrali
onde già erano fornite quelle dimore suntuose fin dal tempo di Carlo Y e di Filippo IT.
Massime gli esempi lasciati da Tiziano e da Rubens dovettero fermare la sua attenzione
e contribuire validamente a modificare il suo stile nella sua seconda maniera, detta la
cali da.

Fra i quadri del Prado (il catalogo ne annovera 46) viene celebrata la Sacra Famiglia
chiamata del pajarìto, dal particolare del Bambino Gesù die tiene fra le mani un passerotto,
mostrandolo a un cagnolino. Sta il fanciullo appoggiato al ginoccbio destro del suo Padre
putativo, mentre la Madre, alquanto in disparte, l'osserva con compiacenza nel tempo stesso
che sta dipanando una matassa. Scena invero interamente umana, rappresentata con sem-
plicità affatto borghese mediante buona economia di luce, ma nella quale nessuno crederebbe
di trovare intesa una Sacra Famiglia, come giustamente ebbe ad osservare il Justi.1

Per parte mia, a dir vero, le anteporrei fra le produzioni dello stile caldo, se non altro
per la gradevole armonia del chiaro-scuro e dei colori stessi, la bella Vergine del Rosario;
uno dei dipinti suoi più vigorosi. Cosi pure riesce fresco, nutrito e trasparente il colorito
di una piccola Annunciazione, corredata di una graziosa gloria di angeli.

Fra i quadri grandi da altare dedicati ad argomenti di cristiana carità, non posso
far a meno di presentare qui al benevolo lettore, nella unita fig. 7*, quello della Santa
Elisabetta d'Ungheria (die guarisce i tignosi, tutto die non appartenga in realtà alla,gal-
leria del Prado, sì bene a (niella della R. Accademia di San Ferdinando a Madrid. È eer-
tamente uno dei quadri più tipici della pittura spagnuola in genere. Non deve recare me-
raviglia il soggetto scabroso, quando si sappia (die il dipinto è stato fatto per l'altare di
una (diiesa d'ospedale; ne il Murillo era tal uomo da lasciarsene spaventare. Egli, come
interprete sincero del naturale, lo affronta imperterrito e ne sa ricavare una scena delle più
pittoresche e delle più significative. Il gruppo di ligure che ci sta davanti, infatti, è di una
evidenza nella varietà de'suoi tipi e nella spontaneità dell'azione, quale non si potrebbe
desiderare più spiccata e l'aria vi circola all'intorno e nello sfondo con un vago loggiato,
aggiungendo vaghezza ed armonico compimento all'insolita scena. Nella nobile figura della
regina, chi non indovinerebbe la vittoria riportata dal sentimento di benefica pietà sulla
ripugnanza di occuparsi colle sue proprie delicate mani di simili ammalati? Gli spettatori
e le attendenti, giovani e vecchi, irià ne aspettano i mirabili effetti, e mentre un giovinetto
china il capo sopra il bacino di metallo, sottoponendosi fiducioso al lavacro eseguito dalla
regina, mostrando il viso efficacemente illuminato dal riflesso dell'acqua, un altro suo com-
pagno di sventura, tipo eminentemente spaglinolo, grattandosi il capo con morbosa voluttà,
si dispone alla sua volta a ricorrere alla cura della benigna santa. La quale, poi, si ritrova
appena adombrata nello sfondo fra le piccole figure, dov'è rappresentata la refezione ch'essa
stessa serve ai poveri da lei guariti.

Devesi tuttavia qui convenire che dipinti di tal fatta non saprebbero essere apprezzati
appieno in qualsiasi più perfetta riproduzione, ma vogliono essere osservati all'uopo negli
originali stessi, dove ricevono vaghezza e rilievo mercè le gradazioni delle tinte e le sfu-
mature sapienti, che colle parole anco non si saprebbero qualificare.

Questo capolavoro, insieme a due altri dello stesso autore, ora esposti nella stessa aula
delle Sessioni accademiche, v. a. d.. i due lunettoni con soggetti allusivi alla fondazione di
Santa Maria Maggiore a Roma, provengono tutti dalla città natale del pittore, che ve li
ebbe ad eseguire dopo il suo ritorno da Madrid. Gli ultimi due che appartengono al suo
ultimo stile, detto vaporoso, si distinguono per la naturalezza, per la ingenuità caratteri-
stica con cui vi sono espressi i tradizionali episodi. Furono ambiti e portati a Parigi tutti

1 Vedi Murillo, von Carl Justi. Mit Abbildungen. Leipzig, Verlag von E. A. Seemann, 1892.
 
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