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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0385

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I VAN LOO IN PIEMONTE

335

Se i dati del documento sono esatti, la nascita di Yan Loo sarebbe stata nel 1656. Ma
forse essa dev'essere indietreggiata di due o tre anni, essendo poco probabile che, quando
il nostro artista ebbe un premio all'Accademia di Parigi, nel 1671, avesse soltanto quin-
dici anni, mentre tutti gli altri concorrenti dei quali si conosce la data della nascita erano
più avanzati in età.

La designazione poi di Parigi, anziché d'Amsterdam, come luogo di nascita di Luigi
Abramo, sembra contraria alla verità. Forse la persona che fece la denunzia al parroco
non conosceva la vera patria del defunto, e ne dichiarò invece la più antica provenienza a
lei nota.

Mariette non aveva un'alta idea della bravura di Luigi Abramo, anzi dice chiaro:
«ce n'étoit pas un peintre de grand inerite», e trova che il maggior suo titolo di gloria
sia l'essere stato il padre di due artisti veramente illustri (Abecedario, V, 381). Ben diverso
è il giudizio che ne dà l'Argenville: «le peintre passoit pour un grand dessinateur, et étoit
fort distinguejpar ses ouvrages à fresque ». In tale contrarietà di opinioni, la sola via di
conoscere il inerito reale di Luigi Àbramo sarebbe l'esame delle sue opere. Ma nessuna
galleria pubblica o privata, a mia conoscenza, possiede alcun dipinto di lui, e solo il Gi-
noux (op. cit.) ci addita nella cappella dell' Ospedale della Marina a Tolone un quadro con
figure in grandezza naturale, autenticato dalla Arma Louis Vanloo, e rappresentante san
Domenico che riceve il rosario dalle mani della, Tergine. L'Argenville ed altri biografi at-
tribuiscono ancora a Luigi Abramo un san Francesco che si vede nella chiesa dei Peni-
tenti grigi a Tolone; ma lo stesso Ginoux sospetta (die questa pittura sia della mano di
Giovanni Battista Yan Loo.

Il Museo civico di Besancon conserva due piccoli disonni air inchiostro di China rap-
presentanti alcuni amorini entro ghirlande di fiori. Uno di essi è firmato: « L. Y. D. 1704 »,
monogramma che fu interpretato Louis Vanloo Belineavit 1704 (Auguste Castan, Musées de
la ville de Besancon, estratto dall'Inventaire des richesses (Vati de la France; Paris, 1889).
Ma se non v'ò alcun altro elemento per aggiudicare quei due disegni a Luigi Àbramo Yan
Loo che quelle tre iniziali seguite dal millesimo, è lecito avere dei dubbi sulla esattezza del-
l'interpretazione data.

Giovanni Battista Van Loo.

Nacque ad Aix, in Provenza, l' 11 gennaio 1684 da Luigi Abramo Yan Loo e da Maria
Fosse, dei quali fu il primogenito. Se è giusta l'ipotesi da me fatta nel paragrafo prece-
dente sulla causa per cui Luigi Àbramo dovè fuggire dalla Provenza, Giovanni Battista
non avrebbe avuto clic due anni e qualche mese allorché fu portato negli Stati di Savoia.
Imparò dal padre i principii dell'arte, e, grazie alla buona direzione ricevuta ed alle sue
felici disposizioni naturali, potè progredire tanto da ricevere, ancora giovanissimo, molte
commissioni di ritratti e di quadri d'altare nei vari paesi della Provenza e del Nizzardo.

Nel 1706 si recò a Tolone, secondo Dandré-Bardon, per ammirarvi le sculture di Puget,
ma ititi verosimilmente per eseguirvi qualche lavoro, come fece infatti (Archives de l'art
francai*, YI, 168). In quella città conobbe Maria Margherita, biglia dell'avvocato Michele
Brun e di Francesca Baron, e l'ebbe in isposa addì 17 maggio 1706. Qualche tempo ap-
presso un altro Michele Brun, pittore, forse fratello, ma certamente parente di Marghe-
rita, prese in moglie Caterina Aran Loo, sorella di Giovanni Battista, della quale Dandré-
Bardon attesta che « peignoit fort joliment ». Stando però all'asserzione di Ginoux {Liste
chronologique des peintres du nom 'le Van Loo), il Michele Brun che divenne marito di
Caterina Yan Loo sarebbe lo stesso suocero di Giovanni Battista Yan Loo, dopo essere
stato vedovo una seconda volta.
 
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