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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0391

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I VAN LOO IN PIEMONTE

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partenza di lui dal Piemonte, sono pienamente d'accordo. Le parole di Dandré-Bardon sono
queste: « Le Roi et la Beine de Sardaigne n'oublièrent rien pour retenir Yanloo à Turin.
.Mais sa délicatesse opposa à leurs généreuses bontés la parole qu'i] avoit donnée, et dont
il a toujours été l'esclave. Motif bien puissant auprès de Yictor Amédée, qui s'y rendit, en
le comblant de bienfaits et d'éloges ». E l'Argenville dice: « Le Roi et la Beine de Sar-
daigne firent tous leurs efforts pour retenir Yan Loo à leur cour; il lui envoyoient tous
les jours des mets de leur table. Yanloo ne sachant comment répondre à tant de bontés,
n'aVoit point de meilleure excuse que la parole donnée au Prince de Carignan, à laquelle
il ne pouvoit manquer sans se manquer à lui-méme. Le Roi de Sardaigne loua la droiture
de ses sentiments, et le laissa partir pour Paris ».

Yan Loo giunse con la famiglia a Parigi nei primi mesi del 1720 (non nel 1719,
come asseriscono i due 'autori succitati), e il principe di Carignano lo alloggiò nel suo pa-
lazzo. « Il ne se passoit point de jour que le Prince ne le vmt voir travailler. Gomme
Yanloo avoit une connoissance parfaite des anciennes écoles, il le consultait souvent sur
le clioix des tableaux qui devoient entrer dans sa galerie. Notre artiste lit pour ce Prince

de grands sujets de Métamorphoses et le Triomphe de Galatèo____Ses grandes occupations

l'obligèrent à partager son tems entre le Prince de Carignan et le Public— Les fruits
de son travail furent assez considérables pour qu'i] hazardàt aux actions de la Banque
40000 livres qu'il perdit en peu de tems par le discrédit des billets. Ce l'ut une raison
pour obtenir du Prince de Carignan la liberto de travailler toute l'année pour le Public ».
(Argenville).

Attesa l'indole speciale di questo scritto, ometterò di parlare degli ulteriori casi e lavori
di Giovanni Battista, facendo soltanto un'eccezione per due ritratti da lui dipinti negli ul-
timi suoi tempi.

Nel 1742 Yan Loo, sperando che l'aria nativa gii ristabilisse la salute, che da qualche
tempo s'era alterata, ritornò ad Aix, e quivi, quantunque tormentato dal male, fece ancora
parecchi lavori e, fra gli altri, i ritratti del conte di Suse e della principessa di Carignano,
(così il Dandré-Bardon e l'Argenville, i quali non danno però alcun particolare). Questo conte
di Suse, o piuttosto marchese di Susa, era Yittorio Francesco, figlio naturale del re Alt-
torio Amedeo II e della contessa di Yerrua; era nato nel 1694 ed era d'indole scapestrata
ed inclinata al mal vivere. Il re Carlo Emanuele lo impiegò nella guerra contro gl'impe-
riali e poi in quella della successione austriaca. In quest'ultima egli comandava tredici bat-
taglioni destinati ad impedire l'ingresso dei francesi nella contea di Nizza. Ma il 19 aprile 1744
i gallispani, guidati dall'Infante don Filippo, lo sorpresero di notte nelle trincee a Montal-
bano e lo fecero prigioniero. Fu verosimilmente durante questa sua prigionia che Yan Loo
ne colorì le fattezze; e poiché il pittore fece allora anche il ritratto della principessa di
Carignano, convien supporre che questa, che era rimasta vedova da alcuni anni, si fosse
recata in Provenza per visitarvi in quella congiuntura il fratello. Nemmeno di questi duo
ritratti si conosce la sorte; converrà per altro ricordare che il marchese di Susa morì
nel 1762, lasciando erede il nipote Luigi Yittorio principe di Carignano.

Questi furono forse gli ultimi lavori di Giovanni Battista Yan Loo, il quale morì nella
città natale il 19 settembre 1745; e certamente all'animo gentile dell'artista sarà stato una
consolazione il terminare la carriera lavorando per la vedova ed il cognato di colui ch'era
stato il primo suo mecenate ed al quale egli ed il fratello Carlo dovevano la loro fortuna
d'artisti.

Carlo Andrea Yan Loo.

Si hanno molte biografìe di Carlo Andrea Yan Loo. La migliore e più autorevole è
quella letta all'Accademia Reale di pittura di Parigi il 7 settembre 1 765; cioè pochi giorni

Archivio storico dell'Arte - Anno VI, Fase. V

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