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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0393

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I VAN LOO IN PIEMONTE

343

Nella guerra per la successione al trono di Spagna, il duca di Savoia seguì dapprima
le parti di Francia e Spagna e fu nominato generalissimo dei loro eserciti. Ma avendo
poscia avuto motivi gravissimi di malcontento per il contegno di Luigi XIV verso di lui,
nel dicembre del 1703 proclamò apertamente la sua alleanza con gl'imperiali. In seguito
a tal fatto il duca di La Feuillade, alla testa di un esercito francese, passò il Taro il
3 marzo 1705 e, secondato dalla fiotta, prese a bombardare Nizza con tal furia e persi-
stenza, che il giorno 10 d'aprile il marchese di Caraglio, governatore della città, s'indusse
a lasciare in libertà i consoli di capitolare e si ritirò nel castello. Essendo il La Feuillade
stato comandato di venir ad assediare Torino, un altro esercito, sotto gli ordini del duca
di Berwick entrò nel contado nicese addì 30 d'ottobre, e 1'8 dicembre cominciò a fulminare
il castello, il quale, trovandosi in cattivo stato per i danni sofferti nelle guerre anteriori,
malgrado una bellissima difesa, dovette accettare un'onorevole capitolazione, che fu sotto-
scritta il 5 gennaio 1706. La memoranda battaglia di Torino, vinta dal principe Eu-
genio e dal duca di Savoia nel giorno 7 settembre 1706, cambiò la faccia delle cose
e riportò di nuovo il teatro della guerra in Provenza, e la povera Nizza, sgombrata e
poi ancora occupata dai francesi, stremata intanto dalla carestia e dalla pestilenza, non
respirò che alla conclusione della pace col trattato di Utrecht, che la ridiede alla Casa di
Savoia.

Fu dunque durante l'assedio della città, condotto da La Feuillade, clic avvenne il fatto
che minacciò la vita di Carlo ancora bambino, e non già nel bombardamento del castello,
ordinato da Berwick, a meno che si voglia ammettere che una parte delle bombe lanciate
dai francesi, mal diretta, ricadesse sulla città.

Carlo, avendo perduto il genitore nel 1712, abbandonò Nizza, che più non rivide, e
venne colla madre a Torino, dove Giovanni Battista Yan Loo, dopo aver viaggiato per al-
cuni anni in Provenza e in Liguria,, già si era stabilito. In principio del 1715 Giovanni
Battista ebbe facoltà dal principe di Carignano, che lo aveva preso al suo servizio, d'an-
dare a Roma per perfezionarsi nella pittura. Partì solo, ma negli ultimi mesi del 1716 sua
moglie Margherita gli condusse i suoi tre tìgli e Carlo, allora in età d'undici anni. Giovanni
Battista, che contava ben ventini anno più del fratello, gii servì da padre e da istitutore
ad un tempo; anzi ben presto lo fece suo condiscepolo, conducendolo nella scuola, eli'egli
stesso frequentava, di Benedetto Luti.

Tolgo a Dandré-Bardon alcuni passi relativi alla prima educazione artistica di Carlo:
« Ce grande maitre (Luti), à qui Jean Baptiste étoit redevable de la perfection de ses ta-
lens, est si charmé des dispositions extraordinaires dujeune Carle, qu'il prend une attention
singuliòre à procurer son avancement— Lutti voit avec autant de plaisir que de surprise
les progrès de son nouvel écolier. Il en parie au fameux le Gros, qui fut curieux de le
voir, et qui lui témoigna tant d'amitié que Carle, porte déjà par un secret penchant vers

l'art du ciseau, demanda à s'y exercer____ Déjà il sculpte la pierre, le bois, peu s'en faut

qu'il ne travaille le marbré____ »

Ma Pietro Legros non può aver dato per gran tempo lezioni al giovane Carlo, poiché
nel 1717 andò a Parigi a farsi fare un'operazione chirurgica, fermandosi colà alquanto
per eseguire parecchi lavori, notati da Mariette {Abecedario, 111, 118), e ritornato poscia
a Roma, morì il 3 marzo 1719.

Quantunque il principe di Carignano, che nel 1718 aveva trasferte la sua dimora a
Parigi, instasse perchè Giovanni Battista andasse a raggiungerlo, questi non si mosse da
Roma che dopo la morte di Legros, e nemmeno andò direttamente in Francia, ma si fermò
invece un anno a Torino, e solo nella prima metà del 1720 (non nel 1719), giunse final-
mente a Parigi, dove alloggiò nel palazzo di Soissons, appartenente al suo protettore.

Carlo seguì il fratello in Piemonte ed in Francia. Frequentò la scuola dell'Accademia
Reale di Parigi, e nel 1723 vi ottenne il primo premio, il che gli dava diritto ad imposto
all'Accademia di Francia a Roma ; ma non avendo potuto avere la relativa pensione, si
 
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