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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0410

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360

ALESSANDRO VESME

« 7. A bozzo del Belisario.

« Tutte quelle opere i miei successori saranno obbligati di renderle al sig. Vanloo, o
suoi eredi come ai legittimi possessori. Parigi, addì 15 ottobre 1753.

« Lorenzo Somis ».
(Copiato dall'originale autografo comunicatomi dai conte Vittorio Somis.)

Ecco ora un passo del testamento fatto da Lorenzo l'il dicembre 1763; tale testamento
rimase annullato da altro posteriore, ma siffatta circostanza non diminuisce 1' importanza
delle notizie contenute:

« A Cristina Somis mia dilettissima sorella moglie del sig. Carlo Vanlò primo pit-
tore di S. M. Xma residente in Parigi, (lego) la vigna con fabrica rustica e civile, cappella
e beni in regione Pattonera con ogni cosa entrostante, a condizione che essa e suo marito
eleggano di portarsi ad abitare in questi Stati, e non possa essa sorella pretendere le somme
da me esatte sui capitali Monti di Torino ascendenti a L. 4 mila circa, impiegate colla di
lei partecipazione nell'ampliazione e rimodernazione di detta vigna, e che in oltre il detto
Vanlò non pretenda alcuno dei quadri da lui lasciatimi in deposito. Nel caso contrario
revoco il legato, revoco la «letta somma alle sorelle ed ordino la restituzione di detti quadri,
clic sono: due grandi a chiaroscuro rappresentanti l'uno Agar e l'altro Tobia; il quadro
grande del sacrifizio di Teseo, il piccolo abbozzo di Belisario, e li quattro piccoli abbozzi
dell'istoria del Tasso. Dichiaro che gii altri quadri fatti dal Vanlò ed esistenti in mia casa,
cioè la Risurrezione del Signore, la testa del Salvatore, il piccolo Teseo, il voto di Luigi XIII,
ed altri piccoli abbozzi sono tutti miei propri] come statimi dallo stesso sig. Vanlò regalati
la prima volta che mi portai a Parigi...; ne fo menzione per togliere ogni questione al
riguardo...»

Lorenzo aveva fatto detto testamento dell' 11 dicembre 1703 in seguito alla recente
morte del fratello Giovanni Battista: ma la morte di suo cognato Carlo Van Loo, avvenuta
in Parigi il 25 luglio 1765, gli diede occasione di farne un altro, datato del 16 feb-
braio 1766, aperto poi il giorno stesso del decesso del testatore, che fu il 29 novembre 1775.
Gioverà darne qualche estratto:

«____ io Lorenzo Somis virtuoso di violino e primo violino di S. M____ nativo di

questa città... Il mio corpo fatto cadavere ordino che sia seppellito alla Cura Regia da cui
dipendo... Lego a Madama Cristina A^anlò vedova del sig. Carlo Vanlò primo pittore in
suo vivente di S. M. Xma, mia dilettissima sorella, L. 4000 di Piemonte... Più lascio alla
medesima due disegni l'uno rappresentante la caccia all'orso fatto dal detto fu di lei marito;
E siccome mi sono stati lasciati in goldita et uso dal detto fu Monsieur Vanlò mio cognato
pendente la mia vita gì' intraespressi quadri rappresentanti il Teseo grande, il Belisario,
li due a chiaro ed oscuro o sia grisalia, uno di Tobia e l'altro d'Agar o sia Ismaele, li
quattro compagni della Storia del Tasso, questi online ai miei eredi di dover separare dagli
effetti della mia eredità e restituirli agli creili di detto fu M. Vanloò, ed a tal effetto dichiaro
che per l'identità di tutti li suddetti quadri si trova al tergo d'essi apposta una carta col-
l'espressione dicente pour Paris... In tutti gli altri miei beni nomino eredi universali il
sig. priore Saverio, dottore Ignazio, e don Felice fratelli Somis figli del fu mio fratello
Giovanni Battista... In Torino, li 16 febbraio 1766 ». (Notaio F. F. Durando).

Non so per qual ragione gli eredi di Lorenzo tardarono quasi tre anni a far la consegna
alla loro zia Cristina dei sudetti quadri e denari:

«1779, 20 gennaio... Per la premorienza del priore Saverio Somis l'eredità essendosi
consolidata; negli altri due eredi del sig. Lorenzo, da'quali sendosi fatto intendere agli eredi
Vanlò che erano pronti a rimetter loro, oltre quanto sovra, li altri due quadri cioè un ab-
bozzo della Vergine con S. Francesco e S. Antonio abbate, menzionati con i sudetti in nota
sottoscritta dal medesimo sig. Somis, sonosi da dama Cristina vedova Vanlò, come legataria
e come erede per un quarto di Carlo Vanlò suo figlio, questo pur coerede per un quarto
 
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