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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0413

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I YAN LOO IN PIEMONTE

363

Il n. 474 della Pinacoteca, raffigurante Luigi XV, re di Francia, in età di circa quin-
dici anni, è ancor esso accettato come opera di Carlo Yan Loo, ed aneli'io lo credeva tale
prima che ne vedessi al Grande Trianon nel parco di Versailles, nella stanza detta della
Cappella, un altro esemplare identico, che si sa per certo esser stato colorito non da Carlo
ma da Giovanni Battista Yan Loo. L'Argenville nella sua Vie des plus fameux peìntres,
racconta come Giovanni Battista abbia fatto a memoria un ritratto di Luigi XY giovane,
il quale piacque così che « le Eoi, qui n'étoit peint dans ce portrait que jusqu'aux genoux,
lui en commanda un en pied, » (che è precisamente quello del Trianon), « dont le peintre
flt beaucoup de copies pour Sa Majesté ». Fra queste copie, o meglio ripetizioni, una delle
meglio riescite sarà stata destinata da Luigi XY al re Vittorio Amedeo di Sardegna, il

TESTA DI CHERUBINO, DI CARLO VAN LOO
nella Pinacoteca ih Torino.

quale era suo avo, come padre della duchessa di Borgogna. Sicché il u. 474 — che è lavoro
di eccellente fattura, piacevole e ben conservato — dovrà quind' innanzi esser considerato
come ripetizione del prototipo del Trianon ed ascritto a Giovanni Battista Yan Loo.

La Pinacoteca di Torino era dunque priva di dipinti autentici di Carlo Yan Loo,
quando recentemente ebbe la fortuna di acquistarne uno.

La R. Accademia delle Scienze in Torino era in possesso ab antico di una grande
testa di cherubino, dipinta ad olio da Carlo A^an Loo, e di due pastelli di Carlo Antonio
Coypel, rappresentanti Carlo Yan Loo e sua moglie Cristina. Presentemente queste tre pit-
ture si trovano presso la Pinacoteca Torinese, che se ne rese aequisitrice.

La testa di cherubino porta la firma: Carle Vanloo 1764. Nel catalogo delle pitture
di Carlo, che trovasi in aggiunta alla biografia di lui scritta da Dandré-Bardon (p. G3), è
indicata come fatta nell'anno seguente: « 1765; Étude d'une tote d'auge; Chez M. le Moyne
scuipteur du Roy ». Ma parmi che non si debba dar importanza a questa differenza di
date, poiché probabilmente Aran Loo terminò il dipinto nel 1764 e non ne dispose che dopo
qualche mese. G. B. Lemoyne, direttore dell'Accademia di pittura e scultura, era, come
 
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