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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Baudi di Vesme, Alessandro: I van Loo in Piemonte
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0414
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ALESSANDRO VESME

dice Carlo Blanc, « un amateur plein de goùt; les artistes de son temps se faisaient un
plaisir d'orner son cabinet de leurs peintures ». Dopo la sua morte, nel 1778, si fece la
vendita agl'incanti delle sue raccolte artistiche; ne fu stampato il catalogo, ma non cono-
scendone che l'estratto inserto nel Trésor de la curiosité, non posso appurare se la Testa
di cherubino fece parte di quella vendita o se il Lemoyne già l'aveva alienata. Non si co-
nosce con certezza in qua] modo essa sia diventata proprietà dell'Accademia delle Scienze.
Quest'istituto l'espose, come pure i due pastelli di Coypel, alla Mostra d'arte antica che
ebbe luogo in Torino nel 1820, e nel catalogo di quella esposizione, intitolato Notizia
d'opere ili pittura e scultura, ecc. (catalogo redatto da persone serie e competenti, quali Giu-
seppe A>rnazza e Ludovico Costa), si trovano su di essa le seguenti informazioni: « È uno

RITRATTO DI CARLO VAX LOO
Pastello i>i C. Antonio Coypel, nella Pinacoteca di Torino.

studio pel volto della cappella di San Gregorio clic il Tan Loo doveva dipingere all'Al-
bergo degli Invalidi a Parigi. Era dipinta a olio sopra un cemento di marmo, arena, mat-
tone pesto e ealce. Ln privato, che l'ha comperata, la fece trasportare su tela ». È noto
come Van Loo, sorpreso dalla morte, non abbia potuto eseguire in grande la decorazione
della cupola degl'Invalidi, ma ne lasciò gli abbozzi, descritti in modo particolareggiato
da Dandré-Bardon, a p. 36 e segg. Pare che non fosse sua intenzione d'adoperarvi la co-
loritura a fresco, nella quale, dacché aveva dipinto la sala di Stupinigi, cioè da oltre
trent'anni, non s'era più esercitato; e la Testa di cherubino è un esperimento da lui fatto
per rendersi conto della tenacità della pittura a olio sulle pareti murali. Ma questa pittura è
anche, ed in grado maggiore, preziosa, perchè in una certa rimembranza correggesca attesta
come sino agli ultimi anni Carlo sapesse ricorrere all'uopo ai grandi maestri dell'arte, e
perchè sembra ch'egli vi abbia voluto esprimere il suo ideale della giovane bellezza maschile.

Circa i quadri di Cesare Van Loo nella Pinacoteca di Torino, basterà quanto si è detto
al paragrafo ove si parla di questo artista.
 
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