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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0421
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371

VI.

Possagno 29 Luglio 1821

Nobile SS Conte

zato il mio amor proprio dalla considerazione,
ch'Ella mi fa, essere stata pur motivata una tal
visita dal desiderio di vedere quell'opera mia.
Sempre più arrossisco della infinita bontà e
Ricevo qui dove mi ritrovo da qualche giorno, compatimento, con che sono straordinariamente
pronto a ripartire per Roma, la gentile sua let- onorat0; e sempre più riconosco in me stesso il
tera del 25 pp.° speditami dall'amico S.1' Antonio . del)ito sacro {\\ rispondere, con tutte le forze, alla
D'Este; e sono lietissimo d'intendere la di Lei | benigna opinione, che si vuole avere delle opere
soddisfazione pienissima per ciò che riguarda il : mie Ma se j0 non giungo siccome non è possibile
soggetto, e il merito del lavoro da me fatto nella a(j eguag]iare c0] fatto il merito, in che, non de-
Tavola marmorea, travagliata per di Lei Commis- ffnamente, sono tenute, la colpa sarà dell'altrui
sione. Veramente gli elogi ch'Ella si compiace di j O.raziosa benevolenza, la quale esagera le facoltà
farmene, eccedono di troppo il pregio della mia , mje g -j m-Q aleuto.

fatica; e gli devo in massima parte alla gentilezza jjua m\ cveda sempre animato dal sentimento

estrema dell'animo suo, tanto favorevolmente di- j (jel|a pju distinta stima, e rispetto, con cui, unendo
sposto ad onorarmi. Quello di che vengo persuaso - convenevu|j ([el connine amico S.1' D'Este, ho
si è la sua decisa compiacenza per tal lavoro, e | p0n01>e c]j essere
questo è il principale scopo, a cui tendeva il mio r)i j^j ^o]) g r Qonj-e

desiderio. Si accerti che io provo una sensibile x,r,.r.> e j,„;,.„

contentezza per tutto (pici di grazioso ch'Ella si Antonio Canova

degna di dirmi, e per l'approvazione eh' Ella dona
all'opera mia.

Mi continui la pregiata sua grazia, e mi creda Vili,
sempre con la dovuta stima, e rispetto.

Di Lei Nob. S. C.

Obhl. Aff. Osserv. Servitore
ed Amico

Nobile Signor Conti'

Ricevo qui, nella niia patria, la triste nuova
della perdita da lei fatta della sua diletta Consorte.
Ant. Canova 1 Comprendo che la sola religione può offerire il mi-

glior conforto in simile dolorosa circostanza, ed
Ella, che ha la mente e il cuore pieno di senti-
VII. nienti religiosissimi, troverà in questi la unica

T) 01 rv,, , , consolazione di cui abbisogna in questo momento

Koma .!l Ottobre 1821 '

Suliilr Sii/mire l'afflitta sua anima. Io pure mi unisco al di lei

Dall'Egregio Signor Ab. Andrea Andreis ho Piant°' 6 Prendo Parte alla di lei tristezza con
ricevuto la lettera ch'Ella gentilmente gli diede tutt° ì] mÌ0 CUOre-

per me, ripiena di espressioni amorevoli insieme Colg0 questo incontro Per render grazie a Lei,

ed onorifiche fuor di modo. Piace sommamente al
mio cuore il vedere ch'Ella si ritrovi soddisfatto
del mio lavoro, ma non saprò mai persuadermi
eh' esso meriti tutti gli elogi, che la di Lei bontà
verso dell'autore, generosamente gli accorda. È
molto lusinghiera la visita, in sua Casa, degli Au-

e alla Deputazione Comunale di Dovere, per le
amorevoli testimonianze di bontà e di onore, onde
hanno voluto fregiarmi all'opportunità che venne
pubblicamente celebrato il collocamento della se-
polcrale opera mia destinata alla memoria del di
Lei figlio estinto cosi miseramente, lo non meri-

gusti Ospiti, 2 e molto similmente viene accarez- tava' Per la verit:\ d'essere onorato con tanta

! ^ „ pompa, e con si splendida solennità di versi, e di

Kitoinato a Roma, il Canova non ricordando forse „+ n i-i.ii>-.-.-.

d'aver già risposto da Possagno alla lettera 25 giù- I * P 5 ^ "d0nda tutt° &

gno 1821, del conte, scrisse il 7 settembre di quell'anno i g,0ria del gentile di Lei animo, e di quello dei

rin^^r al TadÌnÌ' Ch° non "Portiamo Perchè } Membri Illustri «li codesta Deputazione Comunale,

ripete press a poco quanto è detto in questa- di nuovo v • j- -. •

vi è soltanto il timore espresso dallo scultore cheil I qUa1' * Pl"0test° °bbli^ttì dai vin-
cente avesse potuto far qualche osservazione « sulla 1 coh ,lella Piu ben «entità e invariabile riconoscenza,
qualità del marmo ».

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