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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. V
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Ercole Rosa
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0434

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384 NECROLOGIA

Della produzione piuttosto scarsa di Ercole Rosa resta ancora da mentovare il frontone
decorativo sul prospetto del palazzo delle Finanze e qualche altro lavoro in Lombardia e
nelle Marche.

Veniamo ora all'ultima e maggiore opera.

Alla morte di re Vittorio Emanuele, dopo aperto il concorso per il monumento in To-
rino, prima di quelli per Genova, Venezia, Roma, Bologna, si bandì quello per il monu-
mento in Milano. Il Rosa vinse nella gara. Il bozzetto è, secondo il carattere e le tendenze
artistiche dell'autore, semplice e grandioso. Su pochi gradini si alza un dado rettangolare,
e su questo la statua equestre del re. Due leoni stanno accosciati sui gradini, l'uno avanti,
l'altro dietro al piedistallo, sul quale si svolge un altorilievo, di cui le quattro facce sono occu-
pate da unica meravigliosa composizione, come si vede in alcuni sarcofagi della migliore
epoca greca; valga ad esempio il sarcofago del museo di Grirgenti. Sul lato sinistro vedonsi
il re d'Italia e Napoleone III acclamati dal popolo nel loro ingresso in Milano; sulla faccia
anteriore si schierano i granatieri e sul lato destro i turcos ; sulla faccia posteriore ince-
dono i bersaglieri. Come si è detto, la composizione è unica. Stupendo è l'effetto dei quattro
angoli; guardato da qualunque punto, il dado rettangolare offre nella gran fascia una vi-
cenda di scena armonizzate con mirabile unità.

Non si può giudicare ancora del valore dell'intero monumento, poiché lo scultore mancò
prima di metterne insieme le parti; ma esse sono già tutte eseguite, e probabilmente non
volgerà un anno senza che il capolavoro del Rosa sia eretto in Milano. Appunto egli ritoc-
cava le cere per la fusione dell'altorilievo, dopo avere lungamente penato per quelle della
statua equestre, che già una prima volta si era sciupata in fonderia.

Ultimamente, ammonito dagli amici che, perdurando nella vita sregolata, non sarebbe
sfuggito a una pronta line, Ercole si era moderato, consacrando i giorni al lavoro. Forse
era tardi. Ai primi dello scorso mese fu colto dal male che lo minacciava e che più volte
aveva tentato di abbatterlo; trovandosi in Milano, volle correre qui iu Roma, dov'è la sua
famiglia, I parenti e gli amici rimasero sbigottiti dal suo aspetto. Non valsero cure. Nello
spazio d'una settimana il grande scultore moriva.

U. F.

Per i lavori pubblicati nell'ARCHIVIO STOEICO DELL'ARTE sono riservati tutti i diritti
di proprietà letteraria ed artistica per l'Italia e per l'estero.

Domenico Gnoli, Direttore responsabile.

Roma, 1893 —

Tip. dell'Unione Cooperativa Editrice, via di Porta Salaria,23-.t.
 
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